Home Tv NOTIZIE DA MEDIASET PER LA SETTIMANA 11 – 16 LUGLIO 2016

NOTIZIE DA MEDIASET PER LA SETTIMANA 11 – 16 LUGLIO 2016

thULTIMA ORA – Tris di serie inedite franco-spagnole da brividi nell’estate di Canale 5: “Scomparsa”, “I delitti del lago” e “Il sospetto 2”, tris di titoli che indagano su sparizioni misteriose

L’estate di Canale 5 si tinge di giallo con un tris di serie tv franco-spagnole in prima tv assoluta.

Un unico fil rouge lega la triade mistery: una serie di scomparse che sembrano puzzle da risolvere in poco tempo, prima che divengano definitive o troppo tardi. Prima che le sparizioni diventino delitti. Persone sulle quali indagare, nelle pieghe del loro passato o delle loro relazioni, per ritrovarle il più in fretta possibile. Una lotta, oltre che con possibili rapitori o assassini, contro il tempo.

IL SOSPETTO 2 (CANALE 5, DAL 22 LUGLIO IN PRIMA TV)Dal 22 luglio, in prima serata ogni venerdì, arriva la serie spagnola “Il Sospetto” 2, già vincitrice del Premio ATR (Agrupación de Telespectadores y Radioyentes) quale “miglior fiction” assegnato ogni anno dai telespettatori iberici. A Madrid, tra sparizioni e omicidi all’interno del Policlinico Montalban, indagano il commissario Casas (Lluis Homar), l’ispettore Vidal (Vicente Romero) e Victor (Yon Gonzàlez), affiancati dalla nuova arrivata Sophie Leduc (Mar Sodupe), trasferitasi dalla polizia francese. Ben presto si decide che il modus operandi migliore per risolvere i tanti misteri in corsia sia quello di infiltrarsi nell’ambiente ospedaliero…

DC's Legends of TomorrowProssimamente, in prima serata, toccherà alla francese “Scomparsa”, tratta tuttavia dalla serie spagnola “Desaparecida” e sull’onda lunga di thriller seriali quali “The Killing” e “Broadchurch”. Le vicende partono dalla scomparsa della 17enne Léa Morel (Camille Razat), svanita nel nulla durante la Festa della Musica di Lione. Il commissario Bertrand Molina (François-Xavier Demaison), oltre a dover ritrovare la ragazza e a scavare nelle pighe della sua esistenza, ha un compito non da poco: alleviare il senso di colpa del padre Julien (Pierre-François Martin-Laval), della madre Florence (Alix Poisson) e del fratello maggiore Thomas (Maxime Taffanel) di non aver accompagnato Léa alla kermesse musicale. La bibbia tv francese “Telerama” ha commentato che “la serie si discosta da altre simili gettando i sospetti della scomparsa tra le mura domestiche, più che sugli estranei delle vicende familiari”. Per “Première” è “una buona serie che accende i riflettori sulla disperazione familiare di una scomparsa misteriosa”.

The last kingdomInfine, è in rampa di lancio anche la francese “I Delitti del Lago”. La detective della polizia Criminale Lise Stocker (Barbara Schulz) torna nella cittadina natale per accudire la madre gravemente malata. La sparizione di una ragazzina dopo la festa locale fa riemergere una serie di sparizioni simili che allertano la poliziotta, divisa tra l’indagine tra i luoghi della sua infanzia e la madre affetta dal morbo di Alzheimer.

