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Sky Tg24, l’intervista del direttore a Yuval Noah Harari: La Democrazia non è morta!

Sky Tg24, l'intervista del direttore a Yuval Noah Harari: La Democrazia non è morta!

Sky Tg24, l'intervista del direttore a Yuval Noah Harari: La Democrazia non è morta!Sky Tg24, l’intervista del direttore a Yuval Noah Harari: La Democrazia non è morta!

A Sky TG24 lo storico, filosofo e saggista israeliano Yuval Noah Harari intervistato dal direttore Giuseppe De Bellis ha esposto il suo punto di vista in merito ai temi che stanno a cuore a tutti: immigrazione, democrazia, intelligenza artificiale e sul futuro. L’incertezza sul futuro, ci dovrebbe spingere a insegnare ai giovani ad essere flessibili. Nel lavoro il pericolo è diventare “irrilevanti”, ma le macchine potranno sostituire l’uomo? L’immigrazione non è “il problema”, il punto è che deve essere accettata dalla maggioranza della popolazione…

Di seguito i punti salienti dell’intervista del direttore di Sky TG24, Giuseppe De Bellis, a Yuval Noah Harari

L’UMANITÀ E L’EUROPA NON SARANNO DISTRUTTE DALL’IMMIGRAZIONE MA NON SI PUÒ IMPORRE L’IMMIGRAZIONE A UN POPOLO RILUTTANTE

“L’umanità, l’Europa, non saranno distrutte dalle ondate di immigrazione. Potrebbero essere distrutte dalla guerra nucleare, dai mutamenti climatici, dalla destabilizzazione tecnologica, non dall’immigrazione. Ci sono state anche ondate più significative di immigrazione in passato, e l’umanità se l’è cavata tranquillamente. Ma è un problema serio, non semplice. La cosa da ricordare sull’immigrazione è che è la classica problematica che la politica democratica è brava a risolvere. Di base secondo me sarebbe sbagliato se un governo avesse una politica migratoria contraria al volere della maggioranza della popolazione. Non si può imporre l’immigrazione a un popolo riluttante. L’assorbimento dell’immigrazione è un processo prolungato che richiede la collaborazione almeno della maggioranza della popolazione. Senza quella collaborazione, non può funzionare. Dall’altro lato è estremamente preoccupante constatare che in vari paesi europei i politici estremisti stanno gonfiando la paura dell’immigrazione in maniera spropositata. La usano spesso per minare il sistema democratico, dicendo in pratica: ‘Dovete dare a me tutto il potere per salvare il paese da questa minaccia esistenziale’. Tutto ciò è estremamente pericoloso. E pensare che un paese come l’Ungheria ha pochissimi immigrati. Nessuno vuole migrare in Ungheria. Ci sono molti più emigrati ungheresi che immigrati. Eppure gran parte della popolazione è convinta di avere di fronte una minaccia esistenziale, che viene sfruttata per minare il sistema democratico. È una situazione molto problematica”.

IL PRINCIPALE PERICOLO DEL FUTURO È L’IRRILEVANZA

SE UNA MACCHINA FA TUTTO MEGLIO DI TE, ALLORA A STENTO PUOI RIBELLARTI

“Il principale pericolo di fronte alle persone in tutto il mondo è l’irrilevanza. Nel XX Secolo il grande problema era: che succede se vengo sfruttato da una multinazionale o un governo potenti? Ora il pericolo principale è che succede se divento irrilevante? Se non avranno più bisogno di me? Magari l’unica cosa che gli servirà di me sono i miei dati. È molto più difficile combattere l’irrilevanza, piuttosto che lo sfruttamento. Quando sei sfruttato, almeno c’è chi ha bisogno di te, che lavori in fabbrica o che presti servizio in esercito. Ma quando sei irrilevante, perché c’è una macchina che fa tutto meglio di te, allora a stento puoi ribellarti. Perché non hai potere. Questo è uno dei motivi per cui la divisione tra Destra e Sinistra sta diventando meno rilevante. E lo scontro principale si ha tra problematiche globali versus problematiche locali e nazionali. Secondo me non possiamo risolvere nessuno dei nostri problemi più grandi senza una collaborazione mondiale, ma la collaborazione mondiale minaccia l’identità di molte persone. Per cui adesso vediamo molte tensioni”.

