La mostra, secondo l’artista, “è concepita come una raccolta di frammenti che evocano le antinomie di un percorso che si può definire sé-mantico”. Per Benjie Basili Morris “l’arte è una tendenza naturale dell’uomo che attua una libera forma di mimesi, traendone gratificazione e diletto. Tale piacere appare come un fine di per sé all’artista, che gode della pura contemplazione della bellezza universale facendosene tramite: la sua stessa vita diventa opera d’arte quando si fa, come un veggente, strumento delle proprie allucinazioni”.
“L’arte è dunque medianica, non mediata, frutto di un abbandono estatico alla bellezza che si ritrova in tutto, anche nelle manifestazioni più disturbanti. Le opere esposte spaziano da ampie tele baroccheggianti a chiaroscuri fotografici vagamente erotici, da piccoli memento mori su legno disposti all’interno di campane di vetro ad una scultura che rimanda ai presepi napoletani del Settecento, evocando così l’atmosfera di antiche wunderkammern“.
Per info: @sacripantegallery, http://www.benjiebasilimorris.com