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Le Iene: il video dell’inchiesta di Filippo Roma sui presunti brogli elettorali del 2013

Filippo Roma Le Iene, In onda su Italia 1 Brogli elettorali

Le Iene: il video dell’inchiesta di Filippo Roma sui presunti brogli elettorali del 2013. Il video (in copertina) del servizio andato in onda domenica 29 ottobre, sui presunti brogli elettorali del 2013, riporta le dichiarazioni shock di un uomo che avrebbe comprato e rubato plichi in Germania per conto di un onorevole.

Filippo Roma Le Iene, In onda su Italia 1ti all’estero

Quando in Italia ci sono delle consultazioni elettorali, hanno diritto a votare anche gli italiani residenti all’estero. Questi, iscritti in un particolare registro, poco prima del voto dovrebbero ricevere via posta dei plichi, ovvero delle buste con all’interno le schede elettorali. Ogni cittadino italiano all’estero dovrebbe poi compilare personalmente la propria scheda, esprimendo così il proprio voto, per poi spedire la busta al consolato più vicino. A questo punto, i consolati dei rispettivi Paesi hanno il compito di inviare tutti i plichi ricevuti in Italia, precisamente a Castelnuovo di Porto (Roma), dove viene organizzato un centro di raccolta di tutti i voti provenienti dall’estero.

La Iena si reca in Germania, dove incontra una persona che racconta di come ci sarebbero state, in occasione delle Politiche del 2013, alcune irregolarità nella raccolta dei voti degli italiani all’estero. Queste riguarderebbero l’onorevole Mario Caruso, già al centro del servizio “Parentopoli e lavoro in nero in Parlamento” che, nelle scorse settimane, ha suscitato numerose polemiche.
Di seguito alcuni stralci. Di seguito il link per visualizzare il servizio:    http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/roma-brogli-alle-elezioni-confessioni-shock_770326.html

