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L’intervista di Ricci scatena la politica: interrogazione parlamentare sulla censura

Antonio Ricci. Ph. M. Arizzi
Antonio Ricci: L’intervista censurata

L’intervista di Ricci scatena la politica: interrogazione parlamentare sulla censura. La censura dell’intervista ad Antoio Ricci per il programma di Rai 2, ha messo in evidenza l’annoso problema sulla libertà di informazione e sul pluralismo dell’informazine che la Tv di Stato dovrebbe garantire a presindere, attivando alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle per un’interrogazione parlamentare sulla pratica della censura. L’intervista cancellata dal Direttore Andrea Fabiano non può essere in nessun modo considerata un conflitto di interessi. I rapporti tra Mediaset e Rai, negli ultimi anni, ha dato dimostrazione di grande apertura e collabrazione tra prfessionisti che si sono alternati in programmi della concorrenza, pensiamo, a titolo di esempio, a Maria De Filippi arruolata da Carlo Conti per condurre il Festival di Sanremo, o ancora Michelle Hunziekr al fianco di Claudio Baglioni sempre per il Festival della canzone italiana. Sembra inspiegabile che la presenza di Antonio Ricci su Rai 2 possa essere un problema per la Rai. Chi? e perchè ha deciso di cancellare l’intervista ad Antonio Ricci? Sono queste le domande che un giornalista farebbe (forse ingenuamente ) al direttore Fabiano.  Ieri, 4 ottobre, un gruppo di parlamentari del Movimento 5 Stelle (tra questi Elio Lannutti, Primo Di Nicola, vice presidente della Commissione di Vigilanza Rai, e Gianluigi Paragone, capogruppo 5 Stelle in Vigilanza) ha presentato un’interrogazione al Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio dopo che Andrea Fabiano, direttore di Rai2, ha bloccato un’intervista già concordata con Antonio Ricci per una trasmissione su Enzo Trapani. Nell’interrogazione, i parlamentari 5 Stelle ricostruiscono il caso e chiedono: «Se risulti al Ministro che per ogni intervista del servizio pubblico Rai, pagato col canone dei cittadini sulle bollette elettriche, venga richiesto il consenso preventivo dei direttori di rete o di testata, censurando a priori personaggi pubblici poco graditi, violando in tal modo la principale missione del servizio pubblico ed il pluralismo dell’informazione». Chiedono poi quali iniziative intenda prendere il Ministro e se sia il caso di mandare un’ispezione per «ripristinare all’interno della Rai la libertà di stampa e rimuovendo le eventuali censure». 

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE INTEGRALE

Atto n. 4-00638
Pubblicato il 4 ottobre 2018, nella seduta n. 44
LANNUTTI , DI NICOLA , PESCO , PARAGONE , URRARO , PELLEGRINI Marco , PUGLIA
– Al Ministro dello sviluppo economico. –
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
qualche mese fa Antonio Ricci è stato contattato da Giorgio Verdelli, autore
Rai e amministratore unico di “Sudovest produzioni”, che gli ha chiesto di
intervistarlo per un programma di “Rai2” dedicato a Enzo Trapani; Ricci, di
solito molto restio a parlare davanti ai microfoni, in questo caso aveva
accettato per aver riconosciuto Trapani come suo maestro, al quale ha
dedicato anche un programma televisivo in 16 puntate “Free Dog: fantastico
Trapani”, andato in onda nel 1990 su Rai2;
a pochi giorni dalla data fissata (il 16 ottobre 2018) sarebbe giunta però
un’imbarazzata telefonata dell’autore: tutto cancellato (questa la sintesi), dal
momento che Andrea Fabiano, direttore di Rai2, non gradiva la presenza di
Ricci nei programmi del servizio pubblico, come riportato da un comunicato
diffuso dall’ufficio stampa di “Striscia la notizia”;
“L’editto Fabiano è una discriminazione gaglioffa e inconcepibile”, dichiara
Antonio Ricci in una nota. “Tra l’altro non sono neppure un dipendente
Mediaset, ma un libero professionista senza vincoli di esclusiva. A me non
piace comparire in tv, ma mi ero messo gratuitamente a disposizione del
servizio pubblico per il debito di riconoscenza che provo tuttora per il mio
Maestro Enzo Trapani, di cui sono rimasto, almeno fino a oggi, l’unico
discepolo vivente”;
“in merito a quanto dichiarato da Antonio Ricci, si precisa che a nessun
dipendente o collaboratore di Rai2 sarebbe stato mai dato il consenso di
chiedere una sua intervista per una trasmissione televisiva della rete.
Un’eventuale richiesta al signor Ricci in questo senso sarebbe comunque da
considerare frutto di iniziative personali prive della necessaria
autorizzazione preventiva”: questo sarebbe stato il contenuto della risposta
di Fabiano;
“Non sapevamo che in Rai occorresse il consenso per chiedere interviste. E
pensavamo che la ‘necessaria autorizzazione preventiva per intervistare un
personaggio pubblico fosse una pratica estinta insieme con il Minculpop di
fascista memoria”: questa sarebbe stata la controreplica di Ricci, che
avrebbe rincarato la dose: “È un comunicato ufficiale per lo meno goffo.
Sono curioso di sapere se Fabiano (ovviamente dopo aver richiesto le dovute
autorizzazioni ai suoi superiori) ritiene che io abbia le competenze per
rispondere a due domande sul mio Maestro Enzo Trapani, perché questo
dovrebbe essere l’unico criterio di valutazione per il servizio pubblico”,
si chiede di sapere:
se risulti al Ministro in indirizzo che per ogni intervista del servizio pubblico
Rai, pagato col canone dei cittadini sulle bollette elettriche, venga richiesto
il consenso preventivo dei direttori di rete o di testata, censurando a priori
personaggi pubblici poco graditi, violando in tal modo la principale
missione del servizio pubblico ed il pluralismo dell’informazione;
se non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto in premessa, attivare
le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, anche al fine
di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di
significativi profili di accertamento;
se non ritenga che la libertà di stampa rappresenti una delle garanzie che un
Governo democratico, assieme agli organi di informazione, dovrebbe
garantire ai cittadini, per assicurare l’esistenza di un’informazione libera,
contribuendo in tal modo a ripristinare all’interno della Rai la libertà di
stampa e rimuovendo le eventuali censure;
quali iniziative intenda assumere, nelle opportune sedi normative, al fine di
garantire un’informazione libera e indipendente da ogni gioco di potere.