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UNA DONNA IN GUERRA LA NUOVA SPY STORY DI ROBERTO COSTANTINI

Il terrorismo, i servizi segreti, il ruolo dell’Alleanza atlantica in quello scatolone di sabbia, la Libia, metafora dell’eterno conflitto tra bene e male nonostante sia un paese di straordinaria bellezza e fascino. E poi il nuovo che avanza nello scacchiere internazionale con l’Arabia Saudita (dove per qualche politico nostrano sarebbe in atto addirittura un “nuovo rinascimento”) dove il principe destinato a diventare Re guarda al modello di vita occidentale mentre all’interno della sua stessa stirpe si trama per una rivoluzione, un cambiamento epocale in grado di rovesciare il tavolo e portare al potere la vera cultura musulmana.

In tutto questo bailamme c’è una donna, Aba Abate, che per tutti è un semplice funzionario ministeriale, ma che in verità è un agente dei servizi segreti, nome in codice Ice, che è in guerra sia per salvare l’Italia da possibili attentati terroristici, dai little boy che viaggiano sui barconi, sia per salvare la propria vita coniugale che è in frantumi con il marito che la tradisce (forse) e i due figli in piena crisi adolescenziale.

Roberto Costantini (nella foto di Alessandra Fucillo) con questa spy story “Una donna in guerra” (Longanesi, pag. 399, euro 22,00) prosegue il romanzo di Aba Abate laddove era finito il primo “Una donna normale” con l’arresto di due terroristi islamici intenzionati a farsi esplodere in piazza del Campidoglio a Roma. Un attentato sventato all’ultimo dove perde la vita il suo mentore e che adesso Aba Abate, meglio l’agente Ice, vuole vendicare mettendosi alla caccia dei mandanti.

Il romanzo è un saliscendi di emozioni, raccontato, come aveva già fatto in passato Costantini con il commissario Balistreri, su un doppio piano temporale: da una parte si segue l’evoluzione della storia che vede la protagonista a processo per alto tradimento e dall’altra si ripercorrono a ritroso i fatti accaduti, le strategie utilizzate per risolvere il rebus tra sospetti, interrogatori disumani e spie che fanno il doppio gioco.

Il capitolo due della sagra di Aba Abate (ci sarà anche un terzo libro che porterà la protagonista alle sue origini e infine un quarto che chiuderà il cerchio) convince ancora di più rispetto a quello iniziale. Se nel primo romanzo – che il Profumo della Dolce Vita aveva recensito e che vi invitiamo a leggere per immergersi bene in questo – erano più le vicende familiari della protagonista a prevalere, adesso Costantini “eleva” la sua storia e la proietta in un crocevia di conflitti militari e crimini terroristici dove il bene e il male spesso si confondono e dove non è necessariamente tutto bianco o tutto nero. Insomma le trame e il dramma che vede in scena la difficile convivenza del mondo occidentale con quello medio-orientale non si può riassume in qualche slogan (chiudiamo i porti! le ong sono i taxi del mare) e andare alle “radici del male” è sempre un viaggio lungo e tortuoso. Ma Costantini, che nella vita è un ingegnere e insegna alla Luiss negoziazione e leadership, ci riesce benissimo proprio perché lui, nato a Tripoli e costretto a fuggire come tanti italiani dal colonnello Gheddafi, quel mondo lo conosce bene, così come quel ghibli, quel vento caldo e secco che soffia nel deserto.

Non è Una donna in guerra solo una spy story ma ci può servire a leggere il mondo dell’intelligence a scoprirne i retroscena ora, ad esempio, che all’Europa che si è sentita trascurata, respinta e umiliata dagli Stati Uniti negli ultimi quattro anni e che è scivolata verso l’abbraccio della Cina mentre faceva l’occhiolino alla Russia, il neo presidente Joe Biden ha lanciato un messaggio chiaro: “L’America è tornata, l’alleanza transatlantica è tornata”. Quegli stessi americani, fa dire Costantini alla sua Aba Abate, alias Ice, che s’inventarono le bombe chimiche per rovesciare Saddam e più avanti per cancellare Gheddafi, proprio a testimonianza che la narrazione che spesso ci viene proposta è molto più complicata, più subdola che razionale. Ne sa qualcosa Aba Abate, in arte Ice, che proprio per questo è Una donna in guerra e rischia un processo. Le siamo vicini, come lettori e spettatori, anche se lei non ne ha bisogno, può farcela da sola perché così è stata educata, così continuerà a vivere, forse.

Giornalista professionista, ha lavorato nelle redazioni del Tg4, Il Giornale, Liberal, Affari & Finanza e, come corrispondente, per Tribuna de Actualidad. È stato tra i curatori della comunicazione aziendale di Cirlab, Netsystem ed Enel. È autore dei libri El Paìs, le ragioni di una svolta (FrancoAngeli, 1999), Europa di carta guida alla stampa estera (FrancoAngeli, terza edizione 2009) e coautore del volume Guido Gonella, il giornalista (Edizioni Goliardiche, 2006). Ha insegnato Storia del giornalismo europeo all'Università Lumsa di Roma. Nel 2006 ha vinto il premio giornalistico come addetto stampa dell'anno per l'economia. E' stato capo ufficio stampa del Ministero del Commercio Internazionale, vice coordinatore dell'Ufficio Stampa e Comunicazione del Ministero dello Sviluppo Economico e assistente per la stampa nazionale a Palazzo Chigi durante l'esperienza del Governo tecnico guidato dal prof. Mario Monti.