ECCO ALCUNE CRITICHE STAMPA
“Sit-com sugli anni «Eighties», favolosi come tutti gli altri decenni (gli scherzi della memoria), una sit-com girata nello stile di quegli anni, piena zeppa di riferimenti pop, di icone, di oggetti culto, una sit-com che rappresenta il punto di vista di una telecamera tenuta in mano da un undicenne. «The Goldbergs», la serie di Joi, è ambientata a Jenkintown, in Pennsylvania. I Goldbergs, la famiglia, è una comunità un po’ stravagante: papà Murray Goldberg (Jeff Garlin), sua moglie Beverly (Wendi McLendon-Covey) e i tre figli, Erica (Hayley Orrantia), la più sveglia e di su cce s s o , Barry (Troy Gentile), l’ incompreso, e Adam (Sean Giambrone). Il piccolo Adam filma i momenti fondamentali della biografia famigliare (mai buttare via niente!). Il piccolo Adam altri non è che il vero Adam F. Goldberg, oggi regista e produttore televisivo, creatore della comedy. Partecipa attivamente alla famiglia anche il nonno Albert Pops Salomon (padre di Beverly) che vizia i nipoti alle spalle dei loro genitori. Fanno la loro fugace appar izione anche alcu ne gu est star, tra cu i Chuck Norris, Charlie Sheen e David Spade. Se da una parte la serie racconta la complessità dei rapporti famigliari (madre overapprehensive, una premurosità sempre sopra le righe, padre un po’ incitrullito dal lavoro e dai sensi di colpa indot- ti dalla moglie, figli adolescenti rompi), dall’altra mette i n scena frammenti di quegli anni (i miti musicali, quelli sportivi, quelli cinematografici, i primi computer, la nascita della Cnn, il videogioco Pac-Man, E.T. L’extraterrestre e Star Wars, Thriller di Michael Jackson, Born in The Usa di Bruce Springsteen…), quando gli Stati Uniti erano al massimo dell’esplosione della cultura pop (l’edonismo reaganiano, secondo la fortunata espressione di Roberto D’Agostino). La sit-com ha una sua piacevolezza, dialoghi brillanti anche nella loro fatuità, alleggerita e allisciata dalla nostalgia”. (Aldo Grasso, “Corriere della Sera”).

Shades of blue“Esiste un sacco di gente che, a buon diritto, ricorda gli anni 80 come un decennio infinitamente più facile. A loro si rivolge una serie/sit-com come “The Goldbergs” (non a caso proposta da Mediaset, sul canale pay Joi, il giovedì alle 21) . ll fatto che basti dire anni Ottanta per suscitare buon umore in parecchi è il propellente primo del creatore Adam Goldberg che a quel punto ha sceneggiato storie ispirate dalla propria famiglia all’epoca – tra cui se stesso ragazzino dotato di una delle prime telecamerine. Poi ci sono il papà burbero e buono e impossibile, la mamma ossessiva nella protezione di tutti – e molto divertente – altri due rampolli e soprattutto il nonno, che è George Segal, sottaniere emerito in missione educativa sul giovane Adam. E insomma si gioca agli anni Ottanta ricreando il mood di sit-corn storiche. I primi episodi in onda ora sono del 2013, il rischio è che sia già tempo di ricordare un’epoca in cui era bello ricordare gli anni Ottanta”. (Antonio Dipollina, “La Repubblica”)

“Se chiedete a molti quarantenni qual è stata l’epoca d’oro del genere umano vi risponderanno, non senza un luccicone: «Gli anni ’80!». Certo si portavano orrende giacche con le spalline, le linee dei vestiti avevano colorazioni daltoniche e si doveva stare seduti tre ore per caricare un gioco elettronico che ora sta nella memoria del più scalcinato cellulare. Però era un’epoca di ottimismo, giustificato o meno che fosse. Ergo c’è una bella fetta di pubblico che se si tratta di fare un po’ di amarcord non si tira indietro. E su questo che conta il canale Joi che propone, in prima serata, la serie ‘The Goldbergs’. La trama è semplice e giocosa, infila lo spettatore nelle vicende di una famiglia molto a stelle e strisce che declina la sua versione del sogno americano nella Pennsylvania degli “Eighty”. Al centro della scena Murray Golberg, lo strampalato patriarca della famiglia interpretato da Jeff Garlin (uno dei migliori caratteristi americani), un padre digiuno della moderna pedagogia e grintosissimo nell’insultare i figli. Ad affiancarlo la moglie Beverly, casalinga che riversa sui tre figli (Erica, Barry e Adam), una congrua dose di ciabattate e un amore soffocante. ll tutto raccontato come in un filmato amatoriale attraverso la telecamere vintage del figlio più piccolo Adam. Sarebbe già divertente così. Ma l’Adam personaggio altri non è che l’al-ter ego, giovane, dell’autore della serie, quell’Adam F. Golberg che è uno degli showrunner più apprezzati degli Usa. Vedendo la serie si capisce da dove è nata la sua creatività. Da un’epoca felice di genitori poco pedagogici e di telefoni attaccati a lunghissimi cavi”. (Matteo Sacchi, “Il Giornale”)