“Il Profumo della Dolce Vita” ha incontrato Liselotte Parisi, assistente al doppiaggio, artista di successo e molto nota nel mondo del doppiaggio italiano. Liselotte ha lavorato per i più grandi registi e produttori italiani. Ci racconta il suo lavoro e tutto quello che avviene – e che si può raccontare in un’intervista! – dietro le quinte di un mondo misterioso e magico, ma al contempo poco conosciuti agli spettatori del grande schermo. Tra gli ultimi Film di grande successo, ha diretto e curato il doppiaggio di “Quo Vado?” di Nunziante-Zalone, e di altri importantissimi Film ancora, dei quali ci parlerà nell’intervista.
Liselotte, benvenuta a “Ilprofumodelladolcevita.com” e grazie per avere accettato il nostro invito. Voglio iniziare questa che sarà certamente una bella chiacchierata, chiedendoti di presentarti ai nostri lettori. Saprai che il nostro Magazine online è molto seguito da persone del mondo dello spettacolo e saprai certamente che abbiamo intervistato tutti i più grandi artisti italiani e hollywoodiani del Cinema nazionale ed internazionale che sono passati da Cannes, Venezia o Roma per i relativi Festival del Cinema. Cosa ci dici di te come artista e come donna?
Io sono stata molto fortunata perché mi sono avvicinata a questo magico mondo quando ancora c’erano i “Grandi” Doppiatori e Direttori. Quelli che hanno fatto la Storia del Doppiaggio in Italia. Faccio solo qualche nome: Pino Locchi (voce di Sean Connery e Tony Curtis), Cesare Barbetti (voce di Robert Redford, Steve McQueen e Roger Moore), Giorgio Piazza (voce di Henry Fonda, James Stewart e William Holden), Renato Mori (voce di Gene Hackman), e potrei continuare. Quando mia zia Gabriella mi chiese se fossi interessata, lei stava iniziando a seguire il doppiaggio della “Piovra 1“ di Damiano Damiani, dissi senza esitazione subito di sì. Come non esserne subito rapita? E così, seguendo mia zia per due anni, tutti i giorni per 9 ore al giorno, ho cominciato a sostituirla in qualche turno nella “Piovra 3“ di Luigi Perelli. E’ così che ho cominciato il mio lungo cammino fino a seguire il doppiaggio della “Piovra 7” con Roul Bova, allora alla sua prima esperienza cinematografica.
E’ molto impegnativo curare il doppiaggio delle produzioni italiane perché incontri spesso attori che nn hanno grandi esperienza di doppiaggio e quindi bisogna stargli vicino, rassicurarli e farli sentire a proprio agio, come fa una mamma con il suo bambino! Mia zia Gabriella, infatti, mi disse subito: “per fare questo lavoro devi amarlo ed essere una psicologa, avere pazienza e cercare di capire le debolezze dell’attore e devi metterli a loro agio.” Per cui, per me, ogni film è come se fosse il primo film. Ogni volta provo emozioni diverse. E’ questo il lato che amo della mia professione e che mi affascina moltissimo.
Che bellissimo racconto, Liselotte. E’ veramente magico quello che ci hai raccontato. Ed è bellissima la tua storia di come sei entrata a far parte di questo mondo così affascinante.
Adesso Liselotte, ti faccio una domanda che fa parte delle domande base delle mie interviste, delle mie conversazioni con gli artisti che ho la fortuna di incontrare per intervistarli. Non so se sai che il “Teatro Massimo” di Palermo, costruito tra il 1875 e il 1891 da due tra i più importanti e famosi architetti di quel tempo, Giovan Battista Filippo Basile e il figlio Ernesto Basile, nel gigantesco Frontale ha inciso una frase per me bellissima: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu, Liselotte, che sei un’artista che vive l’arte spesso dietro le quinte “dirigendo le voci” per attori ed attrici molto importanti del panorama cinematografico internazionale e nazionale, leggendo questa frase cosa ti viene in mente che vuoi condividere con i nostri lettori?
