Home Arte Le Scuderie del Quirinale aprono le porte alle Arti islamiche

Le Scuderie del Quirinale aprono le porte alle Arti islamiche

Arte Islamica
Arte Islamica
Arte Islamica

Si è aperta ieri presso le sale espositive delle Scuderie del Quirinale la mostra degli oggetti più significativi dell’arte della civiltà islamica, una mostra composta da una vasta serie di oggetti, quadri, sculture, ceramiche selezionati tra i circa 35 000 che compongono la collezione dei coniugi Sheich Nasser Sabah al-Ahmad al-Sabah e Sheica Hussah Sabah al-Salim al-Sabah, due collezionisti che raccolgono opere d’arte islamiche e del Medio Oriente pre – islamico.
Pezzi originali dunque, tra i più importanti non solo per ampiezza ma anche per originalità e soprattutto per la qualità; i pezzi esposti a cura di Giovanni Curatola in collaborazione con l’ambasciata del Kuwait nel settecentesco Palazzo delle Scuderie del Quirinale posto alle spalle del grandioso tempio romano di Serapide, costituiscono il baricentro di attenzione della mostra che è divisa in due aree: una nella quale sono esposte monete e tappeti e l’altra – che copre uno spazio temporale di circa millecinquecento anni di storia ed è divisa in sezioni comprendenti l’arte della calligrafia, la geometria, gli arabeschi e, in genere – riguardante l’arte figurativa.
Nel 1983, in occasione della Festa nazionale del Kuwait, la mostra venne offerta dai proprietari in prestito permanente al Museo Nazionale del Kuwait dove rimase esposta con grande rischio fino alle tragiche vicende dell’invasione irachena del 1990; fortunatamente le opere vennero quasi tutte integralmente recuperate ed ora costituiscono una delle raccolte medio orientali più prestigiose al mondo.
Di norma gli oggetti esposti a Roma sono conservati nella “ Casa delle Espressioni Culturali dell’islam “ guidata da Sheika Hussah e che costituisce non solo un museo ma anche un attivo centro culturale polifunzionale in un piccolompaese arabo, il Kuwait, con grande vocazione alla cultura colta e popolare che lo distingue e lo rende assolutamente unico.
A Roma sono esposti pezzi di ogni tipo ed in grado di evidenziare quanto di più fantastico possa ammirarsi nelle opere d’arte che ignoti autori ebbero a realizzare nel corso di quasi tremila anni, pezzi che lo sceicco al-Sabah considera come suoi figli e che sono in grado di per se stessi di dare corpo ad un bagaglio culturale fondamentalmente diverso dal nostro e che stanno creando una sorta di dialogo culturale tra le due culture basato sull’estetica; bicchieri di vari colori realizzati con tecniche ormai desuete e sculture su pietra che avvincono, particolarmente un capitello di colonna che richiama il capitello di quello stile corinzio che prima i greci e poi i romani resero famoso nel mondo e che sembra ora voler “ stilizzare “ il suo parallelo a noi più conosciuto.
All’ingresso della mostra, nella sala espositiva del primo piano, il visitatore è accolto da e un enorme tappeto iranico in lana di vello di pecora, del XVIII secolo, rappresentante un giardino; a seguire lungo il percorso una porta in legno intarsiata del XVI secolo, un enorme gioco degli scacchi realizzato in cristallo di rocca, varie espressioni della capacità matematica e geometrica di quei popoli che vogliono evidenziare l’infinito ed il trascendente e che tendono ad annullare il pensiero corrente secondo cui l’arte islamica viene classificata come iconoclastica dimostrando che il Corano non proibisce la diffusione delle immagini.
Infine, opere di oreficeria di provenienza indiana, custodie di pugnali intarsiate da una miriade di pietre preziose ed opere di raffinatissima gioielleria concludono il percorso di questa mostra multiforme, ricca ed addirittura sorprendente che spazia dalle città della Via della Seta all’Andalusia dei Mori, dalla Persia all’India musulmana dei Moghul, dal millenario Egitto alla Turchia dei sultani e che evidenzia se mai ve ne fosse necessità la bellezza delle calligrafie, il raffinato gusto per le forme geometriche, il paziente lavoro di cesellatori, ceramisti, vetrai, miniaturisti e, sopratutto, orafi, un lavoro che spazia su millequattrocento anni di storia ed in grado di far scoprire al visitatore un affresco affascinante ed inatteso in grado di stupire, coinvolgere ed emozionare.