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LEGAMBIENTE: LE COSTE ITALIANE INQUINATE

marepulitoNel corso di una affollata conferenza stampa tenutasi recentemente nella sede romana di Legambiente sono stati presentati i risultati dell’ultima indagine condotta dall’associazione sull’inquinamento dei  circa settemila chilometri di costa che costituiscono il perimetro dello stivale italiano tramite i rilievi effettuati dall’ormai famosa Goletta Verde.

I risultati sono a dir poco disastrosi: un punto inquinato ogni 54 km di costa, in corrispondenza di foci di fiumi, fossi, canali, scarichi di ogni tipo, con prevalenza  delle criticità su spiagge e stabilimenti balneari.

golettaverde_2.jpg_.crop_display Serena Carpentieri e Giorgio Zampetti, responsabili rispettivamente delle campagne dell’associazione e scientifico  di Legambiente hanno presentato i risultati indicando la metodologia seguita per l’indagine al fine di rilevare scarichi non depurati che continuano a riversarsi in mare con conseguente inquinamento particolarmente da batteri fecali: risultati deludenti riferibili purtroppo anche all’intero territorio nazionale, un territorio che i vari governi succedutisi nel tempo non hanno mai adeguato alle varie direttive della Commissione Europea la quale ha già attivato nei nostri confronti ben tre procedure di infrazione due delle quali conclusesi con condanne ed una terza ancora in corso; danni economici rilevanti per la nostra economia perché a partire dal corrente anno saremo chiamati a pagare ben 480 milioni di euro ogni anno e fino a quando non ci saremo adeguati alle normative.

Danni anche al sistema turistico nazionale derivano dall’inquinamento che si spera possano essere arginati grazie alla nuova legge sull’inquinamento ambientale che prevede pesanti pene a carico di chi continua a scaricare illegalmente nei fiumi e nei mari del Bel Paese.

Motivi di assoluta incredulità derivano inoltre dalla mancanza di affissione di appositi cartelli che avvertano dei punti inquinati al fine di evitare i danni da balneazione: Goletta Verde li ha avvistati soltanto nel 5% dei casi, in palese violazione del diritto dei cittadini ad essere informati dei pericoli ai quali vanno incontro bagnandosi in vicinanza delle zone inquinate.

Altro grave motivo di inquinamento ambientale è costituito dai rifiuti che convergono in mare dai fiumi e da terra: rifiuti che nel 14% dei casi non sono costituiti da spazzatura ma particolarmente da plastica: cotton fioc, assorbenti, blister, deodoranti sono stati reperiti nel 18% dei casi verificati con il risultato che l’83% dei luoghi nei quali sono stati reperiti rifiuti è fortemente inquinato da cariche batteriche che vanno oltre la norma.

goletta verde1ritaglioRileviamo che i generale il superamento dei valori limite indicati dalla normativa sulle acque di balneazione comporta la dannosissima produzione di batteri dannosi per la salute quali enterococchi intestinali ed  escherichia coli mentre per quanto riguarda la localizzazione delle aree inquinate, regione per regione, rimandiamo alla tabella allegata dedotta dai risultati diffusi da Legambiente e risultanti dall’indagine condotta da Goletta Verde in collaborazione con Novamont, NAU ed il Consorzio obbligatorio degli Oli usati.

 

Il danno economico per l’intera nazione è quello riportato nella seconda tabella allegata goletta verde2ritagliodedotta da indagini di “ Italia Sicura “ ed Istat, per come elaborati da Legambiente: come si evince dalla tabella le regioni con più della metà degli agglomerati interessati dalle procedure di infrazione risultano essere la Campania, la Sicilia, la Calabria, le Marche, mentre le regioni con il minor numero di agglomerati coinvolti sono il Veneto, la Toscana ed il Friuli Venezia Giulia.