San Andreas ovvero quando madre natura si scatena. Recensione

San-Andreas

Un dramma umano all’interno di un dramma atmosferico o, se vogliamo, all’interno di una catastrofe: è questa l’essenza del film San Andreas di Brad Peyton del quale sono bravi interpreti Dwayne Johson ( un pilota dei pompieri di Los Angeles ), Carla Gugino ( sua moglie, quasi ex ) ed Alexandra Daddario ( figlia dei due in viaggio con il nuovo partner della madre ), un film che sarà in sala a partire dal prossimo 29 maggio.
Un thriller d’azione che riunisce l’attore Dwyne Johnson con il regista Brad Peyton dopo la loro precedente collaborazione ne il “ Viaggio nell’isola misteriosa “, film che ebbe il suo buon successo: è girato in esterni sulla Gold Coast ed a Brisbane, oltre che a Los Angeles e San Francisco, città queste ultime che riporterebbero – nel caso la faglia che attraversa l’intera California avesse a muoversi – i maggiori danni tra tutte quelle interessate dal violento sisma che si scatenerebbe ( previsto di magnitudo oltre il grado 9 ).
Ray, il pompiere di Los Angeles, sta per partire per una missione di lavoro a seguito di una convocazione urgente causa un previsto terremoto, con il suo elicottero, mentre la sua quasi ex moglie Emma sta per avviarsi verso una nuova vita con il suo nuovo compagno e Blake ( la loro figlia ) si trova a San Francisco con il suo futuro patrigno; Los Angeles viene interessata da un primo terremoto che provoca la disastrosa caduta di una diga ed anche San Francisco, a circa 400 miglia di distanza, viene attaccata da un secondo e più grave sisma.
Emma si trova in pericolo a Los Angeles e riesce a contattare Ray che la consiglia di portarsi in una posizione la più alta possibile e così, in maniera assai avventurosa, viene salvata dal marito al quale aveva poco prima fatto recapitare le carte per il divorzio; nel mentre giunge notizia del secondo terremoto, quello di San Francisco e Ray viene fortunosamente avvertito dalla figlia del pericolo che essa sta correndo, con la conseguenza che, insieme ad Emma decidono di avviarsi verso San Francisco per salvare Blake: scene di catastrofi leggermente esagerate esaltate dalla tecnica del 3D, efficaci dal punto di vista spettacolare ma assurdamente incredibili ( forse possibili in caso di terremoto? ) che riescono a coinvolgere lo spettatore stordito dallo svolgimento degli eventi ma soprattutto sorpreso dalle impensate risorse della ragazza che nel frattempo si è innamorata di un giovane fortuitamente conosciuto immediatamente prima del terribile sisma: scene lunghe anche alcuni interminabili minuti che non avvincono come forse dovrebbero ma che comunque riescono a far vivere allo spettatore in tempo reale il dramma del pericolo che i protagonisti stanno affrontando.
Contenuti sentimenti di rancore verso la moglie che fugge con il nuovo compagno da parte di Ray ( che alla fine spiegherà allo spettatore ed alla moglie il perché del loro quasi divorzio ), decisioni da prendersi all’istante, prove estreme come quella che i tre protagonisti vivono a favore dell’unione della famiglia, argomenti scientifici di una certa importanza e che lasciano sperare in un futuro in grado di poter prevedere i terremoti con un certo anticipo al fine di evitare i disastri che il film pesantemente descrive ma soprattutto buona la narrazione ed il posizionamento delle storie di cuore e di quelle dei drammi: i personaggi ed i momenti vissuti dai protagonisti sono puntualmente narrati portando a catturare il senso di intimità che in mezzo alla follia collettiva che colpisce milioni di persone in fuga tra crolli, esplosioni, incendi a bizzeffe e le storie narrate sono ben descritte attraverso gli occhi dei protagonisti mentre l’ambiente che li circonda cambia continuamente e lo spettatore riesce a provare la sensazione di trovarsi egli stesso in mezzo alle scene che, di per se, sono di una irrealtà incredibile, certamente mai provata.
Milletrecento sequenze di effetti visivi drammatici con ponti che si spezzettano, strade che si inarcano, palazzi che crollano in un effetto domino continuo e, alla fine come per completare una maledizione di Dio, uno tsunami, un muro d’acqua alto 15 piani, che si abbatte e coinvolge San Francisco sono i numeri di questo film al limite tra lo spettacolare e l’incredibile ma ciò che emerge dalla sua visione è la relazione tra i due coniugi divorziandi e la loro figlia, il cui amore fermo verso la famiglia compirà il miracolo di riunirli nuovamente sotto la forte personalità di Ray pronto a farsi da parte per la felicità della moglie ed in grado di esprimere, come padre, uno sviscerato amore verso la figlia Blake la quale sembra aver ereditato da lui i segreti del suo mestiere di pompiere, segreti che le consentiranno non solo di sopravvivere nella situazione altamente drammatica nella quale si viene a trovare ma anche di portare in salvo il suo amore appena conosciuto ed un suo simpaticissimo fratello Ollie.
A margine del ricongiungimento della famiglia sta il personaggio di Daniel, l’architetto impegnatissimo che sta per diventare il nuovo compagno di Emma, un uomo sostanzialmente inaffidabile che si rivela tale proprio nel momento del bisogno, l’antitesi del coraggio e del buon padre di famiglia che non è mai stato perché non ha mai avuto figli causa i suoi numerosi impegni di lavoro.
Una parola sulla tecnica di ripesa utilizzata per il film: una tecnica VFX girata sull’asse Z in grado di creare un senso di movimento da lontano e verso la macchina da presa che rende bene la sensazione del movimento percepito come se ci si trovasse all’interno dello spazio e ci si muovesse come all’interno di un corridoio: una grande tecnica esaltata da un 3D capace di elevare al massimo il grado di spettacolarità per lo spettatore.
Da ultimo, le musiche di Andrew Lackington, il compositore delle colonne sonore di “ Viaggio al centro della terra “ e di “ Viaggio nell’isola misteriosa “: epiche, emozionanti, derivanti dalle reali forme d’onda emesse dalla faglia di Sant’Andrea un anno prima della realizzazione del film, rumori grezzi e terrificanti simili ad un pugno che si abbatte su tutta la colonna sonora, cori cantati da ragazzi su basi di archi e, sullo sfondo, un classico degli anni ’60, California Dreaming, cantata da Sia.
In sostanza, grandi concetti, grandi emozioni, azione, amore, dramma, eroismo con, su un drammatico sfondo, il più grande nemico dell’uomo: Madre Natura.