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Le Iene, intervista esclusiva a Luca Palamara: “La magistratura è così”. Anticipazioni

“LE IENE SHOW”​ LE RIVELAZIONI ESCLUSIVE DI LUCA PALAMARA: “Così funziona la magistratura: nomine, carriere e la lotta tra le correnti, chi non vi appartiene è sicuramente penalizzato.  Se un candidato non ha l’appoggio non riesce a diventare Procuratore della Repubblica”

E ANCORA: “Se ho orchestrato l’elezione di Ermini a vicepresidente del Csm come può Ermini rimanere al suo posto in maniera indifferente? Questo glielo dovrebbe dirglielo lui, non io”.

“Come ha funzionato il trojan che mi ha fregato e la strana interruzione delle registrazioni durante la cena con Pignatone? Cosa ci siamo detti quella sera? Se fosse stata trascritta i giornali avrebbero avuto materiale per scriverci sopra”.

L’allarme lanciato da Berlusconi sulla politicizzazione della magistratura non era infondato.

Stasera, martedì 13 ottobre, in prima serata su Italia 1, a “Le Iene Show” intervista esclusiva a Luca Palamara, l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati e pm di Roma, appena radiato dal Csm con l’accusa di aver “pilotato” per interessi personali la nomina del procuratore di Roma e contestandogli una strategia di discredito a danno del procuratore aggiunto Paolo Ielo.

Palamara parla senza freni, dando la sua versione dei fatti ad Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, e spiega come – secondo lui – in Italia le nomine dei magistrati sarebbero tutte dettate da logiche di spartizione tra le correnti politiche delle toghe e non dalla meritocraziaLo fa attraverso affermazioni inedite nell’intervista integrale che segue.

Per la prima volta in tv da quando ha dovuto dismettere la toga, l’ex pm ripercorre tutte le tappe della vicenda balzata agli onori della cronaca negli ultimi mesi: le intercettazioni telefoniche a sua insaputa durante una cena nella quale discuteva di nomine e voti a favore di un candidato per il posto di Procuratore a Roma; la nomina del vicepresidente del Csm David Ermini – per la quale Palamara ammette si sia giunti attraverso un accordo politico siglato con i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri e altri esponenti di partiti, come il Movimento Cinque Stelle e Forza Italia; come si è arrivati alla nomina di Giuseppe Pignatone a capo della procura più importante d’Italia e la cena con Pignatone in cui – Palamara sostiene – il trojan sul suo telefono smise stranamente di funzionare. Fino ad arrivare agli ultimissimi sviluppi.

 

A seguire l’intervista integrale:

Iena: Dottor Palamara buongiorno

Palamara: Giorno…

Iena: Come sta? 

Palamara: Abbastanza bene diciamo…

Iena: Come si sente ad aver perso uno dei lavori più intoccabili che esistono in Italia ed essere ad oggi disoccupato?

Palamara: Ancora ritengo che la partita non sia finita… e non lascerò nulla di intentato affinché possa essere scritta veramente la verità di quello che è accaduto.

 

Come si nomina un magistrato in un “posto chiave”

Iena: La magistratura italiana è salva adesso che quel cattivone di Palamara è fuori?

Palamara: Questo non spetta a me dirlo, io sono sicuro di aver sempre operato nella correttezza e di non aver mai barattato la funzione. Sono consapevole che c’è la volontà di farmi pagare per tutti, ma io questo ovviamente cercherò di evitarlo con tutte le mie forze possibili.

Iena: Quando lei dice io ho pagato per tutti, pagato per tutti, cosa?

Palamara: Questo sistema, diciamo meccanismo spartitorio delle correnti che è venuto fuori e che ha voluto individuare in me l’unico responsabile di un meccanismo che nei fatti, si è dimostrato obsoleto e superato…

Iena: Cioè tutte le nomine in magistratura si fanno attraverso votazioni del CSM, secondo, se uno leggerà le motivazioni della sentenza che l’ha esclusa, le orchestrava tutte lei.

Palamara: Le nomine in magistratura sono frutto di spartizioni e di accordi tra i gruppi associativi che ciò non significa che non portino poi a individuare una persona meritevole, ma quella persona indubbiamente è una persona che fa parte del meccanismo delle correnti

Iena: Cioè mi faccia capire una cosa, lei perché esce dalla magistratura, qual è il fatto che le è stato in qualche modo non perdonato?

Palamara: L’accusa che mi viene contestata è che io sono stato a cena con gli onorevoli Lotti e Ferri

Iena: Cioè due deputati del Partito Democratico, cioè Italia Viva

Palamara: Del partito democratico, uno dei quali, l’onorevole Lotti era indagato a Roma. Questo.

Iena: E lei che ci faceva a cena con questi?

Palamara: Sotto il profilo dell’opportunità, della presenza dell’onorevole Lotti, già l’ho detto. Io non facevo nient’altro di più o di meno di quello che ho fatto nel corso della mia attività, l’onorevole Lotti l’ho conosciuto

nel corso della mia attività istituzionale e come era avvenuto in occasione della nomina del vicepresidente Ermini, dove ho avuto incontri e accordi con gli onorevoli Ferri e Lotti, anche in occasione della nomina del Procuratore di Roma c’era una contrapposizione sul nome del Procuratore Lo Voi, sostenuto dalla sinistra della magistratura, e quello di Viola sostenuto dalla corrente di destra, io cercavo come al solito di individuare il migliore accordo possibile.

Iena: Il migliore accordo possibile, però qua leggendo i giornali cioè lei è sul centro della scena di questa storia da più di un anno e leggendo i giornali dice c’era una combriccola, c’erano i furbetti della, del CSM che pilotavano le nomine…

Palamara: Sì, si assume che quell’incontro dovesse poi servire a fare qualche favore all’onorevole Lotti

Iena: Cioè pilotano la nomina del procuratore di Roma in maniera tale che poi in cambio la posizione di Lotti

Palamara: Infatti di questo non vi è nessuna traccia perché quell’accordo era un accordo tra correnti, tra gruppi associativi, frutto appunto di un trojan che ha poi registrato questo incontro, ma questo incontro è un incontro tra due gruppi associativi quindi dà una fotografia parziale, non sappiamo quello che contestualmente ad esempio avveniva sugli accordi per i nomi degli altri concorrenti, non lo sapremo mai…

Iena: Però a Roma i candidati erano il procuratore generale di Firenze Marcello Viola, il procuratore capo di Firenze Creazzo e il procuratore capo di Palermo, Lo Voi. Questi tre nomi erano, come dire, papabili per diventare procuratore capo di Roma.

Palamara: In quel momento erano sicuramente i nomi più papabili, il nome di Lo Voi era un nome gradito alle correnti di sinistra, alle quali era inviso il nome del concorrente Viola, alle correnti di destra era invece gradito il nome del procuratore Viola. Questo era lo spaccato con il quale noi ci trovavamo ad operare.

Iena: E Creazzo non piaceva a nessuno?

Palamara: Oltre al nome del procuratore Creazzo che era un nome sostenuto dalla corrente di Unicost ma che in quel momento non riusciva a coagulare i voti né della parte sinistra né della parte destra

Iena: Lei di che corrente era?

Palamara: Di Unicost. Della corrente di Creazzo.

Iena: Della corrente di Creazzo. Solo che Creazzo aveva compiuto una cosa imperdonabile dall’area di Lotti, dal punto di vista di Lotti, aveva messo in carcere cioè ai domiciliari Babbo Renzi.

Palamara: Sicuramente non per quanto riguarda il lato di Unicost, perché in quel momento noi, e meglio ancora, i consiglieri del CSM, trattavano il profilo professionale del dottor Creazzo come è sempre avvenuto nella sua carriera, che è stata una carriera costellata di soddisfazioni per i posti che ha ricoperto, quindi non venivano in rilievo le attività svolte dal procuratore Creazzo nei confronti di questo o quell’imputato. Veniva in rilievo solo come a maturare e coagulare i voti. La mia preoccupazione era che il procuratore Creazzo non venisse sconfitto, e quindi in quel caso, secondo quella che era stata la mia pregressa attività, bisognava cercare di coagulare dei voti, o con la parte sinistra o con la parte destra, e quell’incontro.

Iena: Cioè se non hai i voti non ti candidi per una posizione, così funziona.

Palamara: Se non hai voti… Per ottenere diciamo la carica bisogna arrivare a 13 voti, al consiglio superiore e per fare 13 voti bisogna avere degli accordi prima di tutto tra i gruppi associativi e poi ovviamente con la componente laica.

Iena: Ma questi voti io li chiedo sulla base di che cosa, su quanto sono bravo, su quanti processi ho vinto, su quanto sono tecnicamente preparato o su quanti amici come Palamara ho?

Palamara: Allora, chi partecipa ad un concorso per diventare Procuratore della Repubblica, normalmente lo fa facendo una cosiddetta autorelazione. Spesso…

Iena: Cioè dice io voglio andare là perché sono bravo.

Palamara: Che spesso diventa una sorta di autoesaltazione del magistrato, dove elencano una serie di titoli che ha ovviamente conseguito in carriera. Chi la fa è normalmente una persona sicuramente titolata.

Iena: Titolata dal punto di vista dell’anzianità?

Palamara: Dal punto di vista dell’anzianità e del merito, cioè vuol dire che è uno in grado di poterlo fare altrimenti non è che fa la domanda l’ultimo sprovveduto. È vero che in quel momento e quel contesto chi vince deve avere un appoggio delle correnti, se non ha l’appoggio delle correnti non riesce a diventare procuratore della Repubblica.

Iena: Ma è più importante essere bravo o avere amico Palamara?

Palamara: Palamara adesso non c’è, diciamo è importante avere come amici gli esponenti delle correnti.

Iena: Però mi faccia capire.

Palamara: Perché chi è bravo rischia di essere penalizzato se non ha l’appoggio degli esponenti delle correnti, questo ci dice la storia.

Iena: La riunione all’hotel Champagne, siete un gruppo di magistrati che fanno parte del CSM, c’è Lotti e c’è l’onorevole Ferri. Ferri in qualche modo fa parte della famiglia della magistratura, perché è un magistrato temporaneamente prestato alla politica. Lotti, cosa rappresenta in quel momento?

Palamara: Allora innanzitutto si è molto favoleggiato su questo incontro, come ho detto…

Iena: Perché dice favoleggiato?

Palamara: Perché si è data l’idea che fosse un incontro segreto, clandestino, di incappucciati, non era nulla di più e nulla di meno che un normale incontro tra persone che si conoscono e che in un dopocena decidono di vedersi anziché nei pressi di casa mia, nei pressi del luogo di residenza di uno dei consiglieri del CSM.

Iena: Ma se parlavate di nomine, perché non vi siete visti dentro il CSM?

Iena: Cioè il luogo preposto.

Palamara: Oltretutto io non facevo parte all’epoca del CSM, e perché la tradizione tradizionalmente spesso quando si concludevano i lavori consiliari era prassi abituale vedersi per cena o per dopocena per discutere di quella che era la normale attività, cose che sono sempre avvenute in magistratura. 

Iena: Uno maligno dice però al CSM non poteva entrare Lotti.

Palamara: Però al CSM non poteva entrare Lotti e infatti è vero che sotto al profilo dell’opportunità, la presenza dell’onorevole Lotti con il senno di poi è stata una presenza. 

Iena: Sbagliata.

Palamara: Sicuramente inopportuna. però…

Iena: Però se era inopportuna la presenza di Lotti con voi all’Hotel Champagne, per quale motivo Lotti riesce, cioè dice, poi lei mi dica se è vero o no. Dice: io ho parlato con Mattarella di Lo Voi, dice Lotti, quindi significa che Lotti era un interlocutore non indegno per essere ricevuto al Quirinale ed essere ascoltato su un tema nomine.

Palamara: Ma io sul contenuto di quei colloqui non parlo, perché come penso è stato ampiamente riportato dagli organi di stampa, c’è un’eccezione da parte della mia difesa sulla utilizzabilità, perché sono state captazioni che noi riteniamo non dovessero essere utilizzate per la presenza dei parlamentari, come dice l’art. 68 della costituzione. Posso dire che però la presenza col politico, in questo caso l’onorevole Lotti, è avvenuta anche in altre situazioni, era già avvenuto in passato ad esempio come ho detto era tranquillamente avvenuta in occasione dell’elezione del vicepresidente del CSM.

 

Accordi, meritocrazia e appartenenza a correnti

Iena: Cioè l’elezione di fatto del capo politico, dell’organo di governo dei magistrati ha avuto la stessa dinamica mi sta dicendo?

Palamara: Non è un capo politico, è un organo di rilievo costituzionale, però si è svolta con la stessa dinamica…  Per eleggere un vicepresidente occorre.

Iena: Cioè eravate sempre lei, Lotti, Ferri…

Palamara: Occorre, assolutamente, occorre… Come d’altra parte io ho avuto interlocuzioni anche con gli esponenti del Movimento 5 Stelle.

Iena: Scusi l’hanno puni… Scusi lei è fuori dalla magistratura.

Palamara: Come con quelli di Forza Italia, era una prassi dialogare in quell’occasione con chi voleva diventare vicepresidente. chi diventa presidente deve avere l’appoggio delle correnti, se non lo ha non lo diventa.

Iena: Chi ha incontrato dei 5 Stelle lei?

Palamara: Eh ebbi interlocuzioni con i candidati che in quel momento si volevano presentare a diventare presidente del 5 stelle, c’era il consigliere Gigliotti, ma i 5 stelle sostenevano fortemente la candidatura del professor Benedetti, che poi contese fino all’ultimo il posto di vicepresidente all’onorevole Ermini.

Iena: Che però non aveva amico Palamara e quindi segato.

Palamara: No, in quel caso ci fu questo accordo tra il gruppo di Unicost e magistratura indipendente che portò alla nomina del vicepresidente Ermini.

Iena: Quindi?

Palamara: A prevalere diciamo

Iena: Quindi sulla nomina di ermini rispetto a quella, lei non è colpevole di niente, il fatto di avere… no, mi dica se orchestrato è una parola eccessiva… l’aver orchestrato la nomina di Ermini

Palamara: Eh

Iena: A vicepresidente del CSM con Lotti e Ferri.

Palamara: Eh

Iena: Va bene, lei non è stato punito per quello.

Palamara: Io proporrei una cosa, così per farci… Togliamo la parola orchestrare.

Iena: Tramare.

Palamara: Tramare, diventare stratega.

Iena: Complottare…

Palamara: Funzionava così. Io ho agito in quel sistema. Oggi poi se diventa una situazione diversa, ne prendo atto però fuori dall’ipocrisia, funzionava così bisognava fare degli accordi tra i gruppi per individuare il miglior nome da scegliere, sia per il vicepresidente.

Iena: Scusi il procuratore capo di Roma oggi è Michele Prestipino, come è stato votato?

Palamara: Questo io non lo so, perché non c’ero più ormai nei fatti, quindi…

Iena: Ma ci sarà stata una riunione anche per parlare.

Palamara: Oggi si afferma esserci un nuovo corso che privilegia solo ed esclusivamente il merito, senza fare accordi tra le correnti, questo…Poi voglio dire io ne prendo atto quando c’ero io c’erano gli accordi.

Iena: Ma quando il Csm ha nominato Pignatone procuratore capo di Roma, come si è fatto l’accordo?

Palamara: Assolutamente nei medesimi termini degli accordi tra le correnti.

Iena: Cioè sempre riunioni tra esponenti?

Palamara: Assolutamente.

Iena: E c’era sempre qualche parlamentare che non ci doveva stare anche lì?

Palamara: Ma la politica quando sono nomine importanti comunque come dire, non è che necessariamente deve scegliere la politica, la politica non è in grado di scegliere il nome. Chi individua il nome sono solo i magistrati. La politica, ovviamente, diciamo così dà un indice di ascolto di comprensione di quello che accade perché sono cariche importanti nella vita pubblica del paese e quindi chiaramente non rimane estranea a questi importanti momenti.

Iena: Ma Lotti?

Palamara: Gli accordi li fanno i magistrati.

Iena: Ma Lotti faceva, quando era lì a parlare con i magistrati, faceva gli interessi dei cittadini italiani che vogliono una giustizia migliore o dei cazzi suoi?

Palamara: Questo ovviamente al di là della terminologia non posso essere io a rispondere. io dico che si è trovato presente ad una discussione tra altre persone, rispetto alle quali non aveva nessuna capacità di influire.

Iena: Nessuna capacità di influire?

Palamara: No.

Iena: Ma prima di Lotti?

Palamara: Assolutamente.

Iena: Ma prima di Lotti?

Palamara: Non avrebbe mai potuto influire.

Iena: C’era un magistrato, un politico di destra magari ex magistrato con il quale lei interloquiva con la stessa naturalezza rispetto?

Palamara: Ma io ho sempre avuto un’interlocuzione con la politica.

Iena: Mi dica un nome.