NON SAPPIAMO COME SARÀ IL MONDO NEL 2050

POSSIAMO SOLO INSEGNARE AI GIOVANI A ESSERE SEMPRE FLESSIBILI

“Per prima cosa dovremmo essere onesti con noi stessi e con i nostri figli. Dire loro e dire a noi stessi: non sappiamo come sarà il mondo nel 2050. È la prima volta nella Storia che ignoriamo anche le cose più basilari. Nel corso della Storia si poteva ignorare quale sarebbe stata la situazione politica dopo 20-30 anni. Ma almeno si poteva prevedere suppergiù il mercato del lavoro e le qualifiche che sarebbero state necessarie. Oggi, se pensiamo a come sarà il mondo tra 30 anni, nessuno sa come sarà il mercato del lavoro. Nessuno sa che qualifiche saranno necessarie. Perciò non sappiamo cosa insegnare di preciso ai giovani di oggi. La scommessa migliore è insegnare ai giovani a studiare, essere sempre flessibili. L’unica certezza sul mercato del lavoro e sul mondo nel 2050 è che saranno imprevedibili: continuamente ed estremamente cangianti. Le persone dovranno continuare a studiare e cambiare per tutta la vita. La cosa più importante è insegnare ai più giovani non solo come studiare, ma come preservare la loro flessibilità mentale perché dovranno continuare a cambiare per tutta la vita. È la parte più difficile per molti. Da giovani, si vivono continui cambiamenti. Ma alla maggior parte delle persone, a 40 o 50 anni, non piacciono i cambiamenti. Preferiscono la stabilità. È stato così per quasi tutta la Storia. Ma non sarà così nel XXI Secolo.  Penso che l’obiettivo principale dell’Istruzione dovrebbe essere formare persone con una mente flessibile e un’alta intelligenza emotiva. Non sappiamo quali qualifiche tecniche saranno necessarie. Spesso si dice che sarà fondamentale saper codificare. Ma forse per il 2050, l’intelligenza artificiale riuscirà a codificare meglio degli umani e non avremo bisogno di scrivere i codici perché sarà obsoleto. Avremo bisogno di altro. Per questo secondo me la scommessa più saggia è sviluppare la flessibilità mentale”.

Sky Tg24, l'intervista del direttore a Yuval Noah Harari: La Democrazia non è morta!LA DEMOCRAZIA È IN CRISI MA VIVA

È UN SISTEMA CHE SA RICONOSCERE I PROPRI FALLIMENTI E REINVENTARSI

“La democrazia è stata dichiarata morta già da Hitler, da Stalin, ma è ancora viva. Non in formissima, è comunque in crisi, ma è ancora in vita. La cosa bella della democrazia liberale è che è il sistema di governo più flessibile che gli umani siano mai riusciti a creare. È un sistema che può assorbire le critiche, riconoscere i propri fallimenti e reinventarsi. L’ha fatto più volte nel XX Secolo. Per questo è sopravvissuta, mentre Fascismo e Comunismo sono crollati. E poi se pensiamo ai valori liberali chiave, oggi sono più forti e diffusi che mai nella Storia del mondo. Anche in posti come la Russia. C’è un test molto semplice per capire se si è un Liberale, non in senso stretto – per esempio negli Stati Uniti i Liberali sono i Democratici– intendo nel senso più profondo. Il Liberalismo viene da Libertà. È l’idea che le persone debbano essere libere di decidere per sé. Perciò in politica, per la maggior parte della Storia, si pensava che il Potere venisse dagli Dei o che fosse ereditato dai Re. Il Liberalismo dice invece di no: le persone dovrebbero essere libere di scegliere il proprio governo. Oggi questa convinzione è diffusa più che mai. Anche in Russia si tengono elezioni. Saranno fittizie, ma anche la Russia deve aderire formalmente a questo ideale”.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E BIOTECNOLOGIA

AZIENDE E GOVERNI CAPIRANNO LE NOSTRE EMOZIONI E OPINIONI MEGLIO DI NOI

“A cosa assistiamo ora nel mondo? L’intelligenza artificiale e la biotecnologia si stanno fondendo sempre di più per realizzare una singola rivoluzione tecnologica che presto permetterà ad aziende e governi di ‘hackerare’, decifrare gli esseri umani. Il segreto è raccogliere dati con la biotecnologia, sul corpo umano e soprattutto il cervello umano e poi analizzare quelle informazioni per decifrare l’essere umano. Per capire le sue emozioni, i sentimenti, le opinioni meglio di come le capiamo noi. Come primo risultato, permette di prevedere cosa faranno gli umani, ma poi permette anche la manipolazione e il controllo. Assistiamo alla creazione di due tipi di regimi di sorveglianza. In Occidente vediamo la nascita del cosiddetto Capitalismo di Sorveglianza: multinazionali che ammassano quantità enormi di dati su ogni singolo individuo, al momento per venderci delle cose, ma più in là si potrebbe usare per altri scopi. In altri paesi, questo lo fanno i governi, non le multinazionali”.