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Presentato alla alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “Ti mangio il cuore “ di Pippo Mezzapesa

Nella sezione “ Orizzonti “ della 79ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia è stata presentata l’ultima fatica di Pippo Mezzapesa  “ Ti mangio il cuore “, tratto dall’omonimo libro – inchiesta  di Carlo Bonini e Giuliano Foschini, un’opera di grande impatto perché racconta la ferocia di una mafia poco conosciuta, quella del Gargano, il promontorio nel nord della Puglia.

Ne sono interpreti Elodie, Francesco Patanè Francesco Di leva, Lidia Vitale, Giovanni Trombetta, Letizia Pia Cartolaro, Giovanni Anzaldo e Gianni Lillo oltre che Brenno e Michele Placido.

In una Puglia arsa dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west all’interno della quale si consumano faide per le quali il sangue si lava col sangue

A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale: una passione fatale che riporta i clan in guerra: Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto.

L’enigmatico personaggio di Marilena è interpretato da Elodie, al suo primo debutto nel cinema, elegante e raffinata, persino conturbante in alcune scene di sesso: la cantante ha conquistato il pubblico per la sua interpretazione e per il suo bellissimo corpo, che non ha esitato a mostrare sul red carpet, nella veste della moglie del capo di una famiglia mafiosa rivale di quella alla quale appartiene il marito: l’amore tra lei ed il figlio, latitante, del capo dell’altra famiglia interrompe la fragile tregua in atto tra le due famiglie rivali.

Il bianco e nero della pellicola riesce a conferire al film i toni di un romanzo western, in una Puglia apparentemente sconosciuta, in un coacervo di bestie ed uomini che vivono insieme e dove gli uomini si comportano anche peggio delle bestie per descrivere come intere famiglie ed intere generazioni non riescano a sottrarsi alle condizioni imposte dalla mafia locale.