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“ Venezia. Infinita avanguardia “ Carlo Cecchi e Hania Rani in un documentario per celebrare i 1600 anni di una città che è ” donna “

Anche non volendo considerare che  la laguna veneziana si è formata nel VIII secolo a.C. e che quindi é supponibile che all’epoca fossero ivi già presenti insediamenti umani  la tradizione vuole che in età pre-romana la civiltà era ben radicata nella paludosa zona dello’Adriatico  con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse.

La città, che è stata per 1100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissima, la Dominante e la Regina dell’Adriatico è nota per le sue peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, ed è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo tanto da essere dichiarata dall’Unesco, assieme alla sua laguna, patrimonio artistico dell’Umanità.

Secondo studi risalenti all’anno 1000 il primo insediamento a Venezia risalirebbe al 25 marzo del 421: ricorre pertanto, quest’anno, il 1600mo anniversario dalla sua fondazione.

Eppure, a distanza di tanti anni Venezia continua ad essere unica: per l’ambiente urbano, fatto di pietra, terra e acqua e per la sua storia-leggenda, per la sua identità di città che tiene insieme DNA opposti in una formidabile contraddizione esprimendo in tal modo il fascino della decadenza e la frenesia dell’avanguardia.

Nell’occasione 3D Produzioni e Nexo Digital con la collaborazione di Villaggio Globale International, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con la collaborazione speciale di Fondazione Musei Civici di Venezia, propongono un film documentario con cui Carlo Cecchi, maestro del teatro italiano e la talentuosa pianista polacca Hania Rani illustrano insieme il fascino della decadenza e la frenesia dell’avanguardia che caratterizzano entrambe ed insieme la città dei Dogi.

Il documentario proposto, partendo dalla illustrazione dell’immenso patrimonio artistico che comprende palazzi e capolavori di indubbio valore storico, illustra le connessioni artistiche e culturali, i nessi visivi che compongono l’immenso puzzle di una città assolutamente futuribile e, soprattutto, descritta al femminile dalla voce preziosa di Lella Costa: il Canal Grande, il Museo Correr, le vedute di Canaletto, le opere di Francesco Guardi, Pietro Longhi, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, Vittore Carpaccio, e naturalmente quelle di Bellini alle Gallerie dell’Accademia, di Tiziano, Tintoretto, Veronese. E ancora Ca’ Rezzonico | Museo del Settecento Veneziano, il Grand Tour, le sculture di Canova, gli scatti d’epoca di Carlo Naja che conquistarono l’Europa, gli antichi mestieri ritratti nelle fotografie di Enrico Fantuzzi,  Palazzo Pesaro degli Orfei, Emilio Vedova e la sua lotta per salvare i Magazzini del Sale, Carmelo Bene che legge il Manifesto futurista “Contro Venezia passatista”, le trasgressioni del Carnevale, le antiche fornaci ora laboratori di sperimentazione di Adriano Berengo, l’arrivo in città del Circo Togni coi suoi elefanti sui ponti storici, le pièces di Goldoni, le straordinarie ville Liberty,

l’eleganza e la moda del Lido, le feste veneziane a casa del compositore americano Cole Porter e della moglie Linda, l’età del jazz, le serate mondane della giornalista americana Elsa Maxwell, le opere misteriose di Banksy, i taccuini fitti di appunti di John Ruskin, la vibrazione cromatica e meditativa dell’acqua raccontata da Turner, le tombe di Sergej Djagilev e Igor Stravinskij, il fascino della Giudecca, il Caffè Florian e la nascita dell’idea della  Biennale, la Mostra Cinematografica e il primo nudo nella storia del cinema, l’insonnia veneziana di Wagner, le pittrici Giulia Lama e Rosalba Carriera, Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata della storia, la determinazione delle cortigiane, i vetri di Murano e i capolavori di Giuseppe Lorenzo Briati, le fughe di Casanova, il MOSE e l’emergenza ambientale, l’amore per la città di Hugo Pratt, le spoliazioni napoleoniche, il soggiorno dell’Imperatrice Sissi, gli intarsi di Andrea Brustolon che Balzac soprannominò il “Michelangelo del legno”, i tessuti e gli abiti di Mariano Fortuny e della moglie Henriette, la Marchesa Casati Stampa, la favolosa, eccentrica, imprevedibile Peggy Guggenheim, la suggestione del Teatro La Fenice, uno dei templi della musica più belli del mondo.

In una fantasmagoria di luci, di contrasti, di riprese fotografiche assolutamente accattivanti emerge la descrizione di una città che non si è mai fossilizzata nella conservazione di una sola identità storica, ma ha sempre lasciato che il genio e la creatività dei viaggiatori di passaggio e dei suoi stessi abitanti, con estro e trasgressione, continuassero a reinventarla.

Sarà, Venezia, la grande sfida del futuro per risolvere le emergenze e i problemi: una città che vuole essere all’avanguardia nella cultura, nella creatività ma anche nella sostenibilità del domani.

Questo film documentario che prende avvio dall’immenso patrimonio contenuto all’interno di una città incantata sarà nelle sale solo nei giorni 11, 12, 13 ottobre: soggetto di Didi Gnocchi, sceneggiatura di Sabina Fedeli, Didi Gnocchi, Valeria Parisi, Arianna Marelli, e regia di Michele Mally.