Il mondo del doppiaggio è un Arte, ma solo pochi film possono ritenersi veri capolavori, che si possono definire “opere d’arte”, e che meritano di essere ricordati nel futuro. Secondo la mia esperienza, negli anni passati, all’inizio della mia carriera, si facevano film con grandi contenuti e con grandi attori che trasmettevano emozioni indimenticabili. Adesso, da una decina d’anni a questa parte, si pensa solo a riempire i botteghini. I produttori preferiscono fare film con grandi effetti speciali, ma dei quali dopo un anno non rimane traccia nella memoria di nessun spettatore. Forse nel Teatro è diverso, non lo so!, anche se il mondo del Teatro sta attraversando un momento – che dura oramai da diversi anni – di grave crisi di pubblico e di finanziamenti pubblici. E’ difficile tenere questo mandato che citala frase incisa sul Frontale del Teatro Massimo di Palermo che comunque piace moltissimo anche a me. Ma la verità è che in Italia nell’arte, nel Teatro e nel Cinema, vengono investiti sempre meno soldi ed è sempre più difficile creare dei prodotti teatrali o cinematografici in grado di rispettare quel mandato che la cultura ha dato fin dal tempo dei Greci antichi alla recitazione e all’Arte. Vediamo come molti Teatri storici vengono chiusi, questo è un segno indiscutibile ed oggettivo. Altro che “l’arte rinnova i popoli”. Da quello che io vedo dal mio punto di vista privilegiato di artista dietro le quinte, oggiin Italia, e forse nel mondo del Cinema e del Teatro in generale, c’è un forte decadimento.
Non posso che essere d’accordo con Te, Liselotte. Hai perfettamente ragione e qualsiasi altra cosa venga detta in proposito mi appare un po’ ipocrita e irrealistica. L’Arte in generale ha perduto il suo mandato che nasce dai Greci Antichi e che è stato tramandato anche agli Antichi Romani.
Come ti ho anticipato prima, Andrea, per questa professione non ci sono Scuole o Corsi di Formazione. Come hai ben detto tu, hai dei “Maestri d’Arte”: per me la mia prima maestra è stata mia zia Gabriella Bompani. Senza di lei, senza il suo aiuto, senza la trasmissione di sapere ed esperienza che mi ha lasciato in tanti anni di affiancamento e di lavoro gomito a gomito, mai avrei potuto fare questo lavoro. Quindi, la strada da seguire, per chi vuole intraprendere questa professione, è solo una: seguire fianco a fianco, passo dopo passo, chi già la fa da anni questa professione. Io ho fatto questo, per tanti anni, e con pazienza e determinazione, senza scoraggiarmi mai perché ero affascinanta da questo mondo, giorno dopo giorno ho imparato, ho “rubato il mestirere“ come si dice in gergo – in tutte le professioni – osservavo molto e ho carpito e fatto mio ogni segreto professionale, ogni strumento di lavoro per diventare e poi essere una brava professionista. Come i lavori d’artigianato di un tempo antico, o come hai ben detto tu, Andrea,seguendo il proprio “Maestro d’Arte”.
Una volta, negli anni ’70 / ’80, era molto difficile entrare a far parte di questo mondo. Prima i direttori erano molto più esigenti e bisognava essere veramente bravi. Ora, purtroppo, si vedono situazioni imbarazzanti in cui magari vedi persone mai viste prima che fanno l’assistente al doppiaggio perché parentI o amicI di un Direttore. Oggi accadono cose nella mia professione, che mai e poi mai sarebbero accadute quando ho iniziato io. Succedono cose incredibili professionalmente: solo dopo due o tre volte che il “nuovo professionista” segue un film, vengono fatti entrare in sala di doppiaggio. E i guai e i problemi che combinano non sono dicibili e non li posso raccontare pubblicamente hahahah. E questo, per me, che ho fatto la gavetta e tutto quello che ti ho raccontato, Andrea, è professionalmente veramente triste!
Purtroppo questo è uno dei motivi per i quali il nostro Paese, l’Italia, da capitale mondiale della cultura, riconosciuta da tutti, sta a poco a poco diventando il fanalino di coda della Cultura internazionale. Siamo governati da gente mediocre che mette nei posti chiave gente altrettanto mediocre e senza professionalità o formazione. Ma questa è un’altra storia che fa parte di tutte le professioni di questo Paese che amiamo tantissimo, noi italiani, ma che abbiamo lasciato in mano a gente che certamente non fa l’interesse né dell’Arte né della Cultura.
Comunque sia, Liselotte, vuoi raccontare ai nostri lettori il tuomondo lavorativo? Non tutti sanno come funziona il mondo del doppiaggio. E’ un mondo misterioso e al contempo affascinante. Cosa diresti ai nostri lettori se volessi descrivere loro e far capire in cosa consiste il tuo lavoro di “Assistente al doppiaggio” e di “Direttore del doppiaggio”?
