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“Veloce come il vento”: Stefano Accorsi, passioni automobilistiche e famiglia

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VCIV_defLa passione per i motori è motivo di riunione di una famiglia scombinata dalla droga e dalla morte, durante una gara, del capofamiglia: Giulia De Martino, figlia di un grande dell’automobilismo è dotata di una naturale inclinazione per la guida e, pur minorenne, partecipa al campionato GT dopo la morte del padre.

Ma le non buone condizioni economiche della ragazza, che da sola deve anche provvedere a crescere un fratello di sette anni, la costringono a scommettere la casa in cui abita contro la vittoria nel campionato, da lei ampiamente sperata e probabilmente a portata di mano; purtroppo la mala sorte si avventa su di lei ed ecco presentarsi un fratello maggiore, ex gloria dell’automobilismo, che però non vede da dieci anni perché allontanatosi da casa ed ora tossicodipendente.

L’arrivo del fratello, Loris, è una frustata per la ragazza che è costretta a vivere con lui e con il fratellino nella casa oggetto della scommessa; ma tutti i mali non vengono per nuocere e tra varie vicissitudini la famiglia scombinata dalla droga in qualche modo si ricompone perché la forza d’animo di Giulia è tale da “ redimere “ Loris che diviene il suo istruttore e la guida verso una bella vittoria che sarà di base per la ricomposizione della famiglia.download10

Belle riprese di gare automobilistiche, autodromi di mezza Italia scandagliati dalla macchina da presa che arriva fino a riprendere l’inverosimile, gare e fughe di automobili da adrenalina a mille con il cuore rivolto alla ricomposizione di una famiglia, un vecchio meccanico, di quelli con il cuore, che cerca di aiutare la ragazza meritevole di un aiuto che veramente gli scende dal cielo e che sorprendentemente ribalta la sua fragile vita apparentemente destinata alla povertà, una ragazza tutta nervi e sentimenti.

Il film è intriso di sentimenti, passioni, tragicità ed anche di una certa comicità che l’ambiente romagnolo nel quale si svolge la vicenda esalta con il bel dialetto e con la straordinaria abilità di Stefano Accorsi nei panni del fratello drogato che emerge sopra a tutti, uomini e donne che ruotano intorno all’ambiente delle corse, con i loro interessi, le loro avventure, storie e sentimenti.

Un richiamo particolare alla delicatezza ed al personaggio di Giulia, una splendida ed indovinata ragazza interpretata da Matilda De Angelis, romagnola come Accorsi e che con lui è parte di una famiglia che invece del sangue ha l’olio nelle vene; il soprannome di “ ballerino “ attribuito ad Accorsi-Loris gli derivava, quando correva e non era viziato dalla droga, dalla delicatezza con cui affrontava le curve, delicatezza che ha saputo trasfondere alla sorella che appare come la incarnazione delle varie donne pilota che si muovono nel mondo delle corse.

La morale: la famiglia è la base della società, la sua organicità e la sua unione fanno veramente la forza.

Il film, il cui regista è quel Matteo Rovere ( Smetto quando voglio, The Pills, Un gioco da ragazzi ) sarà in sala dal 7 aprile prossimo ed ha la durata di 120 bellissimi minuti e racconta, border line, le vicende di un grande pilota di auto da rally, Carlo Capone, stessa tempra e stesso carattere del Loris protagonista di una pellicola di genere, anomala nel panorama del cinema italiano che ben rappresenta i concetti di intrattenimento e di divertimento che spesso, purtroppo, vengono identificati solo con la commedia: insomma, uno stimolo per il pubblico ed un intrattenimento declinato in termini assolutamente diversi.