Palamara: Perché la politica non è ma al di là di nome, adesso non, c’è questa tensione che io debba fare… I nomi li farò quando c’è bisogno di farlo, io dialogavo. Dialogavo con la politica di destra, dialogavo con la politica di sinistra perché per me tutte le istituzioni non sono in contrapposizione, ma fanno parte di un’unica famiglia che è lo stato. La magistratura per me è fisiologico che debba interfacciarsi con la politica, non per fare un favore in un processo, perché quello è un reato e io non è che vado a fare reati in pubblico con una persona… Interloquisco, dico, parlo, a lotti come poteva essere a un ministro di destra, la situazione che si sta creando nella magistratura è una convergenza verso il nome di… Questo ho fatto, sempre. e questo ritengo di averlo fatto lecitamente… Oggi mi si dice che così non era.

Iena: Ma qual è lo sfondo, è l’interesse dei cittadini o gli equilibri tra correnti?

Palamara: Gli equilibri tra correnti vengono.

Iena: Prevalenti.

Palamara: Prevalgono, prevalgono ovviamente rispetto a un interesse dei cittadini che però devono sapere che le persone che concorrono a quel posto sono persone sicuramente titolate per farlo.

Iena: Cioè un magistrato bravo e un magistrato meno bravo.

Palamara: Prevalgono dentro la magistratura delle logiche correntizie, le logiche correnti.

Iena: Cioè il meno bravo riesce a fregare quello bravo.

Palamara: Quello che avviene nella politica, quello che avviene nelle aziende pubbliche, quello che avviene nella rai, quello che avviene nei ministeri. ci sono delle cordate, si portano delle persone, c’è una cordata che vuole prevalere sull’altra per affermare un potere interno, questo è quello che avviene nella magistratura…

Iena: Questo è quello che avviene… Ma lei ne parla così con tranquillità… La gente a casa…

Palamara: Non ne parlo con tranquillità.

Iena: Trema, ha paura?

Palamara: La gente non deve tremare perché le persone che concorrono, non sono persone che non sono degne di ricoprire quei posti…sono persone che hanno svolto per tanti anni il lavoro del magistrato e l’hanno svolto pure bene. però è un meccanismo di potere interno che non influisce poi sulla decisione dei singoli cittadini, sulla quale ci sono ben altre problematiche legate all’organizzazione degli uffici.

Iena: Ma lei è sicuro di no alla mancanza di interventi ma se nominiamo i magistrati con l’appartenenza politica, lei è sicuro che questo non abbia un riflesso sulla qualità del servizio offerto ai cittadini?

Palamara: Allora, allora, sull’appartenenza politica dei magistrati, sul riflesso dei processi, io penso che bisogna fare una considerazione seria, cioè non diciamo ci saranno altri luoghi e altre situazioni mi auguro, rispetto alle quali.

Iena: Cioè quando Berlusconi vi accusava di essere politicizzati rispetto alle quali cioè diceva una ca**ata come gli abbiamo sempre rinfacciato noi giornalisti?

Palamara: Allora rispetto alle quali bisogna svolgere un serio momento di riflessione sulla storia politico giudiziaria del paese, per valutare in che modo le nomine e determinati processi abbiano poi influito. è chiaro poi che il tema dell’uso politico della giustizia è un tema presente anche nel dibattito interno alla magistratura.

Iena: Anche nelle sue intercettazioni, Palamara.

Palamara: Anche nel, eeh assolutamente, ne avrò sicuramente modo.

Iena: “Salvini ha ragione, ma lo dobbiamo menare” (con questa frase Monteleone cita una dichiarazione di Palamara, intercettata. ndr)

 

La politicizzazione della magistratura denunciata da Berlusconi?

Palamara: E non lo dico con, come dire, con disarmante tranquillità. lo dico su quella frase già ho avuto modo di esprimermi, io non sono stato mai contro qualcuno nella mia carriera… Mai… E questo lo dico per tranquillità dei cittadini, io non sono stato un magistrato politicizzato, al di là di quello che può emergere dalle chat ma ho cercato sempre di battermi per l’affermazione di una giustizia giusta.

Iena: Ma lei è stato il presidente della NM nel periodo più acuto?

Palamara: Nel periodo più acuto.

Iena: Dello scontro tra politica e magistratura ai tempi di Berlusconi.

Palamara: Assolutamente è stata una fase che sicuramente meriterà di essere approfondita e rivista, anche come dire alla luce di quello che è accaduto. In quell’epoca tanto per fare una battuta ero fortemente alleato con le correnti di sinistra, quando poi c’è stato lo spostamento con le correnti di destra, mi lasci dire che è successo quel che è successo. quindi nella vita non c’è nulla di immutabile ma bisogna comprendere i fenomeni e le situazioni, anche interne alla magistratura e riflettere su tutto quello che è successo.

Iena: Mi dice che effetto…?

Palamara: Ecco perché chi dice parli, non parlino, io sto solo riflettendo, adesso come un cittadino comune.

Iena: Il Corriere della Sera la accusa un po’ di alludere dire e non dire, lei prima ha detto se parlo io crolla la magistratura.

Palamara: Ma io questa frase non l’ho mai detta, io mi auguro che pure il giornalista del Corriere della Sera possa parlare e farci dire perché Viola non era gradito alla procura di Roma perché considerato uomo di destra di Ferri…

Iena: Questo, lei mi dice, lei sta citando l’inviato del Corriere della Sera che copre diciamo le vicende magistratura, Csm…

Palamara: No vabbè sono fatti emersi nella mia vicenda, ho detto mi auguro anche io di comprendere perché, per quale motivo viola era considerato l’uomo di destra vicino a Ferri…

Iena: Senta possiamo dire che la sua vita… Dovrebbe spiegare proprio il giornalista del Corriere della Sera.

