Home Cinema Festival / Eventi Pirandello, due becchini e tutta “la stranezza” della Sicilia

Pirandello, due becchini e tutta “la stranezza” della Sicilia

Un continuo rincorrersi, tra realtà e finzione. E’ il teatro di Luigi Pirandello, premio Nobel per la Letteratura nel 1934, ma è anche la vita di tutti i giorni dove al quotidiano si mescola il sogno che spesso è finzione ma delle volte può essere molto verosimile. Come il film di Roberto Andò “La Stranezza” presentato al Festival del Cinema di Roma e che sarà in sala dal 27 ottobre in 450 copie distribuite da Medusa, con il sempre straordinario Toni Servillo e con due inediti, e altrettanto formidabili, Salvo Ficarra e Valentino Picone.

Siamo nel 1920, anno in cui davvero Luigi Pirandello (Servillo), durante un viaggio in Sicilia, nella sua Girgenti (Agrigento) incontra Onofrio Principato (Ficarra) e Sebastiano Vella (Picone), due cassamortari (gli unici nel paese) con la passione del teatro che stanno provando con gli attori della loro filodrammatica un nuovo spettacolo popolare, un po’ dramma e molto comico. L’incontro – forse immaginario, forse no – tra il raffinato autore dei “Sei personaggi in cerca d’autore” e i due teatranti è come una miccia che esplode tanto da cambiare anche la prosa del maestro e anche i due attori.

“Avevo il desiderio di fare un film con Ficarra e Picone e soprattutto raccontare il caos, il rapporto tra realtà e finzione” – ha raccontato il regista Andò che è anche sceneggiatore del film insieme a Massimo Gaudioso e Ugo Chiti – “Bello poi vedere Pirandello al suo culmine che si confronta con due attori e mette a fuoco quello che vuole raccontare”.

La sorpresa, anche per la somiglianza con Pirandello, è nell’interpretazione, sempre magistrale, di Toni Servillo che ritorna nei panni di un attore teatrale dopo il successo di “Qui rido io” dove impersonava il commediografo napoletano Edoardo Scarpetta. “Non esiste un mio Pirandello – ha sottolineato l’attore napoletano – ma ogni attore ha il suo. In questo caso è diverso, affascinante e fuori dai cliché di ogni pesantezza artistica. Lo vediamo che torna in Sicilia e riprende contatto con quel mondo amato e con questi due becchini che fanno gli attori amatoriali. Da qui la messa a fuoco di Sei personaggi in cerca d’autore. Ho amato tantissimo poi l’idea di poter contribuire ad abbattere gli steccati tra comici e attori non comici. L’alchimia che si e creata con Ficarra e Picone è stata corrispondente alla curiosità di lavorare insieme”.

Con “La Stranezza” arriva così sul grande  schermo un personaggio sottratto a tutta la sua monumentalità, un personaggio anche simpatico, quasi pop come il Pirandello che va ad incontrare Giovanni Verga (Renato Carpentieri) per il suo ottantesimo compleanno e che era stato messo da parte dalle stesse istituzioni che lo vogliono idolatrare. Tutto scorre in una Sicilia viva, con un dialetto incisivo e particolare e che riesce anche nella strana alchimia di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa, ovvero quando si parla di cinema Medusa e Rai Cinema.  Nel cast anche Luigi Lo Cascio, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi e un silenzioso quanto bravo Tuccio Musumeci.

Un film che andrebbe visto soprattutto nelle scuole non solo per rendere contemporaneo e vivo l’estro dell’autore di “Uno, nessuno e centomila” ma anche per porsi quelle domande che Pirandello esprimeva nelle sue opere tra realtà e finzione. Dove tutto si mescola, dove l’attore diventa spettatore e viceversa. Come nella vita dove non sai mai se stai sognando oppure quello che ti succede sia realmente vero. O forse no.