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“Nessuno Escluso” dalle responsabilità, in scena nella Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne

Nessuno Escluso
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“Nessuno Escluso”, è il titolo dello spettacolo teatrale che andrà in scena il prossimo 25 novembre a Roma nella Sala Assunta del Fatebenefratelli alle 17,00 ( ingresso libero), in occasione della Giornata Mondiale  Contro la Violenza sulle Donne. Lo spettacolo di Patrizia Spagnoli sottolinea l’importanza dell’inclusione di tutti, nessuno escluso appunto, nelle problematiche che investono la società. Il fenomeno della crescente violenza sulle donne, non può essere un problema che riguarda solo l’universo femminile, ma riguarda tutta la comunità in cui si verifica il fenomeno che, nonostante l’impegno e la determinazione di molte donne, anche dello spettacolo a cominciare da Maria Grazia Cucinotta, Michelle Hunziker e Rossella Brescia, o il programma tv condotto da Barbara De Rossi (AMORE CRIMINALE) che da 20 anni la vede impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, non vede ancora una soluzione. Probabilmente affrontare il fenomeno in modo diverso può contribuire ad aiutare tutte le donne che subiscono per anni violenze fisiche e psicologiche ad uscire dallo stato di “sudditanza” che si crea tra “vittima e carnefice”. La recente sentenza di Genova che non condanna le violenze durate 24 anni, è la testimonianza di quanto ancora ci sia da lavorare, di come in realtà non si capisca quale sia l’effetto devastante di una violenza. “Nessuno Escluso” parte dal presupposto che una comunità solidale si crea sulla base della partecipazione. Da molti anni si pensa che il problema della devianza debba essere risolto facendo lievitare la coscienza collettiva non soltanto nei confronti di chi commette un reato o di chi lo subisce, ma verso una “dimensione partecipata” della comunità. E’ questo il senso dello spettacolo. Non ricalca lo schema classico dello “spettacolo di denuncia” ma insegue l’obiettivo di alimentare una presa di coscienza delle persone sul fatto che “la questione femminile” è un problema di tutti, non solo delle donne.
Le scene trattano temi forti come lo stupro, la violenza e l’indifferenza di chi assiste e decide di non intervenire. Siamo convinti che le persone possano cambiare superando la “astensione” dalla vita e alimentando dentro di sé il “piacere della contaminazione”. Le donne dagli inizi degli anni 70 sono vissute “come fenomeno antagonista dell’universo maschile”. Si tratta di stereotipi difficili da modificare, perché le donne che lavorano, le donne che possono divorziare, le donne che possono abortire, le donne che possono vivere con tranquillità la propria omosessualità, rappresentano una rivoluzione culturale epocale. E, quindi, difficile da essere introiettata in soli quattro decenni. Ma la via è questa. Superando gli sterili atteggiamenti compassionevoli, ma rivendicando il diritto di esistere. In una sola ottica: quella della comunità solidale, di una comunità in cui tutti siamo disponibili verso gli altri, ad affrontarne i problemi e a tentare una conciliazione mediatrice tra il conflitto e l’identità. Questo deve valere per tutti. Nessuno Escluso.