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Il Cinema Troisi riapre le porte grazie ai ragazzi del Piccolo Cinema America

Il Cinema Troisi riapre le porte grazie ai ragazzi del Piccolo Cinema America

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Cinema Troisi

Il Cinema Troisi riaprirà, a breve i Ragazzi “Piccolo Cinema America” presenteranno il progetto, forti dei 120mila euro raccolti in due anni e delle garanzie di In digo Film, Carlo Degli Esposti e di Nicola Giuliano. “Più di un anno fa abbiamo vinto il Bando per la gestione del Cinema Troisi, ma purtroppo per via dei tempi pachidermici delle istituzioni e di alcuni ricorsi presentati dalla Mediaport SRL di Giorgio Ferrero e dai terzi classificati al bando non si è ancora potuti arrivare all’inizio dei lavori. Con gli altri ragazzi del “Piccolo Cinema America” però, mentre venivano vinti tutti i procedimenti pendenti dall’avv. Giangiacomo, non abbiamo perso tempo ed abbiamo lavorato per creare la base per l’investimento necessario per la ristrutturazione del futuro Cinema Troisi: in due anni abbiamo raccolto oltre 120 mila euro. Ora, forti di alcune garanzie bancarie già presentate ai tempi del concorso pubblico (da parte di Nicola Giuliano della Indigo Film e Carlo degli Esposti della Palomar), stiamo cercando di trovare il resto dei fondi per non dover aprire un mutuo a 20 anni.
Il 17 maggio alle ore 18.00 apriremo le porte della storica sala e presenteremo il progetto architettonico di ristrutturazione con al nostro fianco le architette che lo hanno redatto, Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri. Ma il Cinema Troisi, oltre a diventare un punto di riferimento a 360gradi per l’intera città di Roma, si pone l’obiettivo di entrare in sinergia con altre esperienze virtuose italiane: parteciperanno all’evento tre realtà che, prima di noi, hanno già aperto nuove frontiere nel campo della promozione cinematografica all’interno dei territori: Andrea Frenguelli del Cinema PostModernissimo di Perugia; Paola Corti del Cinema Beltrade di Milano; Michele Crocchiola del Cinema Stensen di Firenze.
Queste sale, assieme a molte altre, come il Mexico a Milano di Antonio Sancassani o il Cinema Visionario di Udine, sono per noi esempi virtuosi di esercizio cinematografico, in quanto dimostrano l’esistenza di una preziosa possibilità sia per i cinema urbani, che per tutta l’industria cinematografica. In questi luoghi non è il film a fare il pubblico, bensì il lavoro quotidiano sul territorio, l’identità del cinema e la sua conseguente umanizzazione in quanto operatore culturale. Questi spazi, attivandosi come catalizzatori di nuove energie, hanno costruito attorno alle proiezioni cinematografiche delle vere e proprie comunità temporanee, che tradotte in termini economici, rappresentano anche incassi cinematografici interessanti. Li abbiamo conosciuti, visitati, ascoltati e seguiti, ognuno di loro ci ha regalato un pezzettino per costruire la gestione del Cinema Troisi e chissà se, crescendo – conclude Valerio Carocci – non si riesca a mettere finalmente insieme le forze per una futura più grande avventura.

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