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“Non ci resta che il crimine”:ritorno al futuro per tre sgangherati in cerca di fortuna

“Non ci resta che il crimine”:ritorno al futuro per tre sgangherati in cerca di fortuna. Nell’anno di grazia ormai trascorso 2018 tre amici costantemente in cerca di fortuna se ne inventano un’altra tra le tante: un tour criminale di Roma per mostrare ai turisti i luoghi simbolo della banda della Magliana per fare “ soldi con la pala “, come sostengono.

L’avventura appare subito di difficile attuazione ma i tre non si perdono d’animo e si attivano con tanto di bancarella e locandine da distribuire con contemporanea  vendita di accendini con la scritta “ pijamose Roma “, il motto della banda della Magliana che negli anni ’80 dominava incontrastata la Capitale.

Buona appare l’idea, altrettanto gli ineffabili protagonisti della pellicola, Alessandro Gassman, Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianluca Tognazzi, Ilenia Pastorelli e Massimiliano Bruno ( che del lavoro è anche il regista ), con una sorpresa: una inedita Ilenia Pastorelli che sfoggia un fisico davvero invidiabile e certamente molto adatta ad interpretare la parte della ambigua donna del “ capo “.

Per una strana casualità i tre amici, Moreno ( Marco Giallini ), Sebastiano ( Alessandro Gassman ) e Giuseppe ( Gianmarco Tognazzi ) si ritrovano catapultati nel 1982, anno in cui ebbero luogo i campionati mondiali di calcio vinti dall’Italia e questa allocazione fa si che entrino in contatto con i veri protagonisti della banda della Magliana capitanata dal famoso Renatino De Pedis ( un Edoardo Leo nelle vesti di un cattivo al quale non siamo proprio abituati ) ed il loro modo di affrontare certi problemi e certe situazioni è però quello dell’anno 2018 con la conseguenza che si vengono a creare una serie di intrecci piuttosto complicati ( e nemmeno tanto facili da seguire ) che imprimono al film un ritmo tra il veloce ed il lento che certamente non giova all’insieme del lavoro, comunque gradevole, di Bruno.

Grande ed apprezzabile il lavoro dei protagonisti, buone le idee che sono alla base della condotta di ognuno dei tre protagonisti ( anzi quattro, o cinque, se tra di essi comprendiamo Edoardo Leo ed Ilenia Pastorelli ) ma un tantino troppo elaborata la trama; ottima la riproduzione delle locations sostenuta peraltro da una buona fotografia, grandi scene di azione con sparatorie tipo western, scazzottate, omicidi, ma sopratutto comicità sono gli ingredienti di una pellicola che è una vera e propria commedia all’italiana con paradossi del genere cellulare che suona quando ancora non esisteva.

Ma, in fondo, una grande dose di amarezza quando si vanno ad analizzare i tre amici che danno vita alla commedia perché il loro modo di vivere e di arrabattarsi rispecchia profondamente l’Italia di oggi con i suoi desideri di vivere alla grande senza faticare troppo nel lavorare, con gli artifici, con gli amori, con la malavita che continua a tempestarci.