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Pinuccio Lovero. Yes I can! di Pippo Mezzapesa

PINUCCIO LOVERO. YES I CAN! DI PIPPO MEZZAPESA al cinema dal 15 maggio, distribuito da Microcinema. Recensione di Michelangelo Arizzi.
Pinuccio Lovero. Yes I can! Questo il titolo del film-documentario sulla vera storia di Pinuccio Lovero nella foto, di M. Arizzi, mentre firma autografi alla presentazione stampa), e lo slogan elettorare utilizzato per la sua candidatura alle elezioni a Bitonto, sua città natale. La particolarità di Pinuccio è che lui ama il suo lavoro di custode cimiteriale e si batte per il diritto dei morti, cosa a cui nessuno pensa ed è per questa sua particolarità che è divenuto un caso mediatico. Il film  è la dimostrazione di come il cinema, ma anche la televisione possa interagire con il vissuto di un semplice cittadino che esercita il lavoro più odiato del mondo: il becchino, di come la ribalta sia a disposizione di tutti se si vuole essere famosi. Pinuccio riesce in questa impresa, dopo il primo film proposto a Venezia cinque anni fa dal regista suo amico d’infanzia, Pippo Mezzapesa, con uno slogan originale, ironico e molto efficace:  “riporterò la morte a Venezia“. Il film gli dà una notevole notorietà televisiva che Pinuccio cerca poi di sfruttare politicamente alle elezioni comunali. 
L’impresa non riesce e il film cerca di fare un’ analisi a posteriori di come il successo sia caduco, di come il sistema dell’informazione sfrutti ogni fatto curioso solo per fare audience. C’è sicuramente un’ aspetto surreale in tutta la storia, ma ciò che stupisce di più è la dedizione quasi religiosa nella sua missione di becchino in cui sembra credere con molta passione. 
Il film è girato abbastanza bene, le scene di repertorio delle vere elezioni comunali sono uno  spaccato purtroppo veritiero di come si conquista il potere nella periferia dell’ Italia. Sta  di fatto che le richiesta fatte allora di servizi migliori per il cimitero di Bitonto ancora non  sono state realizzate, inoltre si registra che per la prima volte in Italia c’è stato uno sciopero  delle pompe funebri ospedaliere che lamentano una mancanza di concorrenza in questo  settore. In conclusione un film divertente di evasione dove il personaggio che recita se stesso rimane  indubbiamente molto simpatico. La frase che colpisce nel finale è quella di Vendola che dice  a Pinuccio, rincuorandolo sui pochi voti ricevuti, che sicuramente tra i morti sarebbe stato  votato sicuramente molto di più, amara consolazione in una società che ormai tiene solo i vivi  in considerazione.  Nella foto sopra un momento della conferenza stampa in cui Pinuccio risponde al cellurare e parla al microfono con la moglie.    Di seguito alcuni degli spot “Casa Lovero”, realizzati per promuovere il film, on line su youtube.