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Odio l’estate: il rilancio di Aldo, Giovanni e Giacomo riparte da un gustoso esame degli umani sentimenti

  1. Non politica, non critiche a personaggi politici per attrarre il pubblico come va di moda, ma un film nel quale gli atteggiamenti umani più veri riescono ad essere esaltati attraverso una serie di sketch abilmente raccordati tra loro a comporre un divertente specchio dell’italianità fatta di argomenti della vita di tutti i giorni posti in chiave comica: è questo il riassunto della pellicola che Massimo Venier ha diretto per descrivere un’estate che tre famiglie milanesi vorrebbero trascorrere, ognuna per conto suo, in una stupenda località della Puglia.

Si va dai preparativi delle partenze ai caratteri dei singoli componenti, ben tratteggiati, evidenziando i difetti di un padre di famiglia sull’orlo del fallimento economico, quelli di un dentista di grido e quelli di un nullafacente che vuole regalare alla moglie, una volta tanto, una vacanza da sogno.

La fatalità vuole che l’agenzia alla quale i tre si sono rivolti per prenotare una casa al mare confonda le prenotazioni: le tre famiglie si ritrovano a dover convivere per un mese intero in una sola casa;  le diverse abitudini delle tre compagini, le mogli puntute e a volte troppo tolleranti, i figli che si innamorano o che scappano di casa perché una delle mamme è una rompiballe patentata, si fondono a formare un film che è certamente migliore di quello che lo ha preceduto ( Fuga da Reuma Park ) e che sembrava dover portare sull’orlo della dimenticanza il trio di comici assai diversi tra loro per caratteri, genere di comicità, atteggiamenti, espressioni.

E’ una storia di amicizia nata dalla necessità e, in fondo, anche dalla stima che nasce dopo aver superato insieme innumerevoli e saporiti, spesso gustosi, imprevisti ; è anche una storia che rende umana una vicenda partita da una posizione di concorrenza fra tre capifamiglia più o meno spalleggiati da moglie e figli al termine della quale trionfa la collaborazione, il rispetto reciproco, la compassione per un non prevedibile finale apparentemente fatto di fuochi d’artificio ma che in effetti nasconde un altrettanto umano dramma.

Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti danno veramente il meglio di loro stessi affiancati da un ben assortito cast all’interno del quale primeggiano le tre mogli: Barbara ( Lucia Mascino ), Paola ( Carlotta Natoli ) ed una splendida e molto accattivante Maria Di Biase nei panni della moglie del più estroverso e buffo dei tre capifamiglia, Aldo che con la sua ipocondria domina lo svolgimento della vicenda passando da momenti di simpatica allegria ad altrettanti momenti di profonda depressione, sempre però tali da destare il sorriso nello spettatore.

Bellissimi i paesaggi pugliesi che fanno da sfondo alla ben congegnata storia, tutta all’italiana; buone ed appropriate le musiche di Brunori Sas che accompagnano i trasferimenti dalla Lombardia alla Puglia, dalla Toscana al Lazio in una divertente girandola di avvenimenti.

Al film hanno partecipato, in via straordinaria, anche Massimo Ranieri nella qualità di cantante preferito dal nullafacente ed ipocondriaco Aldo e Michele Placido in veste di maresciallo dei carabinieri interpretato in maniera un tantino fuori delle righe. Una bella e nutrita serie di ragazzi e ragazze completano il notevole cast del film con buone ed adeguate interpretazioni.