Home News Come saltano i pesci: una telefonata accorcia la vita

Come saltano i pesci: una telefonata accorcia la vita

Come saltano i pesci

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Che c’è di peggio avere un malato in casa? E quando il malato è affetto dalla sindrome di Down come ci si comporta? Come si fa per recuperarlo?

Ce lo spiega Simone Riccioni, maceratese che del suo film dice che lo ha strutturato come un thriller nel quale i protagonisti scoprono se stessi e la loro vera storia ed aggiunge: “……..è anche una riflessione sulla famiglia affinchè questa non sia soltanto una questione istituzionale, ma il luogo dell’amore vero”.

In  breve la storia: una famiglia felice, Italo e Mariella i genitori, Matteo e Giulia i figli; tutto procede secondo i dettami della normalità e della felicità ma ecco che un giorno arriva una terribile telefonata che squassa il mondo sereno dei quattro: una persona appartenente al passato di papà Italo è morta in un incidente stradale e la notizia porta scompiglio nella famiglia perché rivela un passato che Matteo, abile meccanico che aspira ad essere assunto nella mitica fabbrica delle Ferrari, non conosce e che vuole scoprire partendo alla ricerca della verità.

L’avventura ha inizio, la sorellina down di Matteo, che lo adora, risente pesantemente dell’allontanamento del fratello e ne soffre e la storia si svolge in maniera si avventurosa ma anche guarnita di serenità espressiva da parte di tutti i personaggi che arrivano tutti a trovarsi di fronte ad una verità diversa da quella possibile; il viaggio di Matteo, nel tempo e nello spazio, si svolge in un turbinio di avvenimenti che emozionano, verso una forma di sopravvivenza che rappresenta il vero modo di vivere di oggi: un confronto di generazioni aspro ma costruttivo perché il finale è tale che il cuore dello spettatore ne esce rasserenato, pieno di speranza e di positive riflessioni.

Stupendi tutti i personaggi che compongono una specie di puzzle inizialmente quasi impossibile da costruire e che con la loro fluidità narrativa riescono pian piano a ricomporre  in maniera scorrevole, mai pesante malgrado la tristezza di fondo che aleggia sulla vicenda narrata; il tutto grazie alla regia sapiente di Alessandro Valori che ha fatto completamente suo l’animus del soggetto scritto da Simone Riccioni, da lui stesso e da Serena De Angelis.

Dialoghi accattivanti e facili da seguirsi con gli interpreti impegnati talvolta in ruoli a loro non consueti come ad esempio Biagio Izzo e Giorgio Colangeli qui impegnati in parti drammatiche; meravigliosa Maria Paola Rosini, la down, vera e bravissima nella parte.

Il film è completamente ambientato nelle Marche, terra di Riccioni e della stessa Rosini ed è caratterizzato da una palpabile suspence decisamente impressa dal regista che ha saputo trasformare l’idea del film in un fatto concreto anche al fine di valorizzare gli abitanti e le risorse di una regione da tempo famosa per la sua operosità e per i luoghi incantevoli che ne hanno fatto tappa importante per il turismo e che ora con questa pellicola tende anche a lanciarsi nell’ambiente cinematografico al fine di valorizzare la cultura ed il territorio oltre che il tessuto industriale e quello sociale.

Prima della sua esibizione romana la pellicola è stata presentata a Macerata a cura del locale Inner Wheel ed è in sala già dal 30 marzo al Multiplex di Macerata.

Film imperdibile data la sua evidente capacità di provocare un dibattito sulla genitorialità per come viene vissuta oggi.