Home Interviste L’Omaggio a Ennio Morricone e l’intervista al Direttore d’Orchestra Pino Jodice

L’Omaggio a Ennio Morricone e l’intervista al Direttore d’Orchestra Pino Jodice

LA ONJ ORCHESTRA NAZIONALE JAZZ OMAGGIA MORRICONE ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DI ROMA ED E’ SUBITO UN TRIONFO.

INTERVISTA AL DIRETTORE D’ORCHESTRA PINO JODICE: “Dirigere l’orchestra è come suonare il pianoforte ma con tutti i colori degli strumenti…”

di Maddalena Maglione

Dopo il passaggio di consegne avvenuto a Strasburgo, in occasione dell’inaugurazione della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il 18 Novembre nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, si è tenuto un’emozionante concerto tenuto dalla ONJ ORCHESTRA NAZIONALE JAZZ dei Conservatori Italiani. Il concerto è stato diretto dal M.° Pino Jodice, con la partecipazione di Gianni Oddi, storico sax solista di Ennio Morricone. La straordinaria performance di questi giovani talenti, è stata accolta e premiata da una lunga standing ovation del pubblico che, grazie agli originali arrangiamenti e alla magistrale direzione del M.° Pino Jodice, ha potuto assaporare e godere dei capolavori del maestro Morricone rivisitati in chiave jazz. Al concerto “Tribute to Morricone in Jazz”, che ha aperto a Roma il semestre di Presidenza dell’Italia al Consiglio d’Europa, seguiranno una serie di appuntamenti previsti fino a Maggio 2022.

Pubblico entusiasta per la sorprendente bravura dei musicisti che nonostante la giovane età hanno dimostrato professionalità e vero talento, nonostante abbiano avuto a disposizione soli tre giorni di prove. Sublime il M.° Pino Jodice che ha saputo valorizzare ognuno di loro durante l’esibizione attraverso una direzione dinamica, fresca e giovanile.

Abbiamo approfittato del dopo concerto per fare quattro chiacchiere con il M.° Pino Jodice, compositore, arrangiatore, pianista, direttore d’orchestra, ma soprattutto docente di composizione jazz al Conservatorio Verdi di Milano.

Durante la direzione del concerto, mi ha colpito molto lo stile che ha adottato per dirigere i ragazzi, ha messo in evidenza il loro talento attraverso una conduzione grintosa e precisa ma giocosa al tempo stesso, una gestualità dinamica e  “corporea” che faceva apparire semplici anche i passaggi più ardui. Attraverso la sua gestualità il pubblico ha potuto cogliere la perfetta sintonia  tra lei e l’orchestra, e ha apprezzato quel modo di rassicurarli e metterli a loro agio su un palco così importante. Cosa rappresenta per lei lavorare con i ragazzi ?

Grazie, sono felice che dalla parte del pubblico venga percepita questa bellissima energia. In quanto pianista, per me suonare l’orchestra è come suonare il pianoforte con la differenza sostanziale che ho a disposizione tutti i colori degli strumenti che compongono un’ orchestra jazz e un’ orchestra ritmico sinfonica. La mia direzione d’orchestra è costituita, e la insegno anche a Milano in Conservatorio, da una gestualità diversa da quella classica ovviamente, cioè una direzione “On Beat” e non con attacco in ritardo sul gesto come avviene nella musica classica e in particolare operistica…Di solito ho a disposizione  un organico misto e costituito da musicisti che fondamentalmente suonano jazz per quanto riguarda l’organico jazz, ma con la ritmico sinfonica  ho a disposizione archi e legni totalmente classici che vanno educati ad una nuova direzione e ad una nuova gestualità. Il mio compito è quello di essere il più chiaro possibile per permettere con poche prove ( normalmente soli 3 giorni) di comprendere le atmosfere e le particolarità ritmiche che ogni brano esprime nella mia riscrittura. Essendo stato in orchestra per più di 30 anni, quello che chiedo a me stesso, è quello che vorrei vedere io come pianista in orchestra da un direttore d’orchestra, per cui il primo a giudicare con severità la mia gestualità sono io, e devo dire che non sono gentile per nulla con me stesso… Per quanto riguarda i ragazzi parliamo di giovani musicisti, tra i migliori selezionati da tutti i dipartimenti di jazz dei Conservatori italiani, molto motivati e tecnicamente preparatissimi. I ragazzi sono delle vere e proprie spugne, che assorbono e si nutrono di tutta la tua energia e ciò viene fuori nel concerto dal vivo in maniera spontanea e genuina, passionale direi…I ragazzi non mollano mai lo sguardo del direttore e tutto quello che tu dai, esperienza, amore, sicurezza, loro te la restituiscono in eccedenza, ed è per questo che quando dirigo questi giovani talenti, sono felice.