Palamara: Perché c’era stata, questo c’era agli atti di Perugia un’intercettazione nella quale si parla proprio di questo, che c’era una parte dell’ufficio che non gradiva il candidato di destra.

Iena: E giusta cosa gliela fa sapere il collega del Corriere della Sera?

Palamara: Me la fa sapere… Già la sapevo da me perché parlavo con i miei colleghi all’interno dell’ufficio, sapevo bene che la corrente di sinistra non voleva il nome di Viola.

Iena: E che aveva fatto Viola di male nella vita?

Palamara: E questo io non lo so, appunto…

Iena: Ma Viola faceva parte di questo progetto? Cioè lui aveva chiesto di essere sostenuto dalla combriccola…

Palamara: Ma penso che il profilo professionale di viola come di Lo Voi, come di Creazzo e come di Prestipino, proprio per rispondere alla sua domanda dei cittadini, sia un profilo al di sopra di ogni sospetto, siano persone degnissime e per bene che tutte meritavano e avevano i titoli per diventare procuratore di Roma. Come in tutte le cose se deve vincere uno solo, per vincere uno solo, vanno realizzati degli apporti, quello che poi in quel momento si cercava di fare, non per fare favori all’uno o all’altro

Iena: Senta, uno dei magistrati più intransigenti che l’ha giudicata, si chiama Pier Camillo Davigo ed è stato un magistrato di mani pulite, famosissimo in Italia perché considerato un duro e puro, però proprio il giudice Davigo che l’aveva giudicata aveva votato per viola, all’inizio al CSM. Come avete fatto a convincere Davigo a votare secondo il progetto della combriccola?

Palamara: Questo non me lo deve chiedere a me, non posso rispondere io a questa domanda

Iena: Ma è lei che ha chiamato Davigo e ha detto vota per Viola?

Palamara: No no, assolutamente, in quei momenti e in quelle occasioni tutti i gruppi organizzati della magistratura sono in movimento per così dire, e quindi ognuno è alla ricerca di un accordo… Eehhh questo non devo essere io a spiegarlo ovviamente…

Iena: Chi ha letto i giornali ha letto che il procuratore, diciamo il grande accusatore, l’avvocato generale dello Stato Pietro Gaeta ha detto di lei, il caso palamara è un unicum nella magistratura… E il livello di condizionamento per l’asservimento della funzione al servizio di interessi diciamo torbidi. un unicum. Cioè, come lei nessuno prima.

Palamara: È un’affermazione che ovviamente non condivido e che sono sicuro nel corso del prosieguo e dei ricorsi di smentire anche documentalmente.

Iena: Cioè lei dice c’era un Palamara prima di me e ci sarà un Palamara dopo di me?

Palamara: Il sistema delle correnti esiste da sessant’anni, è caratterizzato il potere interno della magistratura, ed è un sistema con il quale tutti coloro che hanno ambito alle nomine si sono dovuti confrontare, sono stati fatti addirittura dei cartelli elettorali per coagulare più voti, penso addirittura l’hanno fatto magistratura democratica, le correnti di sinistra, quindi per avere più consenso interno alla magistratura, quindi si figuri se posso pensare che è un discorso che…

Iena: Che significa, cioè i giudici fanno campagna elettorale, vanno a chiedere voti, come funziona…

Palamara: Funziona che dopo le domande, cioè ognuno presenta le domande…

Iena: Cioè io sono un magistrato.

Palamara: C’è un bando di concorso.

Iena: C’è un concorso aperto di procuratore a Bari.

Palamara: Si fa un bando per un posto di procuratore a Bari, e una volta fatto il posto di procuratore a Bari c’è un termine per presentare le domande, le domande possono essere 10, possono essere 15 e una volta che l’hanno presentato, normalmente si tratta di persone che hanno come dire un ottimo curriculum, perché

si vinca, come ho detto, bisogna arrivare a 13 voti. Se per arrivare a 13 voti occorre un appoggio delle correnti e della componente laica.

Iena: Ma quindi io che voglio diventare procuratore di bari che faccio, mi prendo la macchina e vado a fare visita ai miei colleghi nelle altre città, li porto a cena, che faccio?

Palamara: Nella normalità funziona così, come esattamente li prendo a cena, prendo la macchina e vado

Iena: Li faccio entrare nella nazionale magistrati (ride, ndr)

Palamara: Noo questo fa parte diciamo di una cosa. A parte che non c’entra su quello però nella normalità funziona così.

Iena: Se c’è una campagna elettorale

Palamara: Altre persone, ci sono persone degnissime, che hanno fatto domande senza rivolgersi e chiedere mai favori a nessuno.

Iena: Cioè ma se io voglio prendere un posto e voglio fare questa “campagna elettorale”, cioè vengo a trovare Luca Palamara a Roma perché ho bisogno del suo voto. Che cosa chiedo a Luca… Votami perché?

Palamara: Votami perché appartengo alla corrente, sono titolato, ho i titoli per poter rivestire questo importante incarico. E poi normalmente è un primo passaggio, perché non basta solo questo ma ripeto, occorre l’appoggio della politica intesa come componente laica, occorre l’appoggio delle altre correnti.

Iena: Se il meccanismo di funzionamento delle correnti è come lo dice lei, perché si accaniscono contro di lei?

Palamara: Eh questo… Penso da questo momento in poi che è successo, io ho necessità di ristabilire un momento di verità su quello che è accaduto, anche con riferimento alla mia persona. Devo ritenere che questa idea che io potessi in qualche modo fare un accordo che tagliasse fuori la sinistra della magistratura ha sicuramente inciso su quello che è accaduto.

Iena: Cioè lei dice che…?

Palamara: Il mio accordo con Ferri è stato fortemente visto come un qualcosa che non andava bene.

