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Cannes: “Marx può aspettare” il film autobiografico di Marco Bellocchio

Cannes: “Marx può aspettare” il film autobiografico di Marco Bellocchio

“Marx può aspettare” il film autobiografico di Marco Bellocchio, restituisce attraverso il racconto personale un pezzo della nostra storia. Nei momenti importanti la famiglia c’è sempre ( o dovrebbe esserci) così come gli amici più cari. È così che arriva l’annuncio di Pierfrancesco Favino in partenza per Cannes, proprio per esserci in un momento straordinario per il nostro regista che oltre a presentare il suo film più intimo, riceverà la Palma d’Oro alla Carriera.

“Caro Maestro , dopo che mi hai portato in capo al mondo non posso non venire a festeggiarti in una giornata così speciale . Mi levo il poncho e arrivo!”

Con queste parole Pierfrancesco Favino annuncia il suo arrivo a Cannes per essere vicino a Marco Bellocchio, domani, nel giorno della consegna della Palma d’Onore.

Luisa, Alberto ed io, Marco, le sorelle e i fratelli Bellocchio superstiti ci riunimmo, con mogli, figli e nipoti al Circolo dell’Unione a Piacenza per festeggiare vari compleanni. Io avevo organizzato il pranzo con l’idea di fare un film sulla mia famiglia, ma non avevo ancora le idee chiare. Non sapevo che cosa volevo esattamente fare.  In realtà lo scopo era un altro…Fare un film su Camillo, l’angelo, il protagonista di questa storia.  “Marx può aspettare” racconta della morte di Camillo, mio gemello, il 27 dicembre del 1968. Una storia totalmente autobiografica, ma che vuole essere “universale” (altrimenti che interesse potrebbe avere?) per almeno due motivi: una riflessione sul dolore dei sopravvissuti (eravamo abbastanza sani noi fratelli per sentire dolore?), ma soprattutto sulla volontà di nascondere la verità a nostra madre, convinti che altrimenti non avrebbe sopportato la tragedia. E perciò il teatro nella tragedia. Il secondo motivo è che la morte di Camillo cade in un anno “rivoluzionario”, il 1968. L’anno della contestazione, della libertà sessuale, del maggio francese, dell’invasione della Cecoslovacchia, ma tutte queste rivoluzioni passarono accanto alla vita di Camillo, non lo interessarono. “Marx può aspettare” mi disse l’ultima volta che ci incontrammo…»

Marco Bellocchio che sabato riceverà la Palma d’oro d’onore, attraverso la sua famiglia, fa rivivere la storia di suo fratello, senza filtri o pudori, quasi una indagine, che ricostruisce un’epoca storica e tesse il filo rosso di tanto suo cinema. Camillo muore nel 1968. Quasi cinquanta anni dopo, Marco riunisce tutta la sua famiglia per un pranzo. Con i suoi familiari si interroga su Camillo, il suo gemello scomparso a soli 29 anni. I fratelli. I nipoti. La sorella della fidanzata del tempo. Uno psichiatra. Un prete. Parlando con ognuno di loro, rievocando quegli anni e quei fatti, Marco ricostruisce i tasselli del passato, dando finalmente corpo a un fantasma con cui ha fatto i conti per tutta la vita.