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Shaun, vita da pecora: riflessioni sul senso della vita (Recensione)

Shaun, vita da pecora: riflessioni sul senso della vita (Recensione)

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Shaun, Vita da pecora (2015) Recensione di Andrea Giostra. Quello che viene spontaneo pensare subito dopo aver visto il film di animazione è: bellissimo! Ma poi ci rifletti un po’ su e cominci a pensare che il film dei bravissimi Mark Burton e Richard Starzack è veramente un gran bel lavoro, costruito con grande intelligenza narrativa, che stimola efficacemente la riflessione e il senso della vita dei giorni nostri. A quel punto vengono in mente due domande: meglio la routine di campagna vissuta serenamente in una fattoria con tanti fedeli animali domestici, ottimi cibi genuini, aria pulita e natura agreste che dà serenità, benessere fisico e interiore, e sicurezza? Oppure è da preferire la vita caotica e incerta della grande città dove regnano la frenesia, lo stress, l’incertezza, la paura, la gloria e la fortuna, il successo e il danaro, le regole ferree e rigide, l’intolleranza per la diversità, la solitudine spesso deprimente seppur vivendo insieme a migliaia di altri esseri viventi? Il tema trattato dai due geniali registi e sceneggiatori di quest’ottimo film di animazione – che azzarda con successo l’uso di dialoghi non parlati! – sembra essere proprio questo: il tema centrale che assilla i cittadini delle grandi e piccole città sopraffatti quotidianamente da ritmi intollerabili ed insostenibili tanto da portarli spesso a pensare di abbandonare tutto e andare a vivere su un’isola deserta, ovvero sul pizzo di una montagna in una fattoria ricca di animali da allevare e con i quali vivere serenamente! La narrazione è scorrevole, piacevole e divertente. Il protagonista, Shaun, la pecora prediletta dal Fattore, per rompere la noiosa routine quotidiana decide di prendersi un giorno di vacanza addormentando con uno stratagemma da pecora il Fattore. Ma quando Bitzer, il cane pastore, si accorge del piano di Shaun, interviene immediatamente dando il là ad un susseguirsi di accadimenti divertenti, imprevedibili e pericolosi, che alla fine si concluderanno con un bel lieto fine: il ritorno alla routine agreste e rassicurante della fattoria di campagna. (Recensione pubblicata anche su: “LA REPUBBLICA” PALERMO)

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