Home Cinema Bell’esordio alla regia di Claudia Gerini con “ Tapirulàn “

Bell’esordio alla regia di Claudia Gerini con “ Tapirulàn “

E’ proprio una bella pellicola: un film che riesce ad appassionare per la varietà dei personaggi che lo compongono e per la composizione scenografico – ambientale che ha per oggetto la travagliata vita di una donna con alle spalle una esperienza terribile che viene svelata allo spettatore quasi alla fine della proiezione.

E Claudia Gerini, stavolta non in veste di vamp ma nei panni di una psicoterapeuta che ha intrapreso quel mestiere proprio per allontanare i fantasmi che dalla sua tenera età la dominano e che ha per “ studio “ la propria abitazione nella quale troneggia un tecnologicissimo tapis roulant, egregiamente descrive la sue faticose giornate su quel macchinario pieno di dispositivi elettronici che la collegano con i suoi pazienti ognuno dei quali afflitto da un problema che lei affronta e con sapiente mestiere riesce spesso a risolvere.

Ma il problema grande che domina la pellicola è proprio il problema di Emma ( il nome della psicoterapeuta che, in forma più moderna viene definita nel film come counselor ) la quale “ esercita “ la sua professione perennemente appoggiandosi su quel tapirulan che rappresenta per lei la via di fuga dai propri personali problemi; problemi  che non stiamo qui a descrivere perché facendolo romperemmo l’incantesimo di tutto il film.

Correndo su quel macchinario da venticinque anni Emma si cura per lasciarsi alle spalle la sua triste esperienza, una esperienza che non intende assolutamente ricordare e che a suo tempo, quando divenne maggiorenne, la indusse ad abbandonare la casa paterna per formarsi una sua vita autonoma anche  tentando di cancellare l’idea della famiglia.

Nemmeno l’incondizionato affetto verso la sorellastra Chiara fu a suo tempo tanto forte da farla restare in casa, ma quando dopo tanti anni Chiara riesce a ricontattarla, fa sorgere in lei, dopo una stizzosa ritrosia, qualche cosa si muove nella sua anima sconvolta e……finalmente scende dal tapirulan!

Un cast assolutamente ben scelto ed assortito fa da corona ad Emma, da Chiara Vismara ( la sorellastra ), a personaggi tipici di uno studio da psicoterapeuta quali Daniela Virgilio, Stefano Pesce, Fabio Morici e diversi altri che insieme rendono molto accattivante una pellicola per certi versi anomala perché vede una interprete e regista che corrono parallelamente su un attrezzo fantascientifico utilizzando il quale la protagonista non soltanto “ consola “ se stessa ma concorre a risolvere, a volte in maniera patetica, i problemi di altri clienti dello  studio per contribuire a raccontare il nostro presente tanto travagliato: un accenno alla pandemia ed agli effetti che questo triste fenomeno ha avuto sui più fragili è alla base della vicenda raccontata con perfetta sincronia ed anche con una notevole dose di mestiere per descrivere l’insicurezza che è alla base dei rapporti umani di questa realtà che rifugge dal contatto fisico e dal confronto con il resto del mondo per rifugiarsi nell’illusione e fuggire dai temuti giudizi degli altri.