Filippo Roma, Le iene: Brogli elettorali

Iena: Tu chi sei?
Risposta: Io sono una persona che, in occasione delle elezioni politiche del 2013, ha aiutato un candidato che si era presentato all’estero, qui in Germania, a farsi eleggere in Parlamento. Io per l’onorevole Mario Caruso ho rubato e ho comprato plichi per le votazioni del 2013. Io ero un cacciatore di plichi.
Iena: Cacciatore di plichi? Che cosa vuol dire?
R: I plichi sono le lettere che arrivano dal consolato a casa degli italiani in Germania: dentro c’è una scheda elettorale, devi riempirla, votare la persona favorita, firmarla, richiudere la busta e mandarla al consolato. Il consolato poi li manda in Italia.
Iena: Quindi un candidato che dispone di tanti plichi, si può “auto-votare”?
R: Certo. Quello che voleva l’onorevole erano tre cose: raccogliere plichi, trovare plichi, comprare plichi e, se c’era il bisogno, rubarli.
Iena: Tu, questi plichi, come li ottenevi?
R: Io andavo in giro dai miei amici che hanno i bar e hanno varie attività italiane qui a Colonia, e dicevo che “bisogna aiutare un nostro amico che sta candidato”, e che ci servivano i plichi per le sue votazioni.
Iena: E il proprietario del bar che cosa ti rispondeva?
R: Lui poi domandava ai suoi clienti e ai suoi amici che gli portavano al bar i plichi ogni giorno. E io andavo in giro a raccoglierli.
Iena: Le persone che, invece, consegnavano i plichi al bar, in cambio che cosa ottenevano?
R: Qualcuno lo ha fatto sotto forma di piacere, altri invece hanno voluto i soldi.
Iena: Quanto chiedevano a plico?
R: La maggior parte 5 euro, qualcuno ha chiesto 10 euro, però glieli ho dati lo stesso.
Iena: Ma a te i soldi per comprare i plichi chi te li dava?
R: Un assistente dell’onorevole Mario Caruso che si trova qui a Colonia.
Iena: Come avveniva il pagamento?
R: Prendevo questi plichi, li portavo all’assistente di Caruso e quelli là contrassegnati con la “X” dovevano essere pagati. Lui faceva i conti, mi dava i soldi che il giorno dopo, quando andavo a ritirare i nuovi plichi, pagavo quelli del giorno prima.
Iena: In quali altri modi tu raccoglievi questi plichi?
R: Una volta ho conosciuto un postino italiano, a lui ho fatto la proposta se invece di imbucare i plichi nelle buche italiane me li dava a me.
Iena: Come l’hai convinto, il postino, a farti dare i plichi?
R: In cambio c’era un regalo per lui, sui 400/500 euro venivano dati da questo onorevole.
Iena: Cioè 500 euro in cambio di quanti plichi?
R: Lui mi è riuscito a procurare 100 plichi.
Iena: I soldi poi li ha presi?
R: No, non li ho presi nemmeno io che erano 5.000, non ha dato soldi a nessuno.
Iena: Il postino si è arrabbiato?
R: Non più di tanto, perché lui poteva rischiare il suo posto di lavoro.
Iena: Le persone a cui non arrivavano i plichi a casa, perché il postino li consegnava a te, cosa facevano?
R: Qualcuno è andato al consolato a chiedere di nuovo il plico mentre altri se ne sono fregati perché, qui, l’italiano che vive in Germania se ne frega della politica italiana perché, dicono, “sono tutti imbroglioni”. […]
Alla fine abbiamo raccolto tutti i plichi, che erano chiusi in questo patronato dell’assistente di Caruso, nel bagno dove stava scritto “fuori servizio”, perché quella porta era sempre chiusa. Poi, quando è arrivato Caruso, li abbiamo caricati nella mia macchina, in tre buste grandissime dell’immondizia che erano pienissime… sui 6000/7000 plichi… e siamo andati a mangiare al ristorante italiano sulla Bonnstrasse. Solo che avevo dimenticato che avevo questi plichi in macchina: mi arriva una chiamata, che dovevo incontrare una persona e avevo spento il telefono, tutti mi cercavano! Quando sono ritornato, dopo mezz’ora, mi ricordo Caruso che è venuto verso di me, mi ha abbracciato con quel sorriso, con quei baffoni – che mi ricordo aveva i baffoni -, con il sorriso: “Tu sì che sei fratello mio!”. Non mi rendevo conto del perché, il motivo. Dopo, quando stavo a tavola, un mio collega mi ha detto: “Ma tu che hai fatto? Hai portato i plichi? Quello, Caruso, ti cercava da tutte le parti perché era preoccupato, gli stava venendo un colpo, gli hanno dovuto dare acqua e zucchero”.
Iena: Addirittura? Poi ha visto i plichi…
R: Quando ha visto a me, ha visto i plichi nei suoi occhi. […]
Aveva una squadra che aveva il compito di aprire le buste, votarlo, firmare, chiudere le buste e rispedirle al consolato.
Iena: Detto così sembrerebbe un meccanismo perfetto…
R: Sì e c’è riuscito, perché adesso è diventato onorevole. […]
Lui mi ha promesso 5000 euro, e questi soldi non me li ha mai dati.
Iena: Ah, quindi sei arrabbiato con Caruso perché non ti ha pagato per questo lavoro che hai fatto?
R: Ma sono arrabbiatissimo. Ho rischiato tanto e alla fine, poi, quello che mi è stato promesso, questi 5000 euro, non mi sono stati dati. Ma tanto, proprio tanto mi fa arrabbiare perché non è solo i soldi ma la parola d’onore che vale, a noi italiani che viviamo qui, in Germania, specialmente del Sud. Noi diamo una parola che è più di un contratto e una parola bisogna mantenerla. È una parola d’onore.
Iena: La rifaresti una cosa del genere?
R: Sì.
Iena: Però è illegale fare questa cosa.
R: Eh lo so, però i soldi sono soldi. Tutti lo fanno per soldi. Perché, gli onorevoli oppure i politici, stanno lì? Per soldi, non è che fanno qualcosa per noi.
Iena: Quindi tu non ti sei pentito di aver commesso un’illegalità?
R: No, lo rifarei di nuovo, però stavolta mi faccio dare prima i soldi.

