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L’amore al tempo dell’adolescenza, con “Mezzamela” Matteo Bussola indaga le farfalle nello stomaco dei nostri ragazzi

Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non v’era la distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due: da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all’antica perfezione”.

E’ un passaggio del mito delle due metà descritto nel Simposio di Platone e narrato dal commediografo Aristofane. Un tempo l’uomo e la donna erano per l’appunto una cosa sola, perfetti e bellissimi ma, Zeus, invidioso, li divise in due e li destinò a cercarsi per tutta la vita. Trovando l’una e l’altra avrebbero riconquistato l’antica perfezione perduta.

Si può partire da qui per leggere con attenzione il nuovo romanzo di Matteo Bussola “Mezzamela, la bellezza di amarsi alla pari” appena dato alle stampe per Salani Editore (pag. 140, euro 15,90) che racconta in modo lieve l’amore tra due adolescenti, Marco e Viola, appena usciti dalla pubertà (nel precedente volume, Viola e il blu, i protagonisti avevano 9 anni). Un libro come una sorta di diario adolescenziale dove l’autore racconta l’affaccio verso l’amore di due ragazzi della seconda media che si conoscono e sono cresciuti insieme fin dalle elementari. È un libro dedicato e scritto per loro, ai loro primi turbamenti.

Viola infatti si è resa conto di vedere Marco con occhi diversi in un pomeriggio di ottobre nel cortile della scuola mentre sta giocando a calcio. Marco invece prova qualcosa per Viola già da un po’, ma ha paura di confessarsi perché sono amici da tanti anni, e si sa che quando dici a qualcuno che ti piace poi le cose possono cambiare, e quasi mai in meglio. Ed è proprio lì, nel momento della consapevolezza di nuovi sentimenti, quando tutto dovrebbe essere semplice e bello, che le cose si fanno invece più difficili. Quando è che si smette di essere amici e si diventa altro? Come si capisce la differenza? Come si parla a una stessa persona con una voce nuova? Con che occhi la si guarda?

Sono tutte domande a cui Bussola – che ha pubblicato in passato successi editoriali come “Notti in bianco, baci a colazione” dove scriveva della sua famiglia e di come le sue figlie avevano stravolto in meglio la sua vita – si avvicina in punta di piedi narrando e senza mai giudicare quel sentimento così complicato che è l’amore, quello vero, quello che ti fa “sentire le farfalle nello stomaco”. Il libro ha questo pregio, non indifferente, di portare il lettore con mano in quel ginepraio di sentimenti contrastanti che è l’adolescenza dei nostri ragazzi. Lo fa, come si diceva, con uno stile semplice e asciutto proprio per parlare ad una generazione che invece del libro è sempre più immersa nei social e sembra comunicare solo attraverso le storie di TikToc o di Instagram.

Forse il limite del libro è proprio questo, cioè si percepisce che è scritto da un cinquantenne piuttosto che da un ventenne. E anche nel linguaggio scompaiono tutte quelle terminologie da ‘nabbo’ a ‘bro’ fino a ‘cheater’, quello che bara non solo nei videogames ma anche nella vita e negli affetti, che rappresentano lo slang dei nostri adolescenti il più delle volte sconosciuto ai genitori che si sono fermati a ‘figo’ per esprimere un sentimento di stupore.

L’incomunicabilità tra genitori e figli spesso deriva dal fatto di non parlare la stessa lingua, di avere in mezzo a volte due, se non tre generazioni di differenza. Ma l’amore – che è un sentimento universale – che tutti, si spera, abbiano almeno provato una volta nella vita ha radici comuni a tutte le età. Il libro “Mezzamela” prova a raccontarlo cercando di mettere in primo piano propria la bellezza di amarsi alla pari. Vediamo se i nostri ragazzi/e lo leggeranno: se così fosse sarà una scommessa vinta da parte di Bussola, altrimenti questo libro resterà come quell’apostrofo rosa che solo i boomer conoscono.