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Le Ninfee di Monet, un incantesimo di acqua e luce

Le Ninfee di Monet

Le Ninfee di Monet, un incantesimo di acqua e luce. La depressione che afflisse Monet e che lo indusse ad abbandonare la pittura per dedicarsi anima e corpo alla sua impresa più colossale, la realizzazione della Grand Décoration, una serie di pannelli raffiguranti lo stagno di ninfee della residenza del Primo Ministro francese George Clemenceau, fu particolarmente utile alla cultura pittorica universale perché quella serie di tele produssero l’effetto di proclamare Claude Monet quale padre dell’impressionismo.

Le ninfee, raffigurate da Monet nei quadri presentati per la prima volta all’Esposizione Universale di Parigi del 1889 sono l’origine di un viaggio che ha inizio da Parigi e che comprende il Museo Marmottan Monet, il Musée de l’Orangerie e il Musée D’Orsay, prosegue per Giverny con la Fondation Monet, la casa e il giardino dell’artista, e seguendo il percorso della Senna giunge a Le Havre dove Monet trascorre il primo periodo della sua vita artistica. ( al link la recensione della mostra di Monet al Vittoriano ).

Monet al Vittoriano Ninfee

Risalendo il fiume verso gli altri paesi dove ha dimorato il film dimostra quanto innovativo, radicale e moderno sia stato l’approccio di Monet all’arte e quanto spasmodica sia stata la sua ricerca dell’elemento acquatico: Poissy, Argenteuil, Vétheuil, Giverny. Qui, recluso nel suo giardino, mentre piovono le bombe della Prima Guerra Mondiale, Monet insegue ossessivamente il suo sogno di eterna gloria, e dipinge senza tregua la sua opera di resistenza e di pace. A Parigi, nel Musée de L’Orangerie, la sua speranza trova finalmente il giusto compimento, nelle magnifiche sale ovali da lui stesso disegnate. Qui, nel maggio del 1927, l’amico George Clemenceau inaugura finalmente il museo dedicato alla Grand Décoration.

Claude Monet è morto da appena cinque mesi quando la sua opera, Le Ninfee, varcherà il grande stagno dell’Oceano per giungere negli Stati Uniti dopo essere stata accolta non proprio favorevolmente dal pubblico francese.

Tutta questa storia è narrata nel bellissimo film di Giovanni Troilo prodotto da Ballandi Arts e da Nexo Digital che ingloba interventi preziosi in grado di gettare nuova luce sulla figura di Monet e del suo lavoro nonchè di quello della fotografa fiamminga Sanne De Wilde e quello della giardiniera della Fondation Monet, Claire Hélène Marron con una colonna sonora firmata da Remo Anzovino.

 

Purtroppo il film resterà nelle sale italiane soltanto per tre giorni, dal 26 al 28 novembre prossimi.