E’ vero quello che dici, Liselotte, la professionalità e la competenza innanzitutto, per ogni genere di lavoro, per ogni tipo di professione.
Quello del doppiaggio, Liselotte, è, come abbiamo già detto, un mondo poco conosciuto ma al contempo affascinante. Tutti i più grandi attori italiani si sono cimentati nel doppiaggio e molti doppiatori sono stati anche grandi attori, basti pensare tra tutti al compianto Ferruccio Amendola, grandissimo attore e straordinario doppiatore. Ma secondo te, quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi di questo lavoro? Cos’è che ti rende felice quando eserciti la tua professione e cosa invece ti rattrista? Se avessi la possibilità di migliorare qualcosa, cosa faresti?
E’ vero, il mondo del doppiaggio è affascinante e misterioso e molti doppiatori arrivano dal Teatro. Ma sono i doppiatori di qualche anno fa come i “Direttori del doppiaggio” che ho citato prima. E poi c’erano donne meravigliose come Maria Pia Di Meo, Vittoria Febbi e Sonia Scotti, doppiatrici fantastiche che venivano anche loro dal teatro. Ora, invece, ci sono bravissimi voci giovani, bellissime, come Francesco Pannofino, Francesco Prando, Cristian Iansante, Roberto Pedicini e Luca Ward che ancora riescono a farti sognare. Loro vengono da una lunga gavetta e a poco a poco, facendo piccolo battute e avendo avuto la fortuna di essere diretti dai Grandi Direttori di Doppiaggio, sono arrivati alla vetta più alta.
L’ aspetto negativo di questo mestiere, oggi, è che il lavoro non è della stessa qualità di una volta. L’ho un po’ detto prima. Ho anche accennato ai motivi. Oggi, con tutti questi nuovi canali TV, la richiesta di doppiare dei film o delle serie TV, si è triplicata e mi rendo conto e vedo dalla mia prospettiva di Assistente al Doppiaggio, che il doppiaggio che qualche volta vedo in TV o in qualche Film, non è fatto con la stessa cura di prima, con la stessa attenzione, con la stessa professionalità, oserei dire con la stessa passione!
Una volta si facevano 15/20 scene a turno: tre ore di lavoro. Adesso se ne fanno 40. Per fare più scene in meno tempo risparmiando sul lavoro. Ma purtroppo i risultati sono visibili ad un occhio attento, risultati assolutamente meno soddisfacenti. E’ questo mi rattrista molto della mia professione. La piega che sta prendendo! Ma questo lo dico io, Andrea, che ho una provenienza professionale ed artistica di un modo di lavorare molto più meticoloso e scrupoloso, dove contava la precisione e la bravura, dove la passione e la dedizione erano al primo posto, dove la qualità del prodotto non doveva mai essere messa in discussione e per nessun motivo.
Noi spettatori, Liselotte, andiamo al cinema e vediamo un film già “confezionato”, ma nessuno sa – se non gli addetti ai lavori – qual è il lavoro che viene fatto per doppiare un film in ogni sua parte e il tempo e la fatica che occorrono per rendere il film come poi lo vediamo sul grande schermo. Cosa puoi raccontare ai nostri lettori di questa componente di un film? Quando dura, in media, un lavoro di doppiaggio?
C’è differenza tra un Film di circuito che va al Cinema e una lavorazione di una serie TV o di un Film che va solo in TV.
Nelle serie poliziesche, invece, basta che sia buona l’intonazione e che ci sia il “sinc” (il sincronismo con i movimenti labiali dell’attore che si sta doppiando nel film, quello di cui parlavo prima ) e poi tutto va bene. L’importante è scegliere il doppiatore o la doppiatrice giusta per quel ruolo, e poi la recitazione viene spontanea per tutti. Qualche volta succede che il doppiatore arriva in sala e comincia a vedere il suo personaggio, ma non si ritrova. Magari non riesce a vedersi su quel volto, su quel tipo di voce da coprire, e allora è più difficile fare il doppiaggio perché in termini tecnici, come si dice in gergo, “scolla”: è come se quella voce non uscisse da quella bocca, da quel volto. Ma a dire il vero sono cose che capitano pochissime volte.