Secondo lei oggi, si dà abbastanza spazio ai giovani talenti nel nostro paese?

Non del tutto, ma qualcosa sta cambiando. Le istituzioni dovrebbero capire sul serio che questi giovani sono il nostro futuro migliore. Soprattutto, per quanto riguarda la mia materia di Composizione Jazz, non si dà spazio alle nuove composizioni. Questo purtroppo accade anche con i musicisti blasonati, a cui viene sempre chiesto di suonare “Musica Famosa” con ospiti famosi per sbigliettare, figuriamoci se viene richiesto ad un giovane sconosciuto di suonare la sua musica! Dobbiamo fare ancora dei passi avanti, e questo vale soprattutto per gli organizzatori di Festivals ecc…il pubblico va educato…

Come è nata l’idea di formare una orchestra giovanile jazz?

L’orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori Italiani nasce nel 2017 nell’ambito delle attività promosse dal Dipartimento per l’Istruzione Superiore e Ricerca del Ministero dell’Università e Ricerca in collaborazione con la Conferenza dei Direttori di Musica e di una commissione recentemente istituita che sovrintende alle attività delle Orchestre Nazionali (Sinfonica, Barocca e Jazz). La ONJ ha sede al Conservatorio G.Verdi di Milano, dove insegno, ed é nata con lo scopo di valorizzare i giovani e il grande patrimonio jazzistico. In un momento storico dove tutte le orchestre nazionali, RAI ecc…, vengono chiuse e dismesse, questa mi è sembrata una luce perseguibile e lungimirante, ma è ancora poco, molto poco perché ogni regione dovrebbe avere una orchestra ritmico sinfonica di Senior e di Junior come avviene in altri paesi del nord Europa.

Ascoltare il bellissimo repertorio di Morricone arrangiato magistralmente in chiave jazz, ci ha fatto apprezzare ancora di più la grandiosità compositiva di questo autore. Come è nata la passione per il jazz, provenendo da una formazione classica?

Durante gli studi classici ho sempre affiancato gli studi jazzistici e in realtà, avendo avuto un padre fisarmonicista per passione, uno strumento in casa c’è sempre stato e ho iniziato a suonare ad orecchio. La la mia strada era già segnata perché pur imparando e trascrivendo sempre la musica che ascoltavo, ho sempre voluto suonare mie composizioni, mie creazioni e miei arrangiamenti di tutto ciò che ascoltavo, insomma volevo sempre farne la mia versione. La magia però nasce quando, durante gli studi per il compimento inferiore di pianoforte classico, il maestro di batteria di mio fratello (attualmente uno dei migliori batteristi jazz italiani), il grande Antonio Golino, mi regalo’ una cassetta( quelle a nastro che si riavvolgevano con la penna Bic…) con su registrato uno dei più bei dischi al mondo in assoluto: Bill Evans che suona brani classici arrangiati dal mio mentore per quanto riguarda l’arrangiamento e l’orchestrazione jazz il grande Claus Ogerman. Da quel momento la mia vita è cambiata e mi ricordo di non aver dormito per una settimana, ho letteralmente consumato quella registrazione versando lacrime di commozione ad ogni ascolto, dopo di che ho sempre avuto le idee chiare che ho perseguito e realizzato con tenacia, lavoro, passione e dedizione smisurata. Praticamente un folle!

Nel Suo futuro, c’è ancora l’intento di lavorare con i giovani talenti?

Finché me lo permettono si. Li Amo e adoro la loro capacità di mettersi continuamente in discussione con la volontà di apprendere e mettere in pratica tutto ciò che a loro viene detto, ovviamente sono preparatissimi e non bisogna mentire….loro capiscono immediatamente se sei un “impostore” o un Musicista vero.

E’ prevista una tourneé per questo bellissimo concerto omaggio a Morricone?

Questo progetto nasce nel 2007 con un organico più piccolo per 10 elementi, un quartetto d’archi, 3 fiati misti, trio jazz. Ma in base al budget a disposizione lo adatto dal quartetto all’orchestra ritmico-sinfonica.

Lo spero tanto di poterlo portare in giro, intanto le prossime tappe sono Dubai e Strasburgo. Sarà un grande onore per me andare in tournèe per il mondo la mia versione di musiche scritte dal genio italiano Ennio Morricone.

Quale consiglio darebbe ai giovani musicisti e cosa gli augura?

Di non mollare mai, neanche nei momenti più difficili e tragici come quello che abbiamo vissuto in questo momento storico durante la Pandemia, perché la loro tenacia, il talento e la passione saranno la guida universale per superare qualsiasi ostacolo. Auguro a tutti questi magnifici talenti, che io chiamo “Angeli” , di realizzare i loro sogni perché questi sogni sono il nostro futuro ed è proprio quello di cui il mondo ha bisogno per essere migliore.