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Incognito, una festa di musica e divertimento alla Casa del Jazz

Incognito in concerto alla Casa de Jazz
Incognito in concerto alla Casa de Jazz
Incognito, immagine dal web

Incognito, una festa di musica e divertimento alla Casa del Jazz

Ieri sera, la Casa Del Jazz, ha visto esibirsi gli Incognito, una tra le migliori band che in oltre 40 anni di carriera, è riuscita a farsi conoscere grazie al talento e all’idea di mettere insieme improvvisazione e elettronica. Il loro stile rimanda ad altri grandi musicisti come Stevie Wonder, Al Jarreu o ad altri complessi che hanno contribuito alla nascita del Funky moderno, quali i Weather Report, i Seawind e i Working Week.
Lanciatisi nel 1979, gli Incognito hanno avuto il merito di continuare e rinnovarsi per 40 anni. Non sono semplicemente un gruppo musicale, ma una grande famiglia internazionale, composta da musicisti provenienti da vari paesi del mondo come la Jamaica, l’Inghilterra, gli Stati Uniti e l’Italia grazie al batterista Francesco Mendolia.
Sin dal momento in cui è stato annunciato, il concerto alla Casa Del Jazz prometteva di regalare grandi emozioni. Chi ha avuto modo di vederli dal vivo, può immaginare a cosa va incontro. Chi al contrario non conosce bene il loro repertorio, non ha forse la minima idea di cosa l’attende.
Al momento di salire sul palco, il leader Jean-Paul “Blauey” Maunick prende la parola chiedendo quanti dei presenti stiano assistendo ad una loro esibizione per la prima volta. Alle tante alzate di mani, il cantante e chitarrista rivolge loro il benvenuto, augurandosi che la serata non possa rivelarsi soltanto uno spettacolo ma un’autentica esperienza. E quest’esperienza ha inizio con un brano strumentale Thinking about tomorrow, tratto dal capolavoro Positivity, portato al successo nel 1994. Il pubblico ascolta in silenzio, apprezza i prestigiosi assoli del tastierista Matt Cooper, dei trombonisti ed accenna il ritornello insieme alle vocalist.
Questo è solo un primo assaggio. Dal brano successivo in poi, l’esibizione sarà un crescendo di virtuosismo e divertimento. La band, alterna brani leggeri a composizioni più complesse e raffinate. La scaletta rende onore ai cavalli di battaglia: Pieces of dreams o 1975, a pezzi dell’ultimo album inciso in studio In search for Better days.
Ogni tanto, c’è il tempo per fermarsi un istante ed ascoltare qualche aneddoto relativo al gruppo. Tra questi, la divertente storiella che ha per protagonista il vocalist e chitarrista Maunick, che dimenticando le sue responsabilità di marito, si era innamorato di una ragazza italiana con cui aveva trascorso una serata bevendo bicchieri di Brunello di Montalcino. “Mia moglie mi perdonerà”, ha dichiarato scherzando; il pubblico ha riso. E questo non è bastato. Maunick scherza sui suoi difetti e continua a farlo in una breve composizione realizzata insieme al chitarrista Francisco Sales. In questa canzone prevale l’ironia per il modo in cui il protagonista ha interpretato la sua vita; più leggero rispetto a un vero talento come il musicista che lo stava accompagnando. Gli spettatori che in principio ascoltano divertiti, sono tornati seri di colpo grazie alle ultime parole, le più profonde. La musica e il difficile impegno negli anni di formazione, hanno concesso comunque di realizzare un sogno da sempre nel cassetto: suonare per delle persone e condividere con loro tante emozioni.
Tornata sul palco la band, Maunick ha raccontato l’amore per l’Italia, ricordando alcune suggestive località del paese ed omaggiando Pino Daniele con una tra sue le canzoni più apprezzate, Che male c’è.
La prima parte dell’esibizione si conclude con Colibri, un funky tra i più ascoltate della band. Il brano è uno spartiacque tra due tipi di atmosfere completamente differenti. D’un tratto si sono accesi i fari del parco ed il gruppo ha invitato il pubblico ad abbandonare la postazione per ballare sulle note di altri grandi successi come Givin it up e Always there. Tra questi, non poteva mancare la cover di Stevie Wonder Don’t you warry about this things che grazie all’inconfondibile ritornello ed una ritmica da discoteca, ha permesso a tutti di cantare insieme alla band.
La suggestiva ballata, Night over Egypt ha avviato la splendida serata verso un gran finale a cui tutti hanno partecipato con entusiasmo. Al termine, come ad ogni altro concerto, Maunick ricorda ai presenti la filosofia del gruppo che nonostante le sostanziali differenze, trova attraverso la musica, un modo di dar vita a un solo colore, un solo credo e soprattutto un solo amore. Al grido di One love, tutti i componenti sono scesi dal palco per salutare il pubblico, accompagnati dall’omonima canzone di Bob Marley in sottofondo.
È stato un grande spettacolo in cui ogni musicista ha dato il meglio di sé, davanti a un pubblico emozionato e divertito. L’incontro con la musica dal vivo offre spesso un’esperienza unica e irripetibile. Così la serata di ieri con gli Incognito.