Iena: Cioè l’accordo tra luca Palamara di Unicost e Cosimo Ferri.

Palamara: Inteso come rappresentante della corrente di destra.

Iena: Di magistratura indipendente.

Palamara: Anche se era sì, parlamentare.

Iena: Cioè eravate destra più centrodestra diciamo.

Palamara: Allora, queste sono categorie sempre di, come dire, difficili da riflettere esattamente con la dinamica politica, però tendenzialmente ripropongono questo schema. La corrente di Unicost è un po’ l’ago della bilancia storicamente della magistratura, essendo una corrente così definita di centro, e come tale può… aver fatto questo.

Iena: Quindi lei è fuori dalla magistratura per aver tentato di condizionare la nomina a procuratore capo di Roma ma non le è stato punito per aver di fatto stabilito chi doveva fare il vicepresidente del Csm, ho capito bene?

Palamara: Sì, esattamente.

Iena: Cioè Ermini lo ha ringraziata quando è stato eletto vicepresidente del Csm?

Palamara: Vabbè io su queste vicende personali non torno, ormai sono pubbliche.

Iena: Cioè sì

Palamara: ormai ci sono pure delle chat che vengono pubblicate.

Iena: Cioè leggendo le chat

Palamara: Non lo deve dire a me.

Iena: È pieno di magistrati che la ringraziano.

Palamara: Sì

Iena: E io mi chiedo, lo ringraziano perché hanno ottenuto un posto che probabilmente avrebbe meritato qualcun altro e quindi bisogna ringraziare il deus ex machina.

Palamara: Il nostro sistema funzionava così, era previsto anche il ringraziamento successivo.

Iena: Perché usa l’imperfetto? Perché non ne fa più parte o perché si è fermato.

Palamara: No, vabbè io per forza mi sono fermato, adesso ovviamente assisto e sono curioso di vedere e auspico che ci sia un sistema migliore avendo di mira prima di tutto l’interesse dei cittadini e una giustizia giusta.

Iena: Qualcosa è cambiato però.

Palamara: Questo è il motivo per cui sono andato poi a fare la conferenza stampa dai radicali.

Iena: No dico i tempi, qualcosa è cambiato rispetto ai tempi in cui si accertano le responsabilità disciplinari perché in tre settimane il suo processo si è aperto e si è chiuso, ora una parte dice, cioè l’accusa Gaeta dice l’abbiamo velocemente perché era sottoposto a una misura che era la sospensione dello stipendio, è quindi nel suo interesse che abbiamo fatto un processo veloce, lei che risponde?

Palamara: Eh che il mio interesse che mi ritrovo fuori è stato un interesse per così dire che poi non c’era diciamo, se fossi rimasto dentro poteva essere mio interesse non rimasto e penso che è un dato di fatto quello che è accaduto.

Iena: Lei che ne pensa del fatto che uno dei giudici che l’ha giudicata sarebbe andato in pensione tra pochissimi giorni, questa cosa ha influito sulla durata del suo processo?

Palamara: Allora non penso che io in questo momento debba essere colui il quale esprima un giudizio su questa vicenda e su questa situazione.

Iena: E se non lo può fare lei chi lo può fare?

Palamara: Eh che devo dire.

Iena: Ormai è fuori.

Palamara: Beh sicuramente è stato un tema di dibattito che è venuto fuori che il 20 ottobre il consigliere Davigo dovesse andare in pensione, questo è venuto fuori nel corso del processo, quindi quanto ha inciso e ha determinato eh questo poi cercheremo di comprenderlo.

Iena: Cioè lei aveva chiesto tanti testimoni e tanti di questi testimoni anzi diciamo.

Palamara: Sono stati ritenuti non ammissibili da questo punto di vista.

Iena: Ma erano inammissibili perché avrebbero dilatato i tempi o perché erano superflui? Perché poi…

Palamara: Per me erano necessari per difendermi rispetto alle accuse che mi venivano mosse questo non è stato, questa mia richiesta non è stata accolta e adesso penso sarà uno dei motivi dei nostri ricorsi.

Iena: Qualcuno a casa dice “Oh ma questi stanno a parla’ da mezz’ora con Palamara ma non gli hanno chiesto la cosa fondamentale, ha preso i soldi per condizionare una nomina secondo le accuse dei procuratori di Perugia”.

Palamara: Questa accusa è caduta, è stata dichiarata infondata da parte degli stessi inquirenti di Perugia, è l’accusa sulla base della quale mi è stato messo il trojan che non ha trovato fatti corruttivi ma fotografato questa cena all’hotel Champagne, quindi io non ho mai preso 40mila euro per una nomina, non ho mai preso 1 euro per nessuna nomina perché quello che ho fatto l’ho fatto solo ed esclusivamente nell’interesse dei magistrati di coloro i quali mi chiedevano di intervenire per le loro ambizioni professionali e personali.

Iena: Ma quando attraverso il trojan hanno scoperto che lei i soldi non li aveva presi che poi cosa serve il trojan, se mai dovevano controllare i conti corrente per scoprire, fare un’indagine patrimoniale per sapere se lei ha preso soldi oltre il suo stipendio no?

Palamara: Questo è tema di oggetto di indagine a Perugia quindi.

 

Il Trojan e l’indagine di Perugia

Iena: A Perugia, ci spiega, a chi è a casa, cos’è il trojan? 

Palamara: Il trojan è una sorta virus informatico che ormai viene inoculato nei telefoni e registra, è un registratore acceso nel telefono.

Iena: Come caxxo ha fatto lei a cascarci?

Palamara: Eh eh perché ho sempre agito nella convinzione di non aver mai fatto nulla di illecito e quindi mai ritenevo e pensavo che qualcuno potesse inocularmi il trojan.

Iena: Però nel suo caso ci si è come dire ingegnati per farla cascare in trappola.

