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Paolo Fresu e Uri Caine in concerto. Pathos sotto le stelle

Paolo Fresu (immagine da Wiipedia)
Paolo Fresu (immagine da Wiipedia)

Paolo Fresu e Uri Caine in concerto. Pathos sotto le stelle
Nella splendida cornice della piazza d’armi di Castel Sant’Elmo a Napoli, lo scorso luglio un indimenticabile concerto di Paolo Fresu e Uri Caine.
I due musicisti non hanno certo alcun bisogno di presentazione, di loro è stato scritto tanto e tutto. Questo è solo il desiderio di raccontare la meraviglia e lo stupore di un concerto le cui note hanno riempito i misteriosi e silenziosi spazi del castello.
Una sorpresa anche per le stelle che, in una caldissima serata napoletana, sono rimaste ad ascoltare una melodia che toglie il fiato e fa battere il cuore.
L’ultimo lavoro, Two Minuettos, è il repertorio dei due jazzisti che spazia tra temi classici e contemporanei, rivisitandoli con eleganza senza mai violentare il testo originale.
Tra loro non ci sono problemi di supremazia, le idee dell’ uno e dell’altro si intrecciano, frutto di un’intesa perfetta.
In tutto il concerto la libertà della musica è palpabile, ma una libertà che non degenera mai nel caos, anzi al contrario si avverte il rigore dello studio e della disciplina
>Uno stile quello del duo che rende piacevole l’ascolto e non manca di sottostare a quella regola irrinunciabile di rendere la musica un momento di arricchimento spirituale ma anche di svago.
Gli ascoltatori vengono rapiti e trasportati in un viaggio nel tempo dal 600 di Bach, Monteverdi e Strozzi fino al 900 di Mahler, Gershwin e poi Lennon e Dalla.  La passione di Caine per il classico e quella jazz di Fresu trovano il giusto equilibrio e la perfetta armonia senza alcuna prevaricazione e nuove sonorità si aggiungono al linguaggio universale della musica.
I minuetti di Bach si impreziosiscono di sconosciute emozioni quando la tromba dolce e nostalgica di Fresu aggiunge la sua impronta jazz al piano di Caine creando una vera alchimia.
Una straordinaria interpretazione di “si dolce è il tormento” di Monteverdi è stata forse il momento clou del concerto.
La contaminazione tra due stili ,il jazz e il classico, che viene da una ricerca e una conoscenza tali che il brano suscita nel pubblico presente quell’ energia emozionale che solo la musica sa trasmettere.
Un mio gusto personale mi suggerisce che gli stili musicali dovrebbero essere separati poiché ognuno ha storie diverse e provenienze geografiche diverse.
Nel caso di Fresu e Caine questa commistione rispetta gli stili fondendoli .
Armonia, melodia e struttura pur risultando modificate, non sono mai estremizzate e rendono il brano classico piu adeguato ad un rilettura in chiave jazz.
Una performance durante la quale Fresu non si è risparmiato, tra tromba e filicorno; instancabile sul palco e tra il pubblico ha regalato momenti entusiasmanti e suggestivi.
Questo duo pur avvalendosi di un repertorio tradizionale e pertanto molto conosciuto, ha catturato l’attenzione per la leggerezza e l’eleganza raffinata dell’ esibizione.
Non e’ stato solo un semplice concerto ma vero evento culturale tale da sperare in un prossimo ritorno del duo quanto prima.

J.Hegel