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“La paranza dei bambini” vince a Berlino l’Orso d’Argento per la migliore sceneggiatura


La Berlinale premia Roberto Saviano assieme a Maurizio Braucci e Claudio Giovannesi, quest’ultimo anche regista del film tratto dal libro del primo.

E così il cinema italiano si aggiudica, per la seconda volta in meno di un anno, uno dei maggiori riconoscimenti per la scrittura: dopo la Alice Rohrwacher di “Lazzaro felice” a Cannes 2018, il trio del film sui camorristi minorenni a Berlino 2019.
Mentre però il premio del festival francese era andato ad una sceneggiatura di completa e audace fantasia, astratta da problematiche cogenti, sovversiva nella sua struttura narrativa, persino “bislacca” (come l’aveva definita sul palco l’autrice stessa), la Giuria internazionale della Berlinale sembra aver invece guardato a un complesso di motivazioni che va al di là del valore intrinseco di quest’altra sceneggiatura, di certo non più sorprendente o avvincente rispetto a quella di altri film nella selezione ufficiale.
A convincere la Giuria sembrano essere stati quindi, innanzitutto, la portata mediatica di libro-autore-festival e il coraggio della denuncia sociale.

D’altronde, il film di Saviano e colleghi, con la forza produttiva che lo sosteneva (vedi la recente fusione di Palomar con il gruppo francese Mediawan), difficilmente poteva restar fuori dal palmarès, né tuttavia poteva ambire al premio per il miglior film.

Il riconoscimento ottenuto, quindi, inorgoglisce l’Italia, getta ulteriore luce su una denuncia importante, ma suona al contempo abbastanza scontato.

Di seguito, l’elenco completo dei premi ufficiali.

Orso d’Oro a “Synonymes” di Nadav Lapid;
Orso d’Argento – Gran Premio della Giuria a “Grâce à Dieu” di François Ozon;
Orso d’Argento – Premio Alfred Bauer a “Systemsprenger” di Nora Fingscheidt;
Orso d’Argento – Premio per il Miglior Regista ad Angela Schanelec per “Ich war zuhause, aber”;
Orso d’Argento – Premio per la Migliore Attrice a Yong Mei per “Di jiu tian chang”;
Orso d’Argento – Premio per il Miglior Attore a Wang Jingchun per “Di jiu tian chang”;
Orso d’Argento – Premio per la Migliore Sceneggiatura a Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi e Roberto Saviano per “La paranza dei bambini”;
Orso d’Argento – Premio per il Miglior Contributo artistico a Rasmus Videbæk, direttore della fotografia di “Ut og stjæle hester”;
Premio per la Miglior Opera prima a “Oray” di Mehmet Akif Büyükatalay;
Premio al Miglior Documentario originale a “Talkinf About Trees” di Suhaib Gasmelbari;
Orso d’Oro al Miglior Cortometraggio a “Umbra” di Florian Fischer e Johannes Krell;
Orso d’Argento – Premio della Giuria al cortometraggio “Blue Boy” di Manuel Abramovich;
Premio “Audi” al cortometraggio “Rise” di Bárbara Wagner e Benjamin de Burca;
Orso di Cristallo per il Miglior film “Generation Kplus” a “Une colonie” di Geneviève Dulude-De Celles;
Orso di Cristallo per il Miglior cortometraggio “Generation Kplus” a “Juste moi et toi” di Sandrine Brodeur-Desrosiers;
Gran Premio “Generation Kplus” a “Di yi ci de li bie” di Wang Lina;
Premio speciale “Generation Kplus” a “El tamaño de las cosas” di Carlos Felipe Montoya.

Massimo Nardin è Dottore di ricerca in Scienze della comunicazione e organizzazioni complesse, docente universitario presso l'Università LUMSA di Roma e l'Università degli Studi Roma Tre, diplomato in Fotografia allo IED Istituto Europeo di Design di Roma, giornalista pubblicista, critico cinematografico, sceneggiatore e regista. È redattore capo della sezione Cinema della rivista on-line “Il profumo della dolce vita” e membro del comitato di redazione di “Cabiria. Studi di cinema - Ciemme nuova serie”, quadrimestrale del Cinit Cineforum Italiano edito da Il Geko Edizioni (Avegno, GE). È membro della Giuria di “Sorriso diverso”, premio di critica sociale della Mostra del Cinema di Venezia, e del Festival internazionale del film corto “Tulipani di seta nera”. Oltre a numerosi saggi e articoli sul cinema e le nuove tecnologie, ha pubblicato finora tre libri: “Evocare l'inatteso. Lo sguardo trasfigurante nel cinema di Andrej Tarkovskij” (ANCCI, Roma 2002 - Menzione speciale al “Premio Diego Fabbri 2003”), “Il cinema e le Muse. Dalla scrittura al digitale” (Aracne, Roma 2006) e “Il giuda digitale. Il cinema del futuro dalle ceneri del passato” (Carocci, Roma 2008). Ha scritto e diretto diversi cortometraggi ed è autore di due progetti originali per lungometraggio di finzione: “Transilvaniaburg” e “La bambina di Chernobyl”, quest'ultimo scritto assieme a Luca Caprara. “Transilvaniaburg” ha vinto il “Premio internazionale di sceneggiatura Salvatore Quasimodo” (2007) e nel 2010 è stato ammesso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali al contributo per lo sviluppo di progetti di lungometraggio tratti da sceneggiature originali; nell'autunno 2020, il MiBACT ha ammesso “La bambina di Chernobyl” al contributo per la scrittura di opere cinematografiche di lungometraggio.