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Anticipazioni da “Le Iene Show”:un documentario sugli arbitri di calcio, Giubileo, Unabomber e depuratori in Puglia

Anticipazioni da “Le Iene Show”:un documentario sugli arbitri di calcio, Giubileo, Unabomber e depuratori in Puglia

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Le Iene Show fotogramma 30 novembre

Le Iene Show fotogramma 30 novembre

Alle “Iene Show” il calcio visto dagli arbitri, un documentario con intervista all’arbitro Nicola Rizzoli. In occasione del derby di Verona del 10 maggio 2015, le telecamere delle Iene hanno seguito il team di arbitri che ha diretto la gara nelle riunioni prepartita, negli spogliatoi, in campo e nel meeting postmatch con l’osservatore arbitrale.
Inoltre, immagini inedite di alcuni incontri tra arbitri presso il Centro Tecnico di Coverciano e interviste a Nicola Rizzoli, miglior arbitro del mondo nel 2014, nonché direttore di gara nella finale dei Mondiali in Brasile, e a Marcello Nicchi, Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri.

DIno Giarrusso Le Iene

DIno Giarrusso Le Iene

Le Iene si occuperanno in questa puntata di Giubileo, con l’intervista di Dino GiarrussoMonsignor Mario Lusek, Direttore della CEI per il Turismo. In occasione del Giubileo aumentano le richieste di alloggi e la curia mette a disposizione delle “case per ferie”, ma saranno davvero case per ferie a costi agevolati, oppure hanno gli stessi costi di Hotel, versando meno tasse? Lo scopriremo nel corso della messa in onda del servizio. La Iena Luigi Pelazza cerca di fare chiarezza su quanto dichiarato dall’‘amico’ di Al-Baghdadi e prova a raggiungerlo per avere delucidazioni in merito i rapporti con il professor Andrea Agostinis, professore di aereonautica di Udine, ex sospettato Unabomber. Proseguono in Puglia le inchieste di Nadia Toffa: nel

Nadia Toffa Le Iene

Nadia Toffa Le Iene

territorio compreso tra Manduria e Sava. Quest’area protetta rischia di essere compromessa a causa di un progetto che prevede la costruzione di un depuratore che raccolga gli scarichi fognari e che, grazie a una tubatura di qualche chilometro, scarichi poi direttamente in mare. Tutto è iniziato 10 anni fa quando la Regione Puglia si è trovata a dover risolvere un problema: da una parte Manduria, con un depuratore vecchio e inquinante che andava sostituito, dall’altra il paese di Sava, non dotato di depuratore. Contro l’implementazione del progetto si sono schierati ben 16 comuni. La Iena intervista in merito il Sindaco di Avetrana Mario De Marco, Francesco Di Lauro del WWF Taranto, Mario Del Prete, geologo e professore Università di Potenza, il Sindaco di Manduria Roberto Massafra, il Direttore Legambiente Puglia Maurizio Manna, che sottolineano come siano state presentate alla Regione Puglia diverse proposte alternative e come una misura di questo tipo possa provocare ingenti danni ambientali, nuocendo profondamente anche al turismo.

Nadia Toffa raggiunge infine Nichi Vendola, l’allora Presidente della Regione Puglia che sposò fin dal principio il progetto, e Michele Emiliano, attuale Presidente Regione Puglia.

Ecco la trascrizione dell’intervista a Nicola Rizzoli, in onda il 30 novembre su Italia 1 in prima serata