Nel mondo dell’Arte si dice spesso, Liselotte, che quello che conta più di ogni altra cosa è il talento. Ma si dice anche che se hai talento devi fare una buona formazione e poi tanto lavoro, lavoro, lavoro! Cosa ne pensi di questo dalla tua prospettiva artistica? E’ davvero così in Italia?
Come in tutti i lavori bisogna che dietro ogni doppiatore ci sia una preparazione artistica completa. Molti vengono dal Teatro o dalle Accademie che danno una formazione completa. Il teatro sicuramente aiuta a saper usare il diaframma, la voce, il tono, tutte cose fondamentali per chi vuole fare il doppiatore in sala per un Film. Il doppiatore quando doppia e recita sa già, vedendo la scena dove deve portare la voce, come deve impostare la sua voce. È una vera musica. Ogni tanto, purtroppo, arriva qualche giovane doppiatore, senza alcuna esperienza importante di Teatro, e non sa assolutamente come impostare la sua voce o come dosarla. Urla o sussurra, e non riesce ad ”usare“ la sua voce come dovrebbe.
Alla luce della tua esperienza professionale, Liselotte, oltre al talento, alla passione, allo studio e alla formazione, quali sono secondo te le qualità che deve possedere un’artista per sfondare, per avere successo, per diventare una Star nel mondo del Cinema e dell’Arte in genere?
Secondo me oltre al talento e alla formazione artistica, bisogna avere molto, molto amore per questo lavoro. Non pensare solo al profitto immediato che può dare questo lavoro. Sono molto polemica in questo senso, ma sto vedendo in questi ultimi anni molta sciatteria e nessuna curanza per il lavoro che si fa. Invece proprio dai più bravi bisognerebbe avere l’esempio di amore e passione per questo lavoro.
Non è facile fare il doppiatore perché a differenza dell’attore che si trova nella situazione a recitare come se fosse vero, dopo prove e prove con il regista che lo guida, il doppiatore si trova davanti ad un leggio, al buio, senza sapere fino a pochi minuti prima chi sta per doppiare, la storia di quel personaggio. Poi, dopo qualche prova tecnica e artistica, senti quella voce che recita, piange o sorride o si dispera coprendo quel volto perfettamente! E’ la magia di questo lavoro.
Devo dire che qualche volta è successo anche di aver assistito a film migliorati grazie alla bravura dei doppiatori che hanno reso più attrattive certe situazioni in cui l’attore non era stato perfetto. Molte volte si dice “che bravo quell’attore”, senza pensare – perché in effetti non si sa! – che magari è stato un bravissimo doppiatore a migliorarlo.
Nel doppiaggio o sei bravo o non vai avanti. Mi è successo di assistere a provini di ragazzi che venivano senza la minima esperienza e avevano la “faccia tosta “ di chiedere di fare un provino. Ho assistito Direttori che interrompevano il provino pregando il ragazzo o la ragazza di andarsene subito dalla sala e dicendo loro: “Dovete avere rispetto per tutte le professioni! Non bisogna pensare che solo perché si ha una bella voce si può recitare. Bisogna studiare dizione, recitazione, tecniche di respirazione per saper gestire il fiato, insomma non ci si trova ad essere doppiatori da un giorno all’altro”.
Purtroppo oggi i giovani vedono in TV ragazzi che partecipano a programmi come “Il grande fratello”, “Amici”, “Miss Italia”, o programmi del genere, che poi vengono presi a recitare in serie TV. E questo è un altro problema perché spessissimo i risultati sono pessimi.
Ma purtroppo, i produttori e gli autori di questi programmi, fanno pensare ai giovani che è tutto facile: basta partecipare ad uno di questi programmi e diventi una Star! Non è affatto così nella realtà del mio lavoro, della mia professione.
Ma si sa che in Italia funziona così.
Hai ragione Liselotte, la meritocrazia è temuta dai potenti di turno e calpestata quotidianamente nel nostro Paese. Meglio la raccomandazione e la mediocrità: è questo il “must” di chi detiene il potere nel nostro Paese in tutti i settori, compreso quello del Cinema. Ma per fortuna, come hai detto benissimo Tu, ogni tanto qualche talento emerge con le sue forze e sfugge a questo meccanismo trita-talenti e trita-cervelli!
