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“ Vecchie canaglie “: la rentreè di Lino Banfi alle prese con una special mission

Salvare la casa di riposo che li ospita dalla messa all’asta voluta dalla sua avida proprietaria: è questa la missione che sei anziani ospiti di Villa Matura si propongono, Nonno Libero in testa, per restare sia nella casa che insieme tra loro.

Il non troppo avvincente lavoro del debutto alla regia di Chiara Sani, nelle molteplici vesti di autrice, regista ed attrice, non ha particolarmente affascinato i presenti alla proiezione in anteprima stampa che si è svolta alla Casa del Cinema, anche se del cast della pellicola fanno parte nomi di un certo riguardo da Andy Luotto a Greg, dall’inossidabile Andrea Roncato al ritrovato Pippo Santonastaso e ad una splendida Federica Cifola; ma non si sa mai….

In breve, la storia: la proprietaria della casa – ospizio nella quale vive la “ banda “, considerato che il suo esercizio non è più un buon investimento, decide di mandarla all’asta ( truccata ) in favore di un compratore già determinato previa la sistemazione in altre locations dei vecchietti ospiti; ma sei di loro non vogliono allontanarsi e decidono di resistere anche ricorrendo a misure “ eccezionali “ quali il ricorso alla malavita.

Certamente il tema dominante della pellicola è il come viene vissuta ( e potrebbe venire vissuta da ognuno di noi ) la terza e la quarta età della vita e l’autrice intende appunto sollevare il problema evidenziando altresì quanto sia possibile che, per una innata forma di istinto di sopravvivenza, anche in tarda età possano emergere forze inattese in grado di fronteggiare – tra il serio ed il faceto – anche situazioni difficilmente controllabili.

Il film appare si gradevole perché infarcito di una sorta di pietismo che lo domina, ma lo svolgimento della storia, narrata in forma di favola più adatta a bambini di pochi anni che a persone mature alle quali competerebbe di considerare il problema sollevato, è un tantino sgranato volendo raccordare insieme favola e realtà in forma praticamente impossibile ( ed anche esagerata, ma è una favola…) ed a volte estremamente ironica, al punto che appare anche eccessiva la descrizione di alcuni personaggi e la loro marcata presa in giro.

Sembra a chi scrive che il tentativo dell’autrice-regista-interprete di raccontare una storia attuale in termini che vanno dalla commedia alla favola non riesca completamente malgrado la buona combinazione di interpreti di livello che fanno certamente del loro meglio per calarsi, anche in maniera esagerata, nei personaggi che costituiscono l’interessante problematica.

Nulla di dire verso le interpretazioni dei singoli, tra le quali appaiono perfette quella di Walter ( Lino Banfi ) e di Federica Cifola nelle vesti della terribile dottoressa Amidei, ma scontata quella di Greg nella parte del figliol prodigo di Walter; relegati a personaggi di secondo ordine Andy Luotto ed Andrea Roncato e praticamente dimenticato Pippo Santonastaso; apprezzabili gli effetti speciali ed alcune vignette di carattere astrologico disegnate dalla stessa regista.

Se dovessimo esprimerci con un voto, ci sentiremmo di assegnare un “patetico” 6 – -.