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“La “Superluna” di Federico Bondi risplende sulla Festa del Cinema di Roma

Alla presenza del nutrito cast – in cui spiccavano Antonia Truppo, Lino Musella e Vincenzo Pirrotta –, presentato ieri sera in Alice nella Città, la sezione indipendente della Festa del Cinema di Roma – Rome Film Fest, “Superluna”, il terzo lungometraggio di Federico Bondi.

In attesa della “luna più grande degli ultimi sessant’anni”… la piccola comunità di Isolarotonda viene sconvolta da un terribile terremoto, che fortunatamente non provoca vittime né feriti. Gli sfollati cercano ora una nuova, impossibile e promiscua normalità, all’interno di tende e ripari di fortuna, pratiche domestiche reinventate all’aperto, brevi fughe, tensioni su banali questioni, incontri improvvisi, vaghe aspettative, considerazioni esistenziali, rapporti spezzati che vengono ricuciti. Tra il gruppo di personaggi variamente assortito, un padre con la sua bambina Viola di dieci anni, entrambi in attesa del ritorno della madre, dopo il cataclisma ricoverata in ospedale al sesto mese di gravidanza.
Tra Viola e Anna, una sua coetanea unitasi al gruppo assieme alla propria famiglia, nasce una tenera complicità, che le porta ad esplorare il mondo naturale e umano che le circonda…
Intanto, attorno a loro, la vita all’aperto e la mancanza di autentiche barriere permette agli adulti di scoprire ed intensificare impensabili sinergie e collaborazioni. Il terremoto quindi inizia ad essere interpretato, in primis dalle due amichette, come un evento in fondo benefico.
Ma il diradarsi ed affievolirsi delle scosse preannuncia il ritorno alla normalità e a nuove chiusure, quelle all’interno dei moduli abitativi che verranno presto allestiti.

 

I produttori italiani di “Superluna” Marta Donzelli e Gregorio Paonessa (Foto di Massimo Nardin)

 

Federico Bondi, dopo il folgorante esordio con “Mar Nero” e l’opera seconda “Dafne”, conferma e approfondisce la propria poetica lungo il crinale – affascinante e insidioso – della dimensione ibrida del “docu-fiction”. I suoi film sono unici, sono fiabe innestate su una microrealtà esplorata al modo di un reporter. Un canovaccio articolato ma non
invadente consente al suo sguardo di mettere in luce la profonda e autentica umanità dei propri eroi. Che sono sempre dei fragili sulle cui spalle poggiano responsabilità che nessun “potente” saprebbe gestire. “Coppie” di fragili, per meglio dire: la meravigliosa anziana interpretata da Ilaria Occhini e la sua giovane badante romena in “Mar Nero”, la ragazza down e il suo debole e tenace papà in “Dafne”… e le piccole Viola e Anna in questo terzo film.
Che, rispetto ai precedenti, opera un doppio scarto: protagonista diventa anche la piccola comunità attorno, nella quale si fanno strada – ciò che non era accaduto prima – altre storie minime, altri volti e destini; il contesto poi, pur rimanendo quello rurale e naturalistico, muta radicalmente nella misura in cui sconvolto da un cataclisma possibile, altrove accaduto, ma qui di mera finzione e dunque ad arte imposto, il terremoto appunto.
Bondi sembra pertanto alzare la posta in gioco
Ed è inevitabile che le ristrettezze di budget si facciano sentire, quando il gioco si allarga.
Sorvolando tuttavia su una sospensione dell’incredulità soltanto parziale e su ripetute incertezze di scrittura, si possono apprezzare appieno uno sguardo registico e una sensibilità
umana rari nella nostra cinematografia. E pertanto preziosi.
Il photocall di “Superluna” ad Alice nella città