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CORRO DA TE, COMMEDIA AGRODOLCE SULL’AMORE E LA DISABILITA’

 

Corro da te
Corro da te pH S. Filice

Lui è sportivo, single, seduttore e cinico quanto basta. Ha 49 anni (ma con tutti i capelli in testa e senza pancia) e soprattutto è un manager di un’azienda che produce scarpe da running che ha tra i suoi testimonial gli atleti più importanti del momento. Lei è giovane, bella, sa giocare a tennis e suonare in modo divino il violino. Ma un brutto incidente d’auto (che ha salvato però il violino) l’ha resa disabile, costretta a vivere sulla sedia a rotelle. Lui è Pierfrancesco Favino, lei è Miriam Leone, una coppia destinata a fare scintille nel nuovo film di Riccardo Milani, “Corro da te” dal 17 marzo al cinema (in 500 copie con Vision Distribution) che si ispira al fortunato Tout le mond debout del francese Frank Debosc.

Corro da te Pf. S. Filice

Il regista del fortunato “Come un gatto in tangenziale” torna quindi a scrutare il sociale, questa volta non delle periferie romane ma piuttosto nelle periferie dell’animo umano. Di quello che davanti ad una persona disabile ci fa essere commiserevoli, la cosa che più infastidisce chi vive già una situazione di disagio. Il film poteva essere un azzardo, puntando sugli stereotipi o sul finto buonismo, il tema infatti è assai delicato e ci vuole poco a scivolare in una parodia della malattia e, invece, proprio per la forza dei due attori protagonisti è una piacevole commedia agrodolce che mette a proprio agio lo spettatore.

“Già dopo i primissimi giorni di riprese c’era sul set una sensazione di grande complicità – ha raccontato il regista – E questo credo sia avvenuto anche per il tipo di storia e di temi che andavamo a raccontare e a mettere in scena. Ma è stata determinante la presenza costante delle associazioni, delle federazioni sportive per disabili, e di tutte le persone disabili che ci hanno aiutato e partecipato direttamente, sia nella preparazione del film che durante le riprese”.

Ha creduto molto nel film anche Favino che alla conferenza stampa di presentazione a Roma presso il Cinema Adriano ha raccontato come fare “il cinico, il cattivo, è stato divertente” e per questo si è ispirato ai grandi guasconi del nostro cinema come Alberto Sordi e Vittorio Gassmann. “Ma in questo caso l’argomento era delicato ed è stato liberatorio poterne parlare con tanta leggerezza come fa il mio personaggio che mostra un estremo cinismo anche verso la disabilità, ma è anche vero che a volte verso l’handicap spesso c’è un pietismo mascherato da ipercorrettismo. La disabilità è uno specchio in cui guardiamo le nostre paure”.

Un personaggio che comunque nel film cresce piano piano proprio perché comprende che l’amore è un sentimento che non si può prevedere e può cambiarti la vita. Cambiamento che avviene grazie alla presenza della ragazza dal sorriso dolce, Miriam Leone. “Questo film mostra come ci sia un grande equivoco – ha detto l’attrice siciliana – Quello che conti la forza, la prepotenza, la prestanza fisica e non giudicare invece le cose con l’amore e tenendo conto di chi è diverso da te”.

Nel film che ha nel cast anche Pietro Sermonti, Vanessa Scalera, Pilar Fogliati, Andrea Pennacchi, Carlo De Ruggieri, Giulio Base e Michele Placido, c’è anche un bel cameo della straordinaria Piera Degli Esposti, in una delle sue ultime interpretazioni e con tanto di cannule per la respirazione.

“Cerco sempre di raccontare nei miei film i lati peggiori del nostro Paese – ha concluso il regista Milani –  mettendo molto spesso in scena personaggi pessimi con la speranza che da qualche parte trovino un po’ di positività”. Quella positività di cui tutti avremmo bisogno dopo la pandemia e una guerra alle porte dell’Europa.