Sir Ridley Scott, il grande regista inglese che dirige il lungo film ( due ore e tre quarti circa ) su Napoleone Bonaparte, un francese a suo tempo nemico giurato dell’Inghilterra; sembra quasi un paradosso: duecento milioni di dollari spesi per realizzare un film che tutto sommato non appare un granché perché se è vero che le scenografie sono delle vere e proprie megascenografie e le musiche sembrano quasi da chiesa è anche vero che la figura dell’Imperatore non ne esce poi tanto bene perché l’ironia su di lui che sembra dominare l’intera pellicola fa il suo effetto,
Napoleone viene descritto a volte in maniera eroica ed altre volte in maniera quasi comica, con il capo sovrastato dalla sua feluca in qualunque momento delle sue giornate, altre volte in forma grottesca quando allo spettatore vengono propinate scene “ d’amore “ al limite del pornografico; la sua storia d’amore con Giuseppina Boirnet ( che lo tradiva, perdonata ) si sovrappone spesse volte al vero motivo del film che avrebbe invece dovuto essere la descrizione della travagliata vita di un uomo tutta tendente a realizzare il suo desiderio di eternità.