Si, come detto prima, anche nel mondo del doppiaggio ci sono situazioni di raccomandazioni e di persone che approfittano dell’ingenuità dei giovani per promettere una vita professionale facile. Poi sono i ragazzi e le ragazze stesse a rendersi conto che non è facile e che il lavoro e la bravura bisogna ottenerla con il sudore, la fatica e l’esperienza giorno dopo giorno, seguendo i turni dei professionisti più bravi e con esperienza, assistendo tutti i giorni in silenzio, cercando di carpire e rubare i segreti del mestiere ai doppiatori esperti e che hanno tanta esperienza e tanta bravura. Si impara in questo modo, non c’è altra strada! E non sempre basta, perché comunque bisogna essere nati per fare l’attori, per fare l’attrice: il talento innato prima di tutto. Poi viene il resto: la formazione, l’esperienza, la bravura, le relazioni, etc…Se non hai talento innato, consiglio sempre di lasciar perdere. E’ solo tempo perso!
Liselotte, abbiamo parlato prima della tua formazione, di come hai imparato questo mestiere così affascinante e intrigante. Ma oltre a tua zia Gabriella Bompani che ti ha introdotto in questa professione e che ti ha “donato” il mestiere, chi sono stati dopo di lei i tuoi “Maestri d’Arte” della tua vita professionale? Vuoi dirci quali sono e quali sono stati per te i più importanti Maestri che ti hanno forgiata come professionista affermata quale sei oggi? Raccontaci qualcosa di loro. Perché per te oggi sono così importanti?
Il mio primo Maestro più importante, insieme a mia zia, è stato Giorgio Piazza. Grande artista ma sopratutto grande uomo. E’ stato il mio primo Direttore durante “La Piovra 3“, ed è stato fantastico lavorare con lui perché è stato come un padre per me. Premuroso ed affettuoso. Aveva pazienza se sbagliavo qualcosa, e mi aiutava cercando di facilitarmi il compito e di trasmettermi la sua esperienza. Ho un ricordo bellissimo di lui che porterò per sempre nel mio cuore.
Ho lavorato anche con Ferruccio Amendola, in una serie televisiva molto nota, “I Robinson”, in cui lui era Direttore e doppiava anche il protagonista. “I Robinson” è stata una serie lunghissima che è durata tanti anni, durante i quali i doppiatori giovanissimi che facevano i figli sono cresciuti insieme ai giovani attori della serie. I due doppiatori maschili, che avevano all’epoca 10/11 anni, hanno cominciato a cambiare la voce, da piccola e infantile a grossa e adulta: quante risate con loro e Ferruccio che diceva loro sorridendo: “Ragazzi, ora potete doppiare anche il padre, così mi rubate la parte!”.
Ho lavorato anche con Maria Pia Di Meo, bellissima voce di Meryl Streep, Audrey Hapburn e Barbra Streisan. Lei è fantastica, molto raffinata, di classe, una vera signora. Quando spiega le cose agli attori, con quella voce così bella e dolce, mi emoziono moltissimo.Tutto con lei diventa semplice e possibile.
E poi ho lavorato per tre anni con Rodolfo Bianchi, bravissimo Direttore e doppiatore, con il quale ho fatto tantissimi film della Mikado. Film che hanno vinto Oscar, premi a Venezia e riconoscimenti un po’ dappertutto. Grazie a Rodolfo ho imparato tante altre cose che mi sono servite per sentirmi sicura nel fare anche la direzione e per sentirmi una vera professionista della Direzione. Devo dire che sono stata molto fortunata nel conoscere e nel lavorare con tutte queste fantastiche persone, che hanno fatto di me quello che sono oggi. E li ringrazio pubblicamente in questa intervista: Grazie a tutti loro!
Ma adesso dicci, Liselotte, a cosa stai lavorando in questo momento? Quale film importante stai Dirigendo nel doppiaggio? Ci puoi anticipare qualche anteprima di qualche film di prossima uscita che hai curato nel doppiaggio e che secondo te avrà un grande successo?
Ho appena finito di dirigere le Integrazioni – ossia quella parte di lavoro che si fa nei Film italiani dove non si deve doppiare tutto, ma solo alcune scene o solo qualche battuta – del film “Quo Vado?“ di Checco Zalone e Gennaro Nunziante che è uscito nelle sale cinematografiche di tutta Italia il 1° Gennaio 2016, e che non credo abbia bisogno di pubblicità. Checco è amato tantissimo dal suo pubblico, e ogni suo Film è un grande successo.