Palamara: Sì, sono emerse difficoltà nell’inoculazione tant’è vero che il mio telefono è stato poi bloccato dal gestore e una volta bloccato mi è stato detto di riconfigurarlo e in quell’occasione…

Iena: Cioè le è apparso un popup?

Palamara: Mi è stato bloccato totalmente il telefono, non funzionava più e poi è arrivato un messaggio del gestore.

Iena: Cioè lo stesso telefono che usa adesso.

Palamara: Sì.

Iena: E ce l’ha il telefono? Ce lo fa vedere? È questo telefono qua?

Palamara: Sì.

Iena: cioè lei ha praticamente a un certo punto le è apparso sul display del telefono.

Palamara: Un messaggino del gestore Vodafone.

Iena: Che le diceva?

Palamara: Che mi bloccava il telefono e la comunicazione.

Iena: E questo messaggino che diceva? Clicca qui?

Palamara: Di essere stato contattato per riconfigurare il telefono.

Iena: E quindi lei ha cliccato ok e cosa.

Palamara: Sono stato contattato, il telefono è ripartito infettato diciamo.

Iena: Infettato, da quel momento.

Palamara: Era un registratore vivente.

Iena: Ma continuo?

Palamara: No

Iena: Come no?

Palamara: Eh no.

Iena: Cioè a comando?

Palamara: Pensavamo fosse continuo e invece è un registratore diciamo intermittente che funziona diciamo a momenti.

Iena: Un po’ funziona un po’ non funziona.

Palamara: Un po’ funziona un po’ non funziona.

Iena: Perché quando lei.

Palamara: Si programmano delle registrazioni in parte la mattina, in parte il pomeriggio, in parte la sera e…

 

 

 

 

La cena con Pignatone

Iena: Sa perché glielo dico, perché io ho letto a un certo punto, ho trovato una sua intercettazione in cui lei dice che quel giorno avrebbe incontrato l’ex procuratore capo di Roma, Pignatone, che era appena andato in pensione e ho detto “Adesso scorro scorro e leggo che cosa”.

Palamara: Quella sera non ha funzionato, non funzionava.

Iena: Quindi non sono io che non l’ho trovata proprio non c’erano.

Palamara: Non ha funzionato, era spento.

Iena: Cosa vi siete detti?

Palamara: Era una cena di commiato rispetto al suo pensionamento.

Iena: Lei la dice così ma se quella cena fosse stata trascritta i giornali avrebbero avuto materiale per scriverci sopra?

Palamara: Si rievocavano un po’ 7, 8 anni di esperienza romana quindi.

Iena: Ma eravate nemici lei e Pignatone?

Palamara: No assolutamente.

Iena: Però voi avete fatto un esposto contro la sua procura.

Palamara: No io non ho fatto nessun esposto, l’esposto è un’iniziativa autonoma di un mio collega d’ufficio, il dottor Fava, sul quale io penso poi in qualche modo bisognerà comprendere quello che è realmente accaduto, le iniziative dei magistrati sono autonome…

Iena: Ma Pignatone era in una situazione di incompatibilità avendo il fratello che difendeva un indagato alla procura di Roma?    

Palamara: Questo era uno dei temi contenuti nell’esposto su questo io penso dovranno rispondere le autorità competenti e direttamente chi l’esposto lo ha presentato.

Iena: Ormai lei è fuori dalla magistratura, sulla base della sua esperienza è opportuno che un procuratore capo.

Palamara: Mi faccia fare i ricorsi, sarò fuori quando finiranno i ricorsi ancora i ricorsi gli voglio fare nella magistratura.

Iena: No dico, se è inopportuno incontrare un deputato indagato, è opportuno avere il fratello che rappresenta gli interessi difensivi di un indagato della stessa procura?

Palamara: Questo ce lo devono dire gli organi competenti visto che è stato un esposto che poi è stato presentato alle autorità competenti.

Iena: Se l’accusa nei suoi confronti di corruzione per aver pilotato una nomina, quindi di aver asservito per denaro le sue funzioni al Csm è caduta, lei a Perugia oggi di cosa è accusato? Sono rimaste delle accuse che riguardano dei miei viaggi con il dottor Centofanti e degli interventi su una veranda a casa di una persona a me estranea, vicina ma estranea nel senso che erano lavori fatti presso la sua abitazione.

Iena: Questa è l’accusa?

Palamara: Sì.

Iena: Quindi lei in questo momento è incensurato, lei è radiato dalla magistratura ma lei non ha…

Palamara: Ci sarà un’udienza preliminare il prossimo 25 novembre 2018 eh del 2020.

Iena: La sua vita è stata sputtanata, lo posso dire? Cioè io ho detto i dettagli della sua vita privata, abbiamo letto tutti i dettagli della sua vita privata, come ci si sente a stare dall’altra parte?

Palamara: Mi viene rinfacciato da molti dice te ne accorgi adesso guarda che funziona così, quando si passa da questa parte fa molto male è inutile che dico che vengono fuori molte riflessioni che prima non c’erano, questo è un dato evidente.

Iena: Tipo?

Palamara: Quindi… e, che la riservatezza delle persone comunque e soprattutto delle persone estranee che non c’entrano niente deve essere tutelata, non può essere calpestata in questo modo, il processo è una cosa ma la riservatezza è un bene che in qualche modo lo stato deve tutelare senza ledere l’interesse pubblico perché è giusto che la gente venga informata.

Iena: Perché così sono, così sono.

Palamara: Però io penso.

Iena: Buoni tutti. Dicevo così sono buoni tutti quando…

Palamara: Così si rischia di mischiare no? Ciò che riguarda il penale, ciò che riguarda il gossip, ciò che riguarda una sorta di vendetta nei confronti delle persone…

Iena: Questa cosa l’ha fatta quasi come un politico diciamo.

