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Educazione fisica, palestra dei cattivi sentimenti

Educazione fisica, palestra dei cattivi sentimenti

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Una palestra malandata di una scuola, in periferia, diventa il palcoscenico dei cattivi sentimenti, quelli che ciascuno di noi possiede ma che si cerca sempre di mettere a tacere. Così non accade ai protagonisti del film “Educazione fisica” (nelle sale dal 16 marzo) di Stefano Cipani e che era stato presentato al Festival del cinema di Roma.

La preside della scuola (Giovanna Mezzogiorno) convoca a scuola (non in presidenza) ma in palestra i genitori di tre studenti che si sono macchiati di un fatto gravissimo. C’è Claudio Santamaria che interpreta un immobiliarista ricco e sfaccendato, Raffaella Rea donna divorziata ed elegante che ha una storia proprio con lui non propria ufficiale, ed una coppia, Sergio Rubini e Donatella Finocchiaro che non potendo avere “figli veri” hanno fatto il bel gesto di adottarne uno di colore.

All’inizio non si sa perché la preside li abbia voluti convocare proprio li, nella palestra. Si pensa a qualcosa legato al razzismo o magari all’ipotesi che essendo così fatiscente si voglia chiedere loro di partecipare alla ristrutturazione della stessa. Mentre i genitori sono chiusi all’interno in attesa della preside, i loro figli sono fuori a giocare tranquillamente a pallacanestro.

La tensione cresce in una commedia dark che vede il suo apice quando viene raccontato dalla preside il motivo della convocazione: una studentessa tredicenne accusa i tre ragazzi, coetanei, di averla stuprata. Da qui il passo verso l’abisso è breve. Come è possibile che i loro pargoli, così dolci, ancora così bambini abbiano potuto fare una cosa simile?

Il film indaga sull’animo umano, fin dove possa spingersi al punto di nascondere la realtà e trovare il giusto compromesso per andare avanti. Le atmosfere sono cupe come la palestra dove è ambientato e come l’umore degli stessi protagonisti. Autori della sceneggiatura sono i fratelli D’Innocenzo (gli stessi di “Favolacce”) ricavata da un testo teatrale di Giorgio Scianna e, in base a quanto detto dal regista Cipani, già autore del film “Mio fratello rincorre i dinosauri”, con “l’intenzione di indagare la reazione di persone sottoposte ad una tensione estrema”.

Tensione, è bene dirlo, che nonostante il film sia prevalentemente “parlato” si avverte soprattutto nella seconda parte del film, dove il gioco al massacro che si consuma in una situazione claustrofobica spinge i personaggi a gettare le maschere e a rivelare la propria natura in una lotta spietata per la sopravvivenza.

 

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