Poi devo fare Integrazioni di doppiaggio per l’ultimo Film di Paolo Genovese di cui non posso svelare niente, ma che sarà un successo come i suoi precedenti Film. Posso solo dire che ci saranno Marco Giallini, Edoardo Leo, Anna Foglietta e Valerio Matrandrea.
Poi ho appena finito di Dirigere il doppiaggio di “Romanzo Siciliano” una serie TV che andrà in onda su canale 5 per la Taodue dal 26 Gennaio. Nel Film ci sono attori importanti quali Fabrizio Bentivoglio e Claudia Pandolfi.
E, per finire, aspetto la primavera per dirigere il doppiaggio di “Squadra Antimafia 8” per la Taodue. Poi una mini serie televisiva, “Il Giustiziere” con Marco Bocci, sempre per la Taodue.
Secondo il mio punto di vista, Andrea, i doppiatori più importanti in questo momento sono Francesco Pannofino, Roberto Pedicini, Massimo Corvo, Fabrizio Pucci, Carlo Valli (la voce dell’indimenticabile Robin Williams), Massimo Rossi, Emanuela Rossi, Mario Cordova, Cristian Iansante, Domitilla D’Amico, Letizia Ciampa, Nisseem Riccardo Onorato (figlio di Glauco Onorato), Alessandra Korompay, Ilaria Latini, Ilaria Stagni, Roberta Pellini, Claudia Catani, Chiara Colizzi (figlia del grande Pino Colizzi), e i Grandi, riconosciuti da tutti come tali, Giorgio Lopez, Melina Martello, Maria Pia Di Meo, Vittoria Febbi, Dante Biagioni, Sergio Graziani, Sonia Scotti. Spero di non aver dimenticato nessuno!
Per quel che riguarda i giovani, Andrea, posso solo dire loro di avvicinarsi al mondo del doppiaggio con umiltà e serietà, dopo aver seguito l’Accademia o fatto Teatro. In questo momento sono tanti i doppiatori, e non è tantissimo il lavoro. Questo vuol dire che solo quelli molto bravi e quelli che sono tenaci e caparbi, i veri talentuosi, possono sperare di entrare in questo pazzo mondo che è il mio mondo.
Ma ai ragazzi che nutrono questa passione voglio dire altro: “NON spendete i vostri soldi in Corsi di Doppiaggio che il più delle volte sono solo delle truffe. Vi rubano i soldi ma non vi insegnano niente. E purtroppo in questo momento ce ne sono moltissimi di questi corsi in giro per l’Italia. Promettono una carriera facile e veloce, ma non è così. E’ una falsità, non è niente vero! Venite nelle sale e assistete, assistete, assistete con assiduità. Abbiate fiducia in quello che vi dico, abbiate fiducia nella mia esperienza, abbiate fiducia in me.” Ecco cosa mi sento di dire in modo diretto e chiaro ai ragazzi che hanno questa ambizione e che leggeranno questa intervista.
Adesso Liselotte, siamo arrivati all’ultima domanda, che faccio sempre perché è legata alla nostra infanzia, ai nostri desideri, ai nostri sogni e alla nostra immaginazione di bambini che avevano grandi prospettive e tanta speranza per il nostro futuro di adulti. Qual è il tuo sogno nel cassetto che ti porti dietro fin da bambina e che vorresti realizzare?
Credo di essere una persona molto fortunata perché il mio sogno è stato realizzato. Da piccola, certo, non conoscevo questo mestiere e non avevo la minima idea di cosa fosse e come ci si potesse entrare. Poi la fortuna mi è venuta incontro e con la caparbietà, la passione e il tempo, sono diventata una persona stimata da tutti e da Assistente al Doppiaggio, oggi, dal 2012, sono Direttrice di Doppiaggio collaborando con la Taodue, e con la Lotus production con Gabriele Muccino, Paolo Genovese ,Ermanno Olmi e Marco Bellocchio. Cosa potrei chiedere di più? Nulla! Sono felice della mia professione e del lavoro che faccio. Questo è quanto!
Grazie a te Andrea, e grazie a tutta la Redazione de “ilprofumodelladolcevita.com” per il tempo che mi avete dedicato. Continuerò a leggervi e a scoprire con voi nuovi talenti. Alla prossima spero!