E’ questo il messaggio che promana da questo film di Giovanni Veronesi il cui soggetto è tratto da una esperienza radiofonica, quella di una trasmissione nel corso della quale lo stesso regista intervistava ragazzi italiani trasferitisi all’estero in cerca di fortuna ottenendo risposte a volte di una crudezza allucinante, a volte di grande speranza.
“ Non è un paese per giovani “ è una scansione su mancate riflessioni tipiche dell’età giovanile, sulla mancanza di prospettive dei nostri ragazzi, sulle preoccupazioni dei loro genitori che per crescerli il meglio possibile si ingegnano nei più vari mestieri ( vedi il caso del padre di Sandro che in una edicola di giornali riesce anche a vendere frutta e verdura ), ma è soprattutto una riflessione sulla disastrata situazione economica italiana che non offre alcuna prospettiva per le nostre nuove generazioni.
Un bravissimo Filippo Scicchitano è l’interprete di Sandro, un ragazzo solare, onesto, con i piedi a terra che mira ad affermarsi come scrittore e che malgrado le avventure cubane riesce anche a scrivere, proprio sull’isola, un romanzo; un altrettanto bravo Giovanni Anzaldo è invece colui che interpreta la parte del suo compagno di avventura, Luciano, un ragazzo pieno di ambizioni, di sogni ma con un misterioso atteggiamento di scontentezza che sfogherà gettandosi nell’esercizio abusivo del pugilato che genera scommesse clandestine.
Bella la fotografia, particolarmente quella con la quale viene descritto il lungomare de l’Avana, il Malecon, che fa da sfondo intrigante alle avventure dei due giovani e che fa sorgere il desiderio di vivere una città così misteriosa, ricca e povera e che non ci sembra azzardato assimilare alla nostra Napoli.
“ Non è un paese per giovani “ rappresenta senz’altro un’esperienza formativa, una opportunità di conoscere, di confrontarsi con culture diverse e certamente per un giovane rappresenta un non plus ultra, ma il vero problema che questo film evidenzia è quello della mancanza di orizzonti che la nostra ormai povera nazione offre alle nuove leve, a quelle schiere di diplomati e di laureati che qui non trovano lavoro.
Un forte avviso per la nostra classe dirigente che questo bel film dovrebbe vedere e che dovrebbe indurla a ragionare.