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Il primo uomo europeo è Georgiano

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Il primo uomo europeo è Georgiano
Questa la rivoluzionaria scoperta archeologica annunciata all’evento internazionale GeorgiaOne annunciata nel corso di un convegno che esperti mondiali provenienti da diversi ambiti, riuniti il 3 marzo scorso a Roma per discutere su importanti studi sulla Georgia, hanno annunciato: la Georgia è ora riconoscita culla dell’uomo europeo e importante ponte tra Europa ed Asia.
Due gli argomenti trattati: il primo, quello dal punto di vista scientifico, riveste il carattere dell’eccezionalità e riguarda una rivoluzionaria scoperta scientifica che offre una visione diversa e innovativa della teoria dell’evoluzione: il primo uomo europeo è georgiano! “A Dmanisi, in Georgia – ha precisato il Prof. David Lordkipanidze, archeologo georgiano di fama internazionale – abbiamo scoperto scheletri umani risalenti a 1,8 milioni di anni fa, ciò significa che il genere umano ha lasciato l’Africa quasi 1 milione di anni prima di quanto pensassimo e questo ha destato enorme sorpresa tra gli scienziati; stiamo cambiando la visione sull’evoluzione del nostro genere: gli uomini erano molto più primitivi quando hanno cominciato a colonizzare il mondo e possiamo dire che in diverse parti del pianeta esistessero generi umani differenti ma con molte caratteristiche simili. E conclude dicendo che i resti ritrovati sono i più antichi mai scoperti fuori dall’Africa.
“Il teschio numero 5 di Dmanisi – ha aggiunto il presidente dell’Associazione Scudo di San Giorgio, Lelio Orsini d’Aragona – riassume in sé caratteristiche erroneamente ritenute indicative di quattro specie diverse di homo: habilis, ergaster, rudolfensis ed erectus, quindi la potenza di questa scoperta è determinata dal fatto che questi ominidi, che prima venivano collocati in un lasso temporale molto distante l’uno dall’altro, si ritrovano nello stessa specie, nello stesso periodo storico e nella medesima società”. Le conseguenze scientifiche e filosofiche della scoperta del paleontologo georgiano sono già state descritte dal filosofo austriaco Josef Seifert, sostenitore della tesi che i dati emersi dalla scoperta dell’homo georgicus di Dmanisi sono una importante conferma del fatto che la teoria evoluzionistica sia stata spesso acriticamente accettata, mentre in realtà è assai vulnerabile anche da un punto di vista empirico.
Un secondo panel del convegno ha trattato del Paese Georgia, terra di infinite meraviglie da scoprire: un piccolo Paradiso ancora intatto.
Terzo panel del convegno alla presenza del Ministro per la integrazione europea Davit Nakradze: la Georgia, con il suo ricco patrimonio culturale, è anche una destinazione su cui investire e vuole offrire uno sguardo al futuro del paese con le numerose opportunità economiche in grado di offrire, come ad esempio il porto di Anaklia, situato sulla più breve via geografica che collega l’Europa alla Cina e del quale ha parlato Owen Mattews, famoso scrittore e giornalista inglese inviato di guerra. Il porto è un esempio dello slancio e dell’apertura verso l’Europa e il mondo. “Oggi l’antica Via della Seta – ha precisato Lelio Orsini d’Aragona nel discorso conclusivo della giornata – viene ripristinata in tutta la sua potenzialità: basti pensare che la Cina ha deciso di investire 40 miliardi di dollari per renderla fruibile in tutti i suoi aspetti”.
In chiusura dei lavori della riuscita giornata di studi, l’inedita composizione musicale dei maestri Andrea Morricone e Jason Piccioni, appositamente creata per l’Homo Georgicus, interpretata da una performance di danza contemporanea.
Una ricca giornata, frutto di mesi di lavoro da parte dell’equipe organizzatrice, realizzata nella creatività, nella produzione e nella regia dalla vulcanica Alessia Vitale che ha permesso una perfetta riuscita di tutto ciò che si è visto, ascoltato e fruito anche dal punto di vista scenico e multimediale.