Nicola Rizzoli: Quando l’arbitro viene colto di sorpresa è facile che tenda a sbagliare.
Iene: Sì, però tu puoi anche prepararti ma poi l’azione si svolge lì, in un attimo.
Nicola Rizzoli: È’ sempre un attimo. L’importante è essere nel posto giusto per valutare quell’istante.
Iene: Qual è il fallo che si fa più fatica a vedere?
Nicola Rizzoli: Non è un tipo di fallo, è la situazione. Se un fallo di mano viene fatto dalla parte opposta da dove siamo noi, diventa complicato vederlo, ma vuol dire essere stato nella posizione sbagliata.
Iene: Per essere nella posizione giusta bisogna conoscere i giocatori?
Nicola Rizzoli: Penso proprio di sì. Se entra in area un giocatore che tende a simulare, la tua concentrazione deve essere al 100% lì. Se entra in area un giocatore che normalmente crossa, la tua concentrazione magari è più al centro dell’area su chi potrà ricevere la palla.
Ci sono situazioni dove è chiaro l’intento di andare a cercare il pallone, ci sono delle situazioni dove è chiaro che puoi prendere pallone e uomo e poco importa… Ma sono i giocatori che dettano il limite della partita.
È chiaro che l’errore è sempre dietro l’angolo. Possiamo fare di tutto per prevederlo però è dietro l’angolo.
Iene: Ma tu ti accorgi quando fai un errore?
Nicola Rizzoli: Tendenzialmente no. Sei consapevole del fatto che delle volte prendi una decisione senza avere tutti gli elementi per poter valutare.
Iene: Ti è mai capitato di fischiare e accorgerti subito di aver sbagliato?
Nicola Rizzoli: Più di una volta. In un derby Julio Cesar fece una grandissima parata su Boateng. Mentre a me sembrò che fosse Boateng che avesse spostato il pallone. Poi ci fu un grande impatto e io diedi un rigore e la protesta di Julio Cesar mi fece capire subito che probabilmente la mia scelta era quella sbagliata, ma dalla prospettiva in cui ero io, per me era chiaro. E invece…
Iene: Ma quando hai il dubbio di aver sbagliato, non tendi a compensare? Il famoso fallo di compensazione secondo te esiste?
Nicola Rizzoli: No, l’arbitro può sbagliare ma se crea un fallo per compensare un errore precedente, fa due errori.
Iene: E quindi come gestisci in campo l’idea di aver sbagliato?
Nicola Rizzoli: È una forma mentis. Una decisione, che sia giusta o sbagliata, nel momento in cui l’ho presa la elimino, guardo avanti.
Iene: Tecnicamente qual è l’errore più grave?
Nicola Rizzoli: Sbagliare un calcio di rigore, convalidare una rete irregolare. Quando la partita viene decisa da un errore arbitrale, è quello l’errore tecnicamente grave.
Iene: C’è un’emozione dominante? Nella finale dei Mondiali non eri spaventato?
Nicola Rizzoli: La paura per un arbitro non può esistere. Se hai paura non riusciresti a fare le cose nella maniera corretta. C’è da dire una cosa: in realtà per un arbitro la partita la vinci nel momento in cui ricevi la designazione.
Iene: L’importanza della partita cambia il tuo atteggiamento?
Nicola Rizzoli: Cambia senza dubbio l’approccio alla partita, come cambia per un giocatore. L’abitudine a certi tipi di pressione fa sì che questo cambiamento non influenzi il modo di arbitrare.
Iene: Partita decisiva. Dopo 30 secondi, fallo in area. Fischi sereno o ci pensi un po’ di più?
Nicola Rizzoli: Fischi sereno, l’importante è vederlo bene.
Iene: Dopo 3 minuti, un giocatore della squadra che ha subito il rigore fa un fallo grave, espelli o tolleri qualcosa in più?
Nicola Rizzoli: Ripeto, se sei sicuro delle tue valutazioni, ne prendi una dietro l’altra senza neanche metterti il problema.
Iene: Secondo te, gli errori decisivi, e ce ne sono, alla fine del campionato si compensano?
Nicola Rizzoli: Penso proprio di sì. Gli errori sono sparsi per tutte le squadre.
Iene: Allora perché l’anno scorso il Milan ha avuto 11 rigori a favore, la Juventus 9, il Napoli 8, il Chievo 1 e l’Udinese 1?
Nicola Rizzoli: è una questione di caratteristiche delle squadre, di quanto giocano, entrando in area. Una squadra che tende a vincere sarà più volte nell’area avversaria piuttosto che una che tende a difendersi.
