Home Cinema Presentato a Venezia EL CONDE con la direzione di Pablo Larraín

Presentato a Venezia EL CONDE con la direzione di Pablo Larraín

Assente proprio il protagonista della pellicola diretta da Pablo Larrain, Jaime Vadell, è stato presentato a Venezia “ El Conde “, una commedia noir ed horror che tratta del pentimento del dittatore cileno Augusto Pinochet, cupa e sanguinaria raffigurazione del fascismo, che nei panni di un vampiro, all’età di duecentocinquanta anni prova soltanto il desiderio di morire a causa dei suoi precedenti insuccessi e delusioni anche familiari.

“ Perché non riesco a morire? “ è il leit motiv della sua vita che si rivela ora soltanto un disonore al punto che decide di non nutrirsi più di sangue per raggiungere il suo ultimo scopo.

Il dittatore vive, odiato dal mondo, in una casupola isolata e fatiscente dall’aspetto malvagio come la sua anima; malgrado tutto la famiglia, che mira soltanto alla sua eredità, gli procura l’assistenza di una donna che dovrebbe liberarlo dal suo atteggiamento demoniaco ma anche questo intervento servirà soltanto a scatenare una ulteriore serie di eventi cattivi che non serviranno certamente a redimerlo.

La pellicola si presenta come il trionfo dell’ideologia di Pablo Larraín, regista e biografo di grandi personaggi storici che sa inquadrare perfettamente nell’epoca in cui sono vissuti: fortemente interessato alle vicende della dittatura cilena racconta gli effetti del fascismo con una ruvidezza che colpisce positivamente lo spettatore malgrado la scenografia satura di horror.

Apprezzabile il parallelismo con il vampiro per descrivere quanto atroce sia stato il periodo della dittatura Pinochet, morto da uomo libero in quanto assolto dai tribunali cileni: l’immagine che ne risulta, descritta con toni satirici, è quella di un vecchio stanco che intende suicidarsi e che ormai non fa più paura a nessuno enfatizzandolo nell’evoluzione temporale della pellicola.

Molto interessante il ruolo di Jaime Vadell nel ruolo del dittatore che riesce, sia pure a momenti, ad inficiare di una sorta di assurda comicità la sua interpretazione della figura di Pinochet, vena quest’ultima che rende a