Teneramente folle di Maya Forbes. Al cinema dal 18 giugno Recensione di MK
Nella Boston degli anni ’70 la regista ci racconta una storia autobiografica della sua infanzia e delle vicissitudini della sua famiglia separata che ricalca quelle di due bambine costrette a vivere per necessità con il padre separato e affetto da disturbi bipolari. Si percepisce quanto la storia sia sentita dalla regista del film “Variety” che ha ottenuto importanti riconoscimenti e che ha messo in luce le sue grandi capacità di trasmettere emozioni e sentimenti con grande sensibilità e naturalezza.
Marck Ruffalo nel ruolo di Cam recita magnificamente una parte difficile, rendendo perfettamente
un personaggio che avendo avuto le sue esperienze sessantottine dei figli dei fiori ne è rimasto vittima. Con spirito leggero, con un uso della macchina informale e con materiale di repertorio riesce a riportarci a un periodo storico da tutti mitizzato per il suo ingenuo idealismo, ma che ha lasciato un segno nella storia culturale del mondo occidentale. Molto accurata la sceneggiatura che analizza minuziosamente le reazioni delle due bambine che oltre a essere di colore devono subire l’onta di non avere un padre presentabile. Alla fine Cam riuscirà a darsi un ruolo e una regola rendendo le due bambine orgogliose del loro padre. Il film riesce nel suo intento di emozionarci per una storia di ordinara “follia” di una famiglia ordinaria in una città altrettanto ordinaria. Il film non si presenta con grandi pretese, ma proprio per questo va apprezzato, soprattutto se inserito nel panorama americano dove i film cercano, non sempre a ragione, il forte impatto.
