Si tratta, nel caso di specie, di un uomo fondamentalmente onesto e che lavora in un fabbrica di salumi dalla quale, come se non bastassero i problemi di tutti i giorni, viene licenziato, un po’ a causa di una sua intemperanza ma anche perché la fabbrica versa da tempo in cattive acque.
Ad un certo punto la bomba esplode e la moglie gli rivela una sua fugace sbandata e lui non la prende bene; ma quando l’amore è vero le cose si risolvono e così la vita dell’uomo si apre alla speranza, fino a quando, e dopo aver festeggiato un compleanno di matrimonio nel corso di una cerimonia tra amici che è tutto un poema, viene licenziato.
Tristezza, apatia, depressione sono tutti termini che a parole non riescono a spiegare lo stato d’animo di Riko ( e qui Ligabue del quale film è il superbo regista è assolutamente bravo a descrivere l’atteggiamento di Riko e della moglie che amorevolmente lo spinge a reagire ) fino a quando la fibra morale dell’uomo riesce ad affrontare la situazione, in maniera imprevista ma comune a tanti casi simili: l’estero è la sua salvezza, l’Italia non gli offre più nulla.
La parte del leone, in questa pellicola la cui uscita è prevista per il 25 gennaio prossimo, la fa naturalmente un suggestivo Stefano Accorsi la cui compagna Kasia Smutniak sembra sia stata creata apposta per lui, piena di dolcezza, di pazienza, di amore, veramente molto brava; ma anche il contorno è brillantemente saldato ai due protagonisti: gli amici veri, quelli di una vita, quelli che sanno capirti e quando serve rimproverarti, costituiscono un insieme favoloso che la possente fotografia di Marco Bassano riesce agevolmente a descrivere molto ben supportato dalla scenografia di un eccellente Mauro Vanzati che ha saputo trovare ambientazioni di grande effetto espressivo.
Un film da vedersi e con il quale riflettere per riconoscere a questa nostra Italia quei pochi valori che ancora le sono rimasti.