Iene: Però una cosa che viene spesso rimproverata è la mancanza di uniformità di giudizio: stesso tipo di fallo fischiato in una partita e non in un’altra.
Nicola Rizzoli: Il problema è questo. Se noi guardiamo un filmato e guardiamo un episodio, 99 arbitri su 100 lo valutano alla stessa maniera, quindi questa è una uniformità di giudizio. Poi all’interno di una partita, ci sono tante variabili che possono influenzare il giudizio, la posizione, l’esperienza…
Iene: Degli insulti che ti arrivano in campo quanto puoi sopportare?
Nicola Rizzoli: Il limite della protesta dei giocatori è l’istintività che può essere accettabile; quando invece la protesta lede l’immagine dell’arbitro è una cosa che non può essere accettata. Il problema è che la televisione spesso fa vedere il labiale che in campo nessuno ha avuto la possibilità di vedere.
Iene: Il giocatore più corretto che hai diretto?
Nicola Rizzoli: Roberto Baggio
Iene: Quello più problematico?
Nicola Rizzoli: Non te lo dirò mai.
Iene: Leggi i voti che ti danno sui giornali?
Nicola Rizzoli: Io leggo i giornali ed è chiaro che leggo anche i voti.
Iene: Ti fanno incaz***re?
Nicola Rizzoli: No, non mi inca**o mai dei voti. Tutto fa parte dello spettacolo, tutto fa parte del gioco. L’importante è che si rimanga sempre all’interno di quello che può essere il rispetto.
Iene: Quanto dura la carriera di un arbitro?
Nicola Rizzoli: Sedici anni.
Iene: C’è un limite d’età?
Nicola Rizzoli: 55 anni.
Iene: Hai mai pensato di mollare?
Nicola Rizzoli: Più di una volta.
Iene: Perché?
Nicola Rizzoli: Una fu per un errore tecnico mio. I famosi tre “vaffa” di Totti. Anche perché all’interno del mio mondo non furono visti bene quindi fu una cosa estremamente difficile
Iene: Qual è la settimana tipo di un arbitro professionista?
Nicola Rizzoli: Lunedì vado in piscina, martedì e mercoledì siamo seguiti da un preparatore, giovedì sto a riposo, venerdì di nuovo allenamento col nostro preparatore, a meno che non siamo a Coverciano dove prepariamo il venerdì e sabato la partita..
Iene: Da quale categoria iniziate ad essere pagati?
Nicola Rizzoli: Solo dalla serie B si è professionisti. Fino alla serie C solo per passione. In serie A e B viene riconosciuto un fisso per gli allenamenti per poter fare attività tecnica e quindi riuscire a prepararsi in maniera adeguata alle partite.
Iene: E quanto guadagna un arbitro?
Nicola Rizzoli: Un arbitro internazionale, lordi 80.000 euro l’anno. Un arbitro di Serie A il primo anno intorno ai 40.000€ l’anno lordi. Più le partite che sono 3.800€ a partita.
Iene: Sei favorevole alla moviola in campo?
Nicola Rizzoli: Moviola no, tecnologia sì.
Iene: Perché?
Nicola Rizzoli: La tecnologia è qualcosa che dici in un secondo quello che è non interpretabile. Cioè una palla dentro o fuori. La moviola ti premette di rivedere una situazione di gioco dove il 50% di persone che pensano in una maniera e il 50% che pensa nella maniera opposta. Cosa deciderà poi l’arbitro?
Iene: Sei mai stato minacciato?
Nicola Rizzoli: No.
Iene: Hanno mai provato a corromperti?
Nicola Rizzoli: Mai.

Tra la stagione 2013-2014 c’è stata più di un’aggressione al giorno a un arbitro, in moltissimi casi con prognosi. Al riguardo, Marcello Nicchi, Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, afferma: «È’ un problema drammatico. Quando si picchiano ragazzi, qualche volta minorenni il passo successivo è quello di non mandarli gli arbitri nei campi in cui si picchiano».
C’è la possibilità che si ripeta un’altra Calciopoli?: «Impossibile. Lo dimostra il fatto che da Calciopoli ad oggi ci sono stati altri accadimenti altrettanto gravi. Vediamo Calcio Scommesse, abbiamo ancora una Lega Pro commissariata. Sapere che nessun arbitro è mai stato coinvolto in niente di questo, vuol dire che la lezione è stata studiata, approfondita e applicata».

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