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“ Mollo tutto e apro un chiringuito “, ovvero la finanza milanese e la rudezza sarda a confronto in un film realizzato a dieci mani in sei settimane tra Milano e la Sardegna

Devo confessare di appartenere alla categoria di coloro che fino ad oggi sconoscevo il sostantivo “chiringuito”, un termine spagnolo ( e quindi adatto al luogo in cui si svolge l’azione oggetto del film  che vede coinvolti attori non di chiara fama ), utilizzato per indicare un particolare chiosco per la vendita di alimenti e bibite, originario degli ambienti balneari della costa spagnola mediterranea.

L’utilizzo del termine  si è diffuso fino a indicare anche veri e propri locali destinati alla ristorazione, normalmente sulle spiagge e, nel caso del film girato in Sardegna, sulla spiaggia di un paesino dal nome di fantasia denominato Garroneddu.

Per niente complicata la storia narrata: un dirigente milanese dal cognome di Imbruttito ( dal lavoro, dalla f**** e dalla fatturazione, Germano Lanzoni), deluso dal fallimento di una sua iniziativa all’interno dell’azienda nella quale è occupato, ma stimato da uno stravagante e menefreghista proprietario ( Claudio Bisio ), cade in depressione ed abbandona il lavoro dopo aver mandato al diavolo il suo Capo, fino a quando un suo vecchio “ amico “ gli propone, enfatizzandolo, un affare in Sardegna: un chiringuito, appunto.

Dopo aver convinto un suo ex collaboratore a seguirlo nell’impresa, tra gli ostacoli frapposti dalla famiglia e quelli degli abitanti del paesino ove è ubicato il chiringuito, caratterizzato da un mare splendido ( e dove non è splendido il mare in Sardegna? ), Imbruttito arriva sul posto e tenta di dare inizio all’attività che il suo amico gli aveva promesso come infinitamente redditizia.

La superficialità e l’iniziativa di Imbruttito si scontra subito con il carattere deciso e chiuso degli abitanti di Garroneddu, abitanti che la regia è riuscita a descrivere in maniera pedissequa, mai offensiva, realmente riportata attraverso l’utilizzo di interpreti perfettamente aderente ai personaggi che Benito Urgu, Michele Manca, Stefano Manca, personificano in maniera aderente al loro carattere ed al loro desiderio di rimanere, da soli, in un territorio incontaminato.

Le delusioni di Imbruttito, i suoi sforzi e la grande inventiva dell’ex manager riescono tuttavia a superare tutti gli ostacoli e l’iniziativa otterrà il successo sperato, anche attraverso una serie di colpi di scena che vanno dal mafioso all’intelligente i quali metteranno in evidenza, semmai ve ne fosse necessità, il carattere dinamico del milanese e quello retrivo ma molto buono del sardo.

Ottima la fotografia, di facile riuscita dati gli scorci ed i colori dell’isola, buona ed appassionata l’interpretazione di Lanzoni nei panni dell’Imbruttito, molto particolare la parte che svolge Paolo Calabresi ( tra il personaggio dell’ annoiato e quello del rimbambito ) veramente ben caratterizzati gli altri personaggi scelti e gli interpreti che a tale caratterizzazione hanno dato vita ad una commedia leggera che si discosta dalla solita immagine del milanese “ imbruttito “ dal miraggio della F*** e della Fatturazione oltre che  dal “ giargiana “, contrazione della più antica parola Giargianese correntemente utilizzata per indicare chi non è squisitamente milanese, stupido ma obbediente

Insomma, una pellicola dal format social per indicare il milanese lavoratore ed il sardo retrivo.