Home Cinema Anteprime Film La pazza gioia: il vero manicomio è il mondo dei sani

La pazza gioia: il vero manicomio è il mondo dei sani

Due povere disgraziate, ognuna a suo modo: Beatrice è una chiacchierona istrionica che si finge nobile ed in contatto con tutti quelli che “ possono “, Donatella è una donna silenziosa e fragile che nasconde un segreto doloroso; entrambe vengono ricoverate in una struttura che Beatrice ritiene essere stata a suo tempo la villa della sua nobile famiglia.

Tra le due nasce un’amicizia assolutamente imprevedibile quando entrambe riescono a fuggire dalla struttura nella quale sono ospitate: rivedono così il mondo dei “ normali “, un mondo che hanno già vissuto ognuna in due diversi modi e con due diversi problemi da risolvere attraverso mille espedienti per raggiungere quella “ pazza gioia “ che dà il nome al bel film di Paolo Virzì che uscirà nelle sale italiane il prossimo 17 maggio, distribuito da 01 per Rai Cinema.download4

Una commedia umana ma allo stesso tempo divertente piena di aspetti psicologici, al limite del psichedelico che racconta a quali ingiustizie ed a quali sopraffazioni debbono sottostare i malati mentali che, comunque vivano, cercano costantemente una traccia di felicità: il racconto evidenzia in maniera mai pesante, spesso divertente, la ricerca di una felicità mancata, il completamento di una vita sbandata e tristemente abusata, la ricerca di un miraggio dagli aspetti semplici per i “ normali “ ma enormemente grande per le due protagoniste che, raggiunto lo scopo, torneranno felici e soddisfatte nella struttura dalla quale erano fuggite in maniera rocambolesca ma assolutamente simpatica, semplice, tale da far appassionare lo spettatore e parteggiare per loro affinché la fuga si potesse concretizzare.download1

E così ecco spuntare, nel dramma della vita casa di cura, tracce di felicità, di allegria che ti spingono a sorridere, anche a ridere, addirittura nei momenti più drammatici quali quello della costrizione o dell’internamento coattivo ma che ti mettono dalla parte dei malati e della loro vita fatta di tribolazioni ed  anche di abusi portandoti in tal modo a parteggiare per loro ed a farti sperare che tutta l’avventura vissuta con la fuga si concluda felicemente per loro.

La vicenda è svolta in maniera magistrale da un bravissimo Virzì, attento nei dettagli, negli atteggiamenti dei personaggi, nei loro modi di apparire che riflettono cose vissute e persone che è facile incontrare nella vita reale, con due attrici meravigliosamente brave tra loro molto diverse e che sembrano vivere su due diversi pianeti e che messe insieme formano un cast in grado di produrre una energia potente e toccante: la Valeria Bruni Tedeschi, bellissima, nella parte di Beatrice è semplicemente splendida nell’interpretare la figura della “ nobildonna “ impazzita ma ancora piena di sentimenti che intende esprimere a suo modo e che il mondo “ esterno “ non riesce a vedere se non nella prospettiva della lucida pazzia dalla quale è guidata ed informata; la parte della mitomane che dice le verità è da lei interpretata dopo essersi calata nel personaggio che ha studiato per mesi; Micaela Ramazzotti, bellezza androgina, una vibrante Donatella ritenuta una poco di buono e dalla vita anaffettiva alla quale la vita ha tolto un figlio che tenta disperatamente di rivedere, una donna che dalla vita ha avuto soltanto ingiustizie, cresciuta senza genitori ma riservata, diffidente, ferita e con impulsi di autodistruzione, un’attrice che interpreta senza pari la difficilissima parte assegnatale di donna anoressica, dark, tatuata eppure in grado di attivare una misteriosa ed allegra energia in forma surreale, irriverente a volte comica.Ramazzotti_BruniTedeschi_LaPazzaGioia

Molto toccante la scena a mare nel corso della quale Donatella incontra il suo “ bambolotto “ e finalmente se lo gode grazie alla intelligente inattività dei genitori che lo hanno adottato ed altrettanto toccante l’incontro di Beatrice con il suo ex marito al quale intelligentemente riesce a rubare dei preziosi per continuare la sua fuga insieme a Donatella.

Apparentemente tragico l’epilogo comunque carico di patetica attenzione e partecipazione alla vicenda delle due “ pazze “, un epilogo liberatorio in grado di riempire di soddisfazione lo spettatore che nel corso dello svolgimento del film si rende conto di quante verità vengano esposte, di quante verità vengano volutamente trascurate perché, il vero manicomio è il mondo dei sani.