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Tutto il talento di Riccardo Rossi “On Stage” al Teatro Parioli

C’è ancora tempo fino a domenica 19 marzo per andare a vedere al Teatro Parioli “On stage” lo spettacolo che vede come protagonista l’attore Riccardo Rossi.

Un one-man-show di novanta minuti in cui il comico romano ripropone i suoi monologhi più divertenti, dall’acquisto dell’agenda più famosa del mondo, la Filofax, comprata direttamente a Londra con tanto di interrogazione, alle lettere della rubrica sulla Salute pubblicate da Repubblica, senza risparmiare l’età del “debutto in società” che tutti noi abbiamo vissuto, ovvero i terribili anni alle elementari.

Vent’anni di carriera non è facile riassumerli in una sera eppure Ricardo Rossi, che aspetta i suoi fan accogliendoli al botteghino del Teatro con tanto di selfie, ci riesce perfettamente. E spiega allo spettatore perché la sua vita è stata in un certo senso segnata fin dalla sua infanzia, passata ad ascoltare musica sinfonica all’Accademia di Santa Cecilia per volontà delle sue prozie (da qui anche l’amore per la musica classica) e dal fatto che lui è l’unico bambino d’Italia che non ha mai potuto giocare a calcio. “Mi avevano riscontrato un soffio al cuore” – racconta oggi divertito – ma negli anni Sessanta per non correre rischi il medico disse a mia madre che dovevo evitare ogni sport, non potevo neanche andare allo stadio per tifare la Roma o giocare a subbuteo perché l’alternativa era la morte!”.

Si diverte e fa divertire il comico romano quando racconta al suo pubblico anche della dieta a cui si è sottoposto dal famoso professor Pietro Migliaccio (scomparso tre anni a fa e a cui il pubblico tributa un applauso), dieta che era una vera e proprio costrizione per lui che è abitato “a magnà” e che nel racconto finisce per durare solo una settimana, tanto era inutile perché sgarrare le direttive mediche era fin troppo facile per lui che di giorno vive mangiando nei bar della Capitale e la sera non può sottrarsi agli inviti per aperitivi e cene con amici.

Racconta anche di come quando un giorno, non si sa bene e perché, varcati i cinquant’anni improvvisamente è diventato presbite e l’incontro con l’oculista che gli confida “benvenuto nel club” è una pagina di comicità reale, di vita vissuta e, anche per questo, raccoglie gli applausi del pubblico che si identifica con quel fastidioso problema di salute.

In un’ora e mezza di spettacolo, con la regia di Cristiano D’Alisera, il comico romano prende per mano, nel vero senso della parola, gli spettatori e li riporta indietro nella memoria quando le medicine, ad esempio, avevano un vero effetto curativo (“nei medicinali c’era il principio attivo – dice – non come oggi che sono acqua fresca”) e ancora oggi, superati i sessant’anni non riesce a spiegarsi come riescono a piegare il bugiardino nelle scatole visto che una volta aperto si trasforma “in una cuffia” che difficilmente rientrerà nella confezione.

Uno spettacolo divertente che riesce anche a far riflettere, a far ridere ed emozionare ripercorrendo molti ricordi di un passato più o meno recente (fatto dalle tante strade di Roma che Rossi cita con divertente ironia), con cui il comico romano è stato in grado anche di regalare alcune chicche personali molto convincenti. Come quando racconta attraverso la foto di classe delle elementari come nella vita di ciascuno di noi c’è sempre stato un personaggio “il bello della classe” che aveva una marcia in più rispetto a chi, come lui, come noi, ha sempre faticato perfino negli abiti di Carnevale, quando tutti indossavano maschere perfette e lui era costretto a mostrarsi con un finto Zorro, senza maschera e senza mantello.

C’è un po’ di malinconia nello spettacolo, ma è quella malinconia sana, genuina di chi ancora oggi è felice se la sera si fa due etti e mezzo di spaghetti cacio e pepe con tanti saluti al compianto professor Migliaccio e a chi ci vorrebbe in vita solo con l’insalatina condita con un cucchiaino d’olio.

Giornalista professionista, ha lavorato nelle redazioni del Tg4, Il Giornale, Liberal, Affari & Finanza e, come corrispondente, per Tribuna de Actualidad. È stato tra i curatori della comunicazione aziendale di Cirlab, Netsystem ed Enel. È autore dei libri El Paìs, le ragioni di una svolta (FrancoAngeli, 1999), Europa di carta guida alla stampa estera (FrancoAngeli, terza edizione 2009) e coautore del volume Guido Gonella, il giornalista (Edizioni Goliardiche, 2006). Ha insegnato Storia del giornalismo europeo all'Università Lumsa di Roma. Nel 2006 ha vinto il premio giornalistico come addetto stampa dell'anno per l'economia. E' stato capo ufficio stampa del Ministero del Commercio Internazionale, vice coordinatore dell'Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico e assistente per la stampa nazionale a Palazzo Chigi durante l'esperienza del Governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti.