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Richard Gere a Roma per Franny: “Ogni volta che vengo a Roma è un casino”. Gere adora il pubblico romano

Richard Gere-L'Incredibile Vita di Norman
Richard Gere-Franny Ph. RS
Richard Gere-Franny Ph. RS

“Ogni volta che vengo a Roma è sempre un casino” ha esordito così Richard Gere, con un bell’italiano, alla presentazione di

Richard Gere-Franny
Richard Gere-Franny

“Franny”, scritto e diretto da Andrew Renzi. Letteralmente assalito dalle signore e dai numerosi fotografi presenti a Villa Pamphili, per nulla infastidito dal clamore, si è concesso a numerosi selfie, per la gioia delle presenti e la disperazione dei fotografi, nemmeno il body guard è riuscito a contenere l’entusiasmo. L’arrivo di una star internazionale è sempre un evento clamoroso ma l’arrivo di Richard Gere è sempre un piacere per gli occhi e per lo spirito. Il sorriso sereno e disteso di un uomo che ha “avuto tanto dalla vita” (ha dichiarato) ed oggi può <<permettersi anche di accettare ruoli in film indipendenti  low budget>>, come “Franny” appunto, un film in cui interpreta un uomo ricco e solo, che vive di sensi di colpa che compensa con atti di grande generosità, un’interpretazione intensa e struggente, nonostante la sceneggiatura sia un po’ debole, con una storia non molto originale e nemmeno abbastanza sviluppata. Gere ha spiegato però che la scelta di non rivelare l’apparente omosessualità di Franny, o il come sia diventato così ricco o, ancora, di come si sia sviluppata l’amicizia con Bobby e Mia, sono frutto di una scelta precisa, quella di non “etichettare” il personaggio. L’intento, per noi riuscito, è quello di mostrare la complessità dell’animo umano e della vita. Franny è un uomo ricchissimo e possiede un intero ospedale, eppure non riesce a trovare chi gli prescriva la morfina, unica compagna per cinque lunghi anni, gli anni trascorsi dall’incidente in cui il suo miglior amico, Bobby, e la moglie, Mia, hanno perso la vita lasciando orfana l’unica figlia , chiamata affettuosamente “Puzzola” e che Franny ha cresciuto insieme agli amici. Riuscirà Franny a ritrovare se stesso? Ad abbandonare la solitudine? A superare la dipendenza dalla morfina? Per scoprirlo consigliamo di andare a vedere la bella ed emozionante interpretazione di Gere che ancora una volta rende memorabile un film che diversamente, dobbiamo dirlo, non avrebbe un grande appeal.

Richard Gere-Franny
Richard Gere-Franny
Richard Gere-Franny
Richard Gere-Franny

Come tutti sanno, Gere è buddista praticante ed è impegnato personalmente su diversi fronti, era inevitabile chiedergli: cosa si
direbbero, di cosa parlerebbero il Dalai Lama e Papa Francesco se si incontrassero? “Sono due persone molto simili, entrambi vogliono portare la gioia e la serenità, parlerebbero di come aiutare le persone…” C’è un regista italiano con cui le piacerebbe lavorare? “Non si è ancora creata quella magia, quella combinazione di situazioni che mi permettessero di lavorare in Italia. Mi piacerebbe fare un film con Bernardo Bertolucci, se dovesse farne un altro. Poi ci sono tanti bravi registi, quando si creeranno le condizioni ne sarei felice, mi piace l’Italia…”.
E in Italia Richard Gere tornerà a breve per presentare il film di cui è anche produttore, che si chiamerà probabilmente “The Invisible”, “Gli invisibili” come tutte le persone che vivono ai margini della società diventando dei fantasmi di cui nessuno si accorge. Un progetto durato ben dodici anni a cui Gere tiene molto. Sembra quasi che la sua vita personale e professionale si siano fuse, la scelta di partecipare e promuovere film indipendenti appare quasi il suo modo di restituire a giovani talentuosi un po’ della “sua magia”.