Selma-La strada per la libertà. La marcia per i diritti tema ancora atuale
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SELMA- La strada per la libertà di Ava DuVernay. Recensione di MK. Selma racconta di un evento che cambiò la storia degli Stati Uniti nel 1965, in un periodo drammatico della questione razziale dei neri d’ America. E’ la storia di come il Dr. Martyn Luther King jr. sfidando la polizia e una cultura segregazionista portò alla vittoria una intera comunità. La marcia di Selma per il voto ai neri fu dapprima soffocata nel sangue nel famoso “Bloody Sunday”. Poi la strategia non violenta del pastore King riuscì a evitare lo scontro frontale, e fu proprio quella scelta intelligente, anche grazie a l’aiuto di attivisti bianchi, della chiesa, ma soprattutto dell’opinione pubblica, a vincere quella battaglia. King aveva da poco ottenuto il Nobel per la pace e il presidente Lindon Johnson, alla fine, forse per evitare altri tumulti, fu costretto, nonostante il parere negativo del governatore dell’ Alabama, a concedere il diritto di voto. Il film tratta di quelle vicende e parzialmente della vita di King. Infatti non c’è l’ultimo atto, che da lì a pochi anni lo rese vittima di un attentato di cui non si è mai scoperto il mandante.
E’ stata una scelta della regista che ha voluto raccontare soltanto della rivota di Selma, più che fare una biografia del personaggio. Va ricordato che, a 50 anni dalla morte di un personaggio storico così importante, non esiste un film sulla sua vita, anche se è universalmente riconosciuto come un eroe, ma gli eroi in America non possono essere che bianchi. Il film è molto didascalico e storico, giustamente, ma almeno nella prima parte soffre di una eccessiva lentezza. Si riscatta nella seconda parte dove le scene di azione, anche violente, creano più coinvolgimento nello spettatore. Buona è la fotografia, il viraggio sui toni caldi e le basse luci rendono molto realista la rivisitazione storica. É chiaro che le proteste di Selma preludevano a quelle più famose del ‘68. La marcia è molto simile di quella non violenta che Gandi fece qualche anno prima per il sale. In effetti, i due personaggi si somigliano molto nella vita e nella morte stessa. Quel periodo degli anni sessanta va considerato come l’ ultima rivoluzione del mondo occidentale che portò un cambiamento radicale nel panorama mondiale, sociale e culturale che a tutt’ oggi non si finisce mai di rimpiangere. Forse è il tipo di recitazione un po’ sottovoce, o è il film politico in se stesso, che di solito manca di attrattive nonostante il tema sia ancora attualissimo, che impedisce di darne un giudizio esaltante. Nell’insieme un film da vedere per conoscere la storia dei diritti civili americani di cui noi europei non sappiamo granché e di cui pensavamo di esserne immuni, mentre l’ attualità ci ripropone ogni giorno la questione .
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