L’inviato, quindi, incontra Rosario Cambiano, ex candidato all’estero alle elezioni del 2006, che sembrerebbe confermare quanto emerso sulla presunta compravendita di voti.
Cambiano: Cosa vuole sapere lei? Come sono stati eletti i candidati all’estero? Si sono comprati i voti. Però ci sono le persone che li vendono.
Iena: Lei che ne sa di queste cose?
Cambiano: Io sono stato candidato nel 2006, quindi le so queste cose.
Iena: Ci può spiegare come funzionerebbe questa compravendita di voti all’estero? Le tipografie stampano le schede elettorali, qual è il momento in cui avverrebbe il furto?
Cambiano: Quando, nel trasporto dalla tipografia, devono portarle alle poste. Dovrebbero arrivare, invece ne arriva una parte.
Iena: Quelle che non arrivano, perché non arrivano?
Cambiano: Perché se li prendono per favorire il candidato di turno.
Iena: Questi plichi non arrivano agli uffici postali perché qualcuno li sottrae?
Cambiano: Esatto.
Iena: E come fanno a sottrarle?
Cambiano: Nel tragitto che c’è fra la tipografia e arrivare alle poste, qualche cassetta scompare.
Iena: Qualche cassetta piena di schede?
Cambiano: Sì, si tratta di 1000 schede ogni cartone.
Iena: E quelli che fregano i plichi dalla tipografia, cosa fanno, danno dei soldi agli addetti alla tipografia?
Cambiano: Probabilmente chiederanno qualche 50 euro…
Iena: Chi frega queste schede che escono dalla tipografia?
Cambiano: Sono dei collaboratori pagati… Si sa perché in ogni strada di Colonia c’è sempre qualche italiano che vede. Siccome siamo una comunità e ci conosciamo, certe notizie arrivano pure qua.
Iena: Ci sono casi in cui gli italiani all’estero si vendono i plichi con dentro la scheda?
Cambiano: Succedeva. Addirittura qualche patronato ha pagato 5 euro ogni scheda […] poi ci sono quelli che vanno a rubare nelle cassette postali. Ci sono tanti modi per rubare… Ma non è solo a Colonia, in tutta la vecchia Europa: Svizzera, Francia e Belgio…
Iena: Come fanno quelli che fanno scomparire questi plichi?
Cambiano: Li prendono, li mettono nel cofano della macchina e li consegnano a chi li devono consegnare.
Iena: Lei conosce Mario Caruso?
Cambiano: [ndr, ride] Certo che lo conosco.
Iena: Secondo lei Caruso è stato eletto con questi metodi?
Cambiano: Appartiene a quella gelatina lì, ma non è il solo. Guardi: secondo me, conoscendo l’ambiente, tutti. Non debbo dire Caruso, tutti. Se poi vogliono denunciarmi, fornisco le prove: butteranno in galera, se ci riescono, i suoi “compari” perché, ripeto, ci sono 8000 miei compaesani qua, dal paese da cui io provengo, quindi le notizie arrivano. E ci sono anche dei parenti che sono stati contattati. Che altro le devo dire?

La Iena raggiunge, quindi, alcuni italiani residenti in Germania per domandare loro se, in occasione delle Politiche del 2013, gli siano stati recapitati a casa i plichi contenenti le schede elettorali: in tanti affermano di non averli mai ricevuti.
Se un italiano all’estero non riceve il plico a casa, ha la possibilità di andare al consolato a reclamarlo per riceverne un altro con all’interno una nuova scheda elettorale. Quest’ultima, per evitare i brogli elettorali, riporta al suo interno un codice di riferimento che viene assegnato ad ogni italiano all’estero.
Il Ministero dell’Interno ha previsto una procedura di controllo durante lo spoglio dei voti che prevede l’apertura del plico e il confronto del codice con quello contenuto nel registro dei residenti all’estero. Solo se la verifica si rivela positiva, la busta con il voto può essere inserita all’interno dell’urna ed è possibile passare al plico successivo.
La Iena mostra, però, alcune immagini esclusive, girate a Castelnuovo di Porto, all’interno della centrale di raccolta e spoglio dei voti che arrivano dall’estero, in cui sembra che questa procedura non verrebbe rispettata.
Ad esempio, nel filmato si vede uno scrutatore che apre il plico, estrae la scheda elettorale e il tagliando con il codice. Poi, sembra infilare subito la scheda nell’urna e mettere da parte il tagliando, senza così seguire la procedura e controllare sul registro. Questo si ripeterebbe subito dopo con un nuovo plico.

Nel immagini, inoltre, alcune delle persone presenti dichiarano che non avrebbero seguito la procedura corretta perché sennò avrebbero perso troppo tempo:
Scrutatore A: […] invece di fare le cose in maniera sequenziale e ogni tessera singolarmente, abbiamo fatto le cose in maniera cumulativa. Non finiremmo mai se facessimo quella procedura lì. Amen. Chi se ne frega”.
Scrutatore B: Per quanto ci riguarda tutti così hanno fatto, guarda già come stiamo…

Altri affermano come, in alcuni casi, sarebbero stati chiamati amici o parenti ad aiutare, quando nei seggi non era stato raggiunto un numero sufficiente di scrutatori:
Scrutatore C: […] Erano in tre, ha chiamato la donna delle pulizie e il marito…
Scrutatore D: Mancava troppa gente…abbiamo chiesto l’aiuto da casa…

Inoltre, alcuni scrutatori mostrerebbero di non conoscere bene la procedura di convalida dei voti:
Scrutatore E: A noi non ce l’hanno detto di controllarli prima.
Scrutatore F: Che vuol dire che deve corrispondere alla busta il tagliando? Cioè, cosa me ne frega, basta che me ne vado e prendo 100 euro.

A questo punto, Filippo Roma raggiunge in Germania l’onorevole Caruso, per chiedere conto delle accuse che gli sono state rivolte dal “cacciatore di plichi”. Caruso preferisce continuare a non rilasciare dichiarazioni.