Home Moda e Tendenze WineSummer Hits #22 – CASTELLO DI QUERCETO, CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG

WineSummer Hits #22 – CASTELLO DI QUERCETO, CHIANTI CLASSICO RISERVA DOCG

WineSummerHits #22, incontro tra Il Profumo della Dolce Vita e il Chianti Classico Riserva DOCG del Castello di Querceto, il chianti classico d’altura della famiglia François, una delle realtà più storiche della denominazione, fondatrice del Consorzio del Vino Chianti Classico nel 1924.

La storia nel vino della famiglia è datata 1897, quando Carlo François acquista i terreni agricoli, i boschi, le case coloniche del Castello di Querceto, dando inizio ad un’avventura imprenditoriale che sarebbe durata fino ai giorni nostri.

Il castello, di origine medievale, venne bruciato e distrutto alla fine del XV secolo, nel corso di una delle numerose guerre del tempo, e riedificato per volere della famiglia Canigiani nel corso del XVI secolo. In seguito, acquistato dalla famiglia Pitti, per molti anni la loro residenza di campagna, per poi passare ai Barzellotti, prima di diventare la residenza, ancora oggi, della famiglia François.

Il Castello di Querceto oggi

I François sono una casata originaria dell’Alta Savoia, le prime notizie risalgono alla metà del 1300. Ricordata soprattutto per la sua fedeltà alla Corte di Francia, e proprio per seguire il volere dei reali di Francia, un ramo della famiglia si trasferì in Toscana nel 1740, acquisendo anche il titolo nobiliare di Marchesi.

Tra i componenti più illustri si ricorda Alessandro François, archeologo, probabilmente il più grande studioso del mondo etrusco. A lui si devono importanti ritrovamenti etruschi nel territorio di Chiusi, tra cui il famoso vaso che da lui prende nome, rinvenuto in una tomba del V sec., e databile al 550 a. C., firmato dal fabbricante ateniese Ergotimos e dal pittore Kleitias, prezioso incunaboli della pittura ceramica greca e il più grande tra i vasi a noi pervenuti.

Il Vaso François databile 550 a. C.

Carlo intuì da subito il grande potenziale vitivinicolo del Castello di Querceto e, anticipando i tempi, cominciò a piantare vigneti su appezzamenti di terreno scelti con grande attenzione. Inoltre seppur ad inizio del secolo, la sua visione era molto proiettata al futuro ed a una modernità in divenire, si pensi solo che uno dei primi trattori Ford fu acquistato proprio dal Castello di Querceto.

Una modernità di visione che si ritrova anche durante gli incontri avvenuti per la sottoscrizione dell’Atto di Costituzione del “Consorzio per la difesa del vino tipico del Chianti e della sua marca d’origine” del 1924, ovvero quello che poi sarebbe diventato Consorzio Vino Chianti Classico, che da sempre tutela, vigila, valorizza la storica denominazione del Gallo Nero. A quell’incontro la famiglia François si presentò con Elvira Colombini e Marianna Codacci, madre e zia di Carlo François, uniche donne presenti.

La famiglia François rimane una delle poche famiglie del Chianti Classico che hanno mantenuto la proprietà dell’azienda ininterrottamente per più di cento anni. Oggi siamo alla quinta generazione, Simone e Lia François da un po’ di tempo affiancano papà Alessandro e mamma Maria Antonietta Corsi, che alla fine degli anni 70 hanno dato luogo ad un profondo lavoro di ristrutturazione, soprattutto in vigna, individuando i migliori terreni adatti a coltivazioni innovative accanto a quelle tradizionali chiantigiane, puntando su crus aziendali che portano il nome della vigna da cui provengono, mentre in cantina, ogni anno, Alessandro mette a punto dei piccoli accorgimenti, lavorando di cesello vendemmia dopo vendemmia, per produrre vini di carattere dalla spiccata personalità e sempre più eleganti.

La famiglia François oggi

65 ettari di vigneti a dimora sulle più alte colline di Greve in Chianti, ad un’altitudine compresa tra i 400 e i 520 metri sul livello del mare. I vitigni presenti sono a larga maggioranza a bacca rossa, tra i quali primeggia, ovviamente, il Sangiovese, affiancato da Canaiolo, Colorino, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Syrah, Merlot ed altre varietà autoctone. A bacca bianca troviamo la Malvasia del Chianti, il Trebbiano Toscano, il San Colombano e lo Chardonnay. La produzione annua in media si aggira sulle 600.000 bottiglie

CASTELLO DI QUERCETO RISERVA CHIANTI CLASSICO DOCG

Espressione di una cuvée altamente territoriale, dove il Sangiovese (90%) lascia un piccolo spazio anche ad altri vitigni classici della zona come Canaiolo e Colorino. Dopo un’accurata selezione in vigna, le uve fermentano e macerano sulle proprie bucce in fermentatori di acciaio inox, a temperatura controllata per circa due settimane. La maturazione avviene in parte in legno piccolo (barriques e tonneaux di Allier, Tronçais e Limousin) e in parte in botti di rovere leggermente più grandi (capacità comprese tra 10 e 40 Hl) per almeno un anno. Affinamento in bottiglia per altri 4 mesi. La prima annata di questa riserva risale al 1904, oggi sono circa 70.000 le bottiglie di Riserva prodotte ogni anno.

Vigneti del Castello di Querceto in Greve in Chianti

Nel calice brilla di un rosso rubino intenso impreziosito da seducenti riverberi granati. Al naso è ampio, ricco, dove prevalgono sentori di frutta rossa e note speziate. Fiori secchi ed erbe balsamiche il suo sottofondo. Al palato è avvolgente, morbido, con quei suoi tannini eleganti ma presenti. Una chiusura lunga e sapida rinnova il piacere di un altro sorso.

Da abbinare ad arrosti di carne, secondi ricchi e strutturati, e formaggi di media stagionatura| Per gustarlo al meglio servire ad un temperatura di 14° – 16°C in un calice ampio per vini rossi di buona struttura e intensità. Un vino già pronto da bere dal buon potenziale di invecchiamento.

CASTELLODIQUERCETO.IT
Crediti Fotografici: Castello di Querceto Società Agricola S.p.A.
"Milanese d’adozione con radici napoletane, Wine Writer e Sommelier, crea il suo “Keep in Wine” per necessità di “rimanere in contatto” con l’eno-mondo condividendone ogni nuova e straordinaria esperienza e per permettere a chi lo legge di essere sempre aggiornato sugli eventi in programma e su quelli avvenuti, affascinando i lettori con racconti, aneddoti, curiosità e retroscena prendendosi anche la libertà di esprimere le sue preferenze, perché il bello del vino (e non solo), come sostiene Antonio, è che non c’è mai un giusto o sbagliato, buono e cattivo, ma solo tanto personalissimo gusto! Nella vita si occupa di altro, forse con la stessa enfasi ma di certo non con la vocazione che ritrova davanti ad un buon bicchiere di vino. Tolta la cravatta del matematico e consulente, blocco alla mano e reflex al collo, non perde occasione per annotare storie, percezioni e sapori oltre che immortalare volti, dettagli e colori che ogni sorso gli trasmette. Iscritto all’albo ASA – Associazione Stampa Agroalimentare Italiana, gruppo di specializzazione dei giornalisti di settore, collabora con diversi Magazine enogastronomici. Giudice nelle commissioni d’assaggio di Concorsi Enologici."