Home Cinema Provaci ancora Walter, non convince “Quando” il nuovo film di Veltroni

Provaci ancora Walter, non convince “Quando” il nuovo film di Veltroni

Addormentarsi nel 1984, ai funerali del segretario del Partito Comunista, Enrico Berlinguer e risvegliarsi 31 anni dopo, nel 2015, quando tutto il mondo è cambiato. Non solo non c’è più il Pci, ma non esiste più neanche l’Urss, è caduto il muro di Berlino e nel frattempo se ne sono andati anche Fabrizio De André, Lucio Battisti, Lucio Dalla e anche Pino Daniele. E non c’è più neanche la lira che ha dovuto cedere il posto all’euro.

Non riesce a crederci Giovanni Piovasco (Neri Marcorè) che in poco più di trent’anni di coma (lui si risveglia intonando l’Internazionale) tutto il suo mondo sia cambiato così profondamente. E’ la storia di “Quando” film diretto da Walter Veltroni nelle sale con Vision Distribution e tratto dal libro omonimo dello stesso autore.

Non è cambiato solo il mondo all’esterno ma anche tutta la vita privata del protagonista è crollata: non c’è più la famiglia e l’amata fidanzata Flavia. A cercare di fargli da guida ci sarà Giulia (Valeria Solarino), una tormentata suora che fa jogging tutte le mattine con in cuffia la musica di Cesare Cremonini e che si è presa cura di lui negli ultimi anni della sua degenza, e Leo (Fabrizio Ciavoni), un ragazzo problematico affetto da mutismo selettivo. Grazie a loro, Giovanni troverà il modo di riuscire a comprendere la sua nuova esistenza e ad affrontare il passato, che ritornerà nelle sembianze di Francesca, la figlia avuta nella sua “precedente vita”.

“Non c’è nostalgia in questo film, ma casomai speranza nel futuro” ha spiegato Walter Veltroni presentando il film che si avvale anche della partecipazione amichevole di Massimiliano Bruno, Michele Foresta, Stefano Fresi, Gianmarco Tognazzi, Andrea Salerno e un cameo del giornalista Pierluigi Battista.

La macchina del tempo messa in atto da Veltroni però risulta abbastanza scontata, monotona nella regia, nonostante la bravura dei due protagonisti principali, soprattutto nella figura della suora interpretata da un’ottima e ritrovata Valeria Solarino. Il film che potrebbe essere un inno della rinascita, della ricerca di una seconda possibilità scivola lento, senza sussulti, forse per una regia poca audace che non riesce a coinvolgere lo spettatore, nonostante ci sia un trentennio ricco di fatti ed emozioni da poter raccontare.

Anche l’idea del film non è nuova, basta ricordare il capolavoro di “Goodbye, Lenin!” di Wolfgang Becker, interpretato da Daniel Bruhl e Katrin Sass, in cui una comunista ortodossa viene colpita da un infarto nella Berlino del Muro per poi risvegliarsi dopo il suo abbattimento. In quel caso il gioco consisteva nel ritardare il più possibile “il suo risveglio” per non provocarle un nuovo trauma frutto del repentino cambiamento. Nel film “Quando” invece la storia diventa un piccolo melò in cui il protagonista cerca di riacquistare un suo spazio tra gli affetti perduti. Poteva osare di più Walter Veltroni che è stato un buon sindaco, un politico coraggioso, che ha provato a fare del Partito Democratico una forza “a vocazione maggioritaria” nella sinistra italiana. Non è un caso se l’inner circle della stampa più vicina alla sinistra si sia subito attivato per parlare del suo film, ma resta quasi silente la voce di chi invece mastica la settima arte quotidianamente. Verrebbe da scrivere “Provaci ancora Walter”, magari il terzo tentativo (dopo il fiasco di qualche anno fa con “C’è tempo”) sarà migliore.