Palamara: Io non ho mai, io non ho mai concepito la giustizia così, mai, nemmeno quando ero dall’altra parte, errori ne abbiamo fatti, ne ho fatti sicuramente anche io ci mancherebbe altro però così non è la mia concezione.

Iena: Un errore, un errore che ha fatto lei?

Palamara: Nel corso delle attività si fanno molti errori, ho detto sicuramente… Non avrei fatto partecipare il politico all’incontro sicuramente avrei prestato più attenzione quando facevo le intercettazioni, però questo sono temi che penso che possano essere per me utili per una riflessione più approfondita sul tema della giustizia.

Iena: Ma con la posizione di potere che ha un magistrato come lei, lo stipendio che ha un magistrato come lei, il rilievo sociale e le sue funzioni, ma non si può comprare da solo i biglietti per la Roma?

Palamara: Io ho trascorsi quasi quarantennali sui biglietti della Roma, ne ho comprati talmente tanti.

Iena: Quasi azionista.

Palamara: Che mi conosce… Potrei… Quasi rivendicare qualche quota.

Iena: Però per andare a Barcellona erano introvabili.

Palamara: I biglietti per il Barcellona erano introvabili, in quell’occasione erano introvabili, poi li ho trovati.

Iena: Che cos’era là il magistrato o il papà che vuole fare un regalo al figlio?

Palamara: Entrambe le cose, prevale la volontà di fare un regalo al figlio soprattutto quando come dire non mi sento un tifoso dell’ultima ora ma un tifoso di sempre quindi da questo punto di vista ho poco da rimproverarmi.

Quale futuro per Palamara?

Iena: Quand’è che lei si deciderà a vuotare il sacco?

Palamara: Io voglio dare il mio contributo per una giustizia giusta, quest’idea di vuotare il sacco, di il nome, di il cognome, di l’indirizzo, fa parte di un discorso di miglioramento della giustizia nell’interesse dei cittadini, punto, questo è quello che mi propongo, non tirare le persone dentro, spiegare come e perché sono successe determinate cose, voglio capire perché anche per quanto mi riguarda sono successe determinate cose, da questo punto di vista mi sento di poter mettere a disposizione la mia attività politico-associativa

Iena: Lei adesso si candida? Che fa?

Palamara: No non è che mi candido, io intanto inizio a fare un discorso penso di impegno pubblico e sociale.

Iena: Che lavoro farà? Che lavoro farà Palamara adesso?

Palamara: Adesso pure io farò le mie riflessioni su quello che sarà il mio futuro quindi ovviamente nella vita ho fatto questo quindi ho studiato diritto, ho scritto di diritto, in quell’ambito, in quel contesto voglio rimanere.

 

Come è stato nominato a Vicepresidente del Csm David Ermini

Iena: Lì vede la sua vita?

Palamara: Sì.

Iena: Rimane ancorata la sua vita?

Palamara: Per adesso sì.

Iena: Più di 5 consiglieri del Csm in questa storia si sono dimessi, forse 6, non lo so, si dovrebbe dimettere anche il vicepresidente Ermini?

Palamara: Questo non posso dirlo io, non spetta a me dirlo.

Iena: Se lei ha concorso diciamo ha tramato, come dicono i giornali, come dice l’accusa nei suoi confronti, per scegliere il procuratore capo di Roma ma sempre

Iena: Dice c’è una questione però, lei la conferma l’esistenza di una questione del genere.

Palamara: L’elezione del vicepresidente hanno funzionato così, presupponevano gli accordi tra i gruppi.

Iena: Cioè anche Legnini prima, per Vietti prima ancora.

Palamara: Assolutamente sì così ha funzionato.

Iena: Così ha funzionato e così funzionerà.

Palamara: Eh adesso.

Iena: Le sembra giusto che lei è sbattuto fuori con un calcio in culo mi permetta dalla magistratura ed Ermini invece sta al suo posto da vicepresidente?

Palamara: Io rispondo di me stesso adesso al di là delle parole.

Iena: Le sembra giusto, le sembra equo che lei sia fuori ed ermini no? Le sembra giusto che i colleghi per cui lei in qualche modo ha spinto per ottenere delle posizioni continuino a stare al loro posto e lei no?

Palamara: Guardi a me non sembra giusto perché io so di non aver commesso dei fatti illeciti, quindi non mi sembra giusto.

Iena: Cioè dice abbiamo agito in come dire sulla base delle appartenenze ma non sulla base di progetti delittuosi, criminali?

Palamara: Io sono sicuro di non aver mai barattato la mia funzione, di questo sono sicuro, posso aver sbagliato come dire una frequentazione, posso aver sbagliato un incontro ma quello che facevo era ricercare gli accordi come sempre avevo fatto nella mia attività, quindi da questo punto di vista è il motivo per cui intendo ovviamente ricorrere e il momento in cui intendo far comprendere veramente quello che è accaduto.

Iena: La sintesi è: Palamara due punti, io colpevole ma nessun altro innocente?

Palamara: Io spero di non essere stato colpevole questo è il mio impegno.

Iena: Al processo penale, cioè lei potrebbe addirittura essere assolto a Perugia diciamo no?

Palamara: Il processo penale deve ancora iniziare quindi di diritto ci saranno difese e quant’altro e io dico che nell’ambito politico associativo io mi sono mosso nel contesto delle correnti, in quell’ambito e in quella situazione.

Iena: Ma non bisognerebbe aspettare per, abbiamo visto in questi anni tanti magistrati che ne hanno combinate di cotte e di crude e che poi dal punto di vista disciplinare una pacca sulla spalla, non lo fare più e invece.   

Palamara: Eh io ho rappresentato qualcosa di diverso evidentemente

Iena: Cosa?