Home Cinema La voce, il talento può uccidere: un thriller psicologico, un’idea originale

La voce, il talento può uccidere: un thriller psicologico, un’idea originale

Rocco Papaleo. Ph. di Sabina Filice
Rocco Papaleo. Ph. di Sabina Filice
Rocco Papaleo. Ph. di Sabina Filice

“La Voce” e un dono che può diventare pericoloso per menti fragili, scosse da trauma infantile, almeno  Augusto Zucchi è così che racconta il personaggio del film che ha scritto e diretto. Gianni, interpretato da Rocco Papaleo ha un talento: “La Voce”, riesce ad imitare, a riprodurre, quasi alla perfezione, qualunque voce ascolti, al punto di essere considerato un bluff. La sua carriera però stenta a decollare; si esibisce in un locale al fianco della donna di cui è segretamente innamorato, Antonia Liskova, ma è troppo insicuro per dichiararsi.  Fino a quando, entrato in terapia, incontra il dottor T.(Augusto Zucchi), uno psichiatra dal passato discutibile che riesce a persuadere i suoi pazienti, anche attraverso l’ipnosi, a fare qualunque cosa. Improvvisamente, la carriera di Gianni ha una svolta ma, proprio quando raggiunge il successo tanto ambito, l’imitatore si suicida. Inizialmente il film induce lo spettatore a pensare ad una sorta di film denuncia, ma invece la trama si snoda in modo imprevisto, collegando lo psichiatra a fatti di cronaca, all’uso della voce per coprire misfatti e manipolare la realtà, generando una profonda crisi nel protagonista, già affetto da attacchi di panico dovuti ad un trauma infantile.

Il racconto parte dalla ricerca della verità della figlia di Gianni, Giulia Greco. Un percorso a ritroso nel tempo, che la riporta allo psichiatra ed a scoprire una realtà inimmaginabile, solo nella parte finale del film si chiarirà tutto. Un’idea originale per un thriller psicologico noir, con una buona narrazione e sceneggiatura. Un film, La Voce, che non ha la pretesa di essere realistico, lasciando allo spettatore la possibilità di credere che, per quanto assurdo possa apparire, tutto può succedere, mettendo in discussione le indagini che oggi più che mai si basano sulle intercettazioni telefonische e sullo spettro sonoro della voce. La regia ha delle piccole incertezze, sembra più un film adatto alla televisione che al cinema; i personaggi sono ben costruiti  e ben interpretati.

“La Voce, il talento può uccidere” è nelle sale dal 7 maggio, distribuito da Distribuzione Straordinaria.

Rossella Smiraglia