Home Cinema L’indimenticabile Ingrid Bergman avrebbe compiuto 100 anni

L’indimenticabile Ingrid Bergman avrebbe compiuto 100 anni

bergmanIl 29 agosto 1915 nasceva a Stoccolma una delle più grandi attrici di tutti i tempi:  Ingrid Bergman. Avrebbe dunque festeggiato 100 anni se un tumore al seno non l’avesse uccisa, prematuramente e, fatalmente, proprio nel giorno del suo compleanno, nel 1982. Indimenticabile in tante pellicole che hanno fatto la storia del cinema mondiale, in particolare nell’iconico Casablanca che la vedeva protagonista al fianco di Humphrey Bogart, la Bergman è stata sempre di casa in tutti i grandi Festival, soprattutto a Venezia durante gli anni in cui visse accanto a Roberto Rossellini. E proprio Venezia, dove sta per prendere il via la 72esima edizione del Festival Internazionale del Cinema,  si prepara a festeggiarla grazie al film breve Viva Ingrid!, assemblato dal nipote Alessandro Rossellini per Istituto Luce – Cinecittà. In circa venti minuti, il film ci mostra immagini quotidiane e felici girate dalla stessa Bergman che, come già aveva fatto con lei il padre, amava riprendere la famiglia, la casa e i luoghi che amava. Ne esce fuori una Ingrid inedita, molto umana e poco diva, che si discosta dall’immagine un pò algida che la caratterizzava. Come ricorda la figlia Isabella, “quando non recitava diventava una perfetta padrona di casa, una madre premurosa e una inflessibile governante fino al set successivo, perché in definitiva al suo mestiere non avrebbe mai rinunciato”. Ingrid Bergman era l’unica figlia di un pittore e fotografo che, rimasto vedovo quando la bambina aveva appena due anni, se ne prese cura e le trasmise la sua passione per l’arte; rimasta poi orfana a 13 anni, fu scoperta da Gustav Molander, che divenne anche il suo pigmalione. Il grande successo arrivò con il remake di Intermezzo, diretto da  Gregory Ratoff: fu la sua prima pellicola hollywoodiana, ma subito conquistò l’America. Qui sposò il neurochirurgo Peter Linsdrom, da cui ebbe la prima figlia, Pia. Durante la Guerra, il suo impegno diretto contro il nazismo la portò a scegliere i suoi ruoli in Casablanca e Per chi suona la campana, che le portarono grande successo, ma nessun Oscar; quello arrivò però nel 1944 con Angoscia di Cukor, che la fece notare da Hitchcock e da lui scegliere per il celebre Notorius (1946).
Fu il fotografo Robert Capa a spingerla verso il cinema europeo e, quando tornò in Europa, conobbe il grande amore della sua vita, il regista italiano Roberto Rossellini: per lui sfidò le convenzioni lasciando tutto, anche il marito (la figlia Pia non glielo perdonerà mai) e due grandi opportunità hollywoodiane: il ruolo di Giovanna d’Arco e quello di protagonista di un progetto ambizioso (poi mai realizzato) di Hitchcock. In Italia trovò la felicità, ma non il successo e solo nel 1956, con il kolossal Anastasia venne ripresa in considerazione dal cinema americano e vinse un secondo Oscar.  Nel frattempo l’amore con Rossellini naufragò e l’attrice cominciò una terza vita, sempre da donna forte e madre impeccabile, coronata da un terzo matrimonio lontana dai paparazzi e dal gossip.
Vinse un terzo Oscar per Assassinio sull’Orient Express, scoprì una inattesa vena comica con Fiore di cactus (accanto a un brillante Walter Matthau e una giovanissima Goldie Hawn) e iniziò la battaglia contro quel cancro al seno che si ripresentò a tradimento per farle terminare questa